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Il tempo passava con molta monotonia e lentezza in quella nave. Linda non si comportava più come prima, ma non passava sempre il tempo con me, solo nelle ore n cui andavamo in mensa in cui insieme gustando quel cibo che non piaceva ad entrambi. Era probabilmente l'unica cosa in comune che avevamo. Quelli mi sembravano ogni volta i momenti giusti in cui potevo provare a conoscerla meglio, ma ignorava sempre le mie domande, era come se volesse nascondermi la sua vera identità o non avesse voglia di confidarsi con il sottoscritto. Un po' potevo capirla. Anche quando provavo a farle domande sul viaggio mi ignorava, dicendo che quello non era il posto adatto per parlarne. Durante quella settimana passata nella nave, mi chiedevo quando sarebbe stato il momento.

All'ora di pranzo della seconda settimana, come ormai d'abitudine, ci sedemmo al piccolo tavolino infondo alla stanza con due posti. Eravamo uno di fronte all'altra e mangiavamo un polpettone di carne con delle patate al forno come contorno. Linda quel giorno era particolarmente silenziosa, non era mai stata chiacchierona ma quel giorno sembrava avesse la testa per aria. Probabilmente era dovuto a quella notizia che il capitano le aveva dato e non faceva altro che pensare al ritardo che ci avremmo messo ad arrivare.

-Cosa fai Linda?- chiesi cercando di eliminare quel silenzio tra noi due.

Lei alzò la testa dal piatto e mi guardò mentre masticavo un pezzo di polpettone.

-Non lo vedi? Sto mangiando- con la forchetta iniziò ad infilzare quel pezzo di carne già tagliato che presto sarebbe entrato nella sua bocca -almeno oggi il pranzo non è così male.

-Hai ragione, ma intendevo... che lavoro fai?

-Niente di così particolare.

-Cioè?- chiesi curioso, non mi aveva dato nessuna risposta chiara. Era sempre vaga in ciò che diceva.

-Perché ti interessa tanto saperlo? Faccio un lavoro che definisco noioso a volte e altre mi piace tanto.

Un sorriso le comparve sul volto.

-Ero solo curioso. Tutto qui! Ma a quanto vedo non sembri disposta a parlare del tuo lavoro.

-Tranquillo Dan, non faccio un lavoro che ti deve preoccupare. Non sono neanche una latitante o un'assassina- mi rispose ancora con il sorriso stampato sul suo volto, trovando la cosa divertente.

-Potresti essere una ladra? Però sai... tu sai quasi tanto su di me: dove vivo, che sono un giornalista, voglio scrivere un libro, che il mio amico e coinquilino si chiama Kyle...

-...e che il tuo colore preferito è il rosso.

-Cosa?! Come fai a saperlo?

-Ripeto ciò che ti dissi: vengo spesso al vostro negozio e ti sento discutere con il tuo migliore amico.

-Certo, quando lui disse che il blu è il colore migliore perché è così caldo e potrebbe anche essere indossato da tutti e starebbe bene su tutto- pensai a voce alta ricordandomi di una discussione avuta un giorno in negozio guardando una rivista che Kyle aveva da poco comprato.

-Però puoi stare tranquillo che non sono neanche una stalker. Non mi piace troppo interessarmi agli altri, soprattutto dei miei concittadini. Mi interesso della gente debole, anche se non mi sembra il termine adatto, ma direi...

-Quanti anni hai?- chiesi ascoltando quella risposta interrompendola.

-Non si chiede l'età ad una donna! E poi cosa c'entra ora?

-Se sei più piccola di me, forse sei una ragazza matura. Non sentivo questi generi di discorsi dalla mia ex. Lei era interessata alla carriera e sentiva di stare al centro del mondo.

Unknown StoneTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang