-Cosa dobbiamo fare esattamente?- chiesi con la voce tremante guardando Linda e quel piano sopra di noi che sicuramente dovevamo raggiungere.

-Molto semplice... Se solo io mi fido ti te e tu di me, possiamo attraversare questa prova e raggiungere la prossima.

Alzò il dito indicando la porta.

-Ma come facciamo a raggiungerla?! Non dirmi che mi devi lanciare...

-Magari, vorrei tanto farlo...- disse Linda sorridendo -ma no...- abbassò lo sguardo -come vedi sul pavimento c'è un piccolo tasto, devi tenerlo premuto più a lungo che puoi e inizieranno a scendere delle scale che ci permettono di arrivare alla porta sopra di noi. Non devi smettere di tener premuto quel pulsante altrimenti le scale spariranno e io cadrò giù.

-Quindi la responsabilità e tutto nelle mie mani- dissi terrorizzato -ma come farò io ad attraversare?

-Proprio in questo sta la prova, devi avere fiducia di me se anche tu vuoi raggiungere la stanza successiva.

-Continuo a non capire...

-Se ti fidi di me, allora lo vedrai.

-Certo che mi fido di te, ma non voglio morire adesso.

-Prima di tutto spera che tu non faccia morire me- rispose dandomi una pacca sulla spalla continuando a sorridere.

Probabilmente si sta prendendo gioco di me, pensai.

Ancora non capivo come era possibile arrivare nella prossima stanza, ma il dover pensare che tutte le responsabilità sulla vita della mia compagna di viaggio erano nelle mie mani, la cosa mi metteva ancora più ansia. La mia mente iniziava ad essere offuscata dalla morte di Linda per colpa mia.

-Allora Daniel? Sei pronto?

Ingoia saliva, ero terrorizzato e iniziavano a sudarmi e tremare le mani.

-Mi raccomando!- mi diede una pacca sulla spalla -quando sei pronto, tieni pure quel pulsante premuto più che puoi.

Non fiatai. Annuì solamente. Le parole sembravano bloccate in gola.

Linda si posizionò davanti a me, io abbassai lo sguardo e notai un piccolo pulsante sul pavimento. Era così piccolo che sembrava quasi impossibile vederlo. Alzai di nuovo lo sguardo e Linda aveva il pollice alzato, forse per indicare che era pronta o che si fidava di me. Non lo so, ma portai un piede su quel piccolo tastino e cercai di tenerlo premuto più forte che potevo. Forse per la paura di lasciare la presa o perché credevo che così fosse la cosa migliore.

Improvvisamente la stanza iniziò a tremare, il mio istinto era quello di togliere subito il piede ma non lo feci. Linda era ferma lì davanti a me e mi dava le spalle, forse faceva parte della prova. Infatti, delle scale piccole e di legno iniziarono scendere dal soffitto che si era aperto in due. Probabilmente avevo azionato quel congegno.

Si voltò verso di me.

-Mi raccomando, non togliere quel piede per nessuna ragione al mondo!

Dopo quelle parole iniziò a salirle con molta lentezza, forse per farmi stare più tempo in quella posizione scomoda e farmi soffrire dato che provava forse un po' di odio nei miei confronti per tutto quello che le aveva fatto passare.

Mentre la vedevo salire quelle scale, sentivo il mio piede farmi male e quel dolore si allungava verso tutta la mia gamba, sentivo la fronte sudare e le mani tremare, non riuscivo a tenerle ferme, ma dovevo resistere. Per provare a non pensarci vedevo la coda di Linda ondulare mentre si muoveva lentamente al salire le scale. Ma quando la vidi mettere finalmente il piede su quel secondo piano che era possibile raggiungere solo attraverso quelle scale e quel tasto che stavo premendo con forza, tirai un sospiro di sollievo. Non l'avevo uccisa e non potevo portarmi un peso grande sulle mie spalle. Ma mi stavo domandando come potesse ora toccare a me e salire le scale. Forse Linda mi avrebbe abbandonato lì e in realtà io per tutto il viaggio servivo solo per quello.

-Ce l'hai fatta!- urlai felice, ma provavo sempre a non allontanarmi da quel tasto che stavo premendo e quasi sembrava che la mia gamba fosse atrofizzata.

-No, noi ce l'abbiamo fatta Daniel!- urlò Linda -ora resta lì e non ti muovere!

Pensavo che la mia teoria era giusta e che dovevo restare in quella stanza mentre lei andava avanti, recuperava la pietra e magari fermare l'eclissi di cui tanto parlava.

La vidi abbassarsi con le ginocchia atterra sentendo un forte click, come se qualcosa avesse bloccato gli grandi ingranaggi di pietra sopra le nostre teste che riuscivo a vedere da quel soffitto che si era aperto.

-Adesso puoi lasciare il piede su quel piccolo tasto e venire anche tu qui.

Con molta paura lasciai quel tasto, insicuro di quello che poteva succedere e vidi che quelle scale erano ancora lì, ma Linda era ancora sulle ginocchia a terra, dall'altro lato in cui io dovevo arrivare e mi fissava.

Annuii, ma per convincere me stesso che potevo farcela. Mi avvicinai alle scale e misi il primo piede su quelle scale e senti che scricchiolavano sotto i miei piedi, non sapevo esattamente quanto potevano essere resistenti. Guardai sotto di me e vidi quegli spuntoni aguzzi che erano sotto quelle scale.

-Il segreto è non guardare giù- sentii Linda, ma in realtà ero così spaventato che quelle parole sfuggirono con molta velocità.

Portai il secondo piede e la paura diventava sempre più forte che presto quei pezzi di legno potevano spaccarsi e cadere giù.

Chiusi gli occhi e provai a respirare profondamente per mantenere la calma. Li riaprii e alzai la testa e vidi Linda che continuava a fissarmi con intensità, chissà a cosa stava pensando. Portai lo sguardo sui miei piedi e iniziai ad alzare l'altra gamba mettendo il piede sullo scalino successivo, continuai a salirle ma mantenendo lo stesso ritmo lento. Capivo esattamente perché Linda stava andando così piano quando era stata lei a salire.

Improvvisamente sentii uno degli scalini cigolare più degli altri e molto velocemente portai entrambi i piedi sull'altro, ma fu davvero un azzardo perché con il mio peso lo scalino sui cui ero atterrato si ruppe. Chiusi gli occhi d'istinto per non guardare la mia morte, ma sentii qualcosa affermi la maglia. Riaprii gli occhi con terrore e vidi che ero fermo a mezz'aria. Linda mi aveva afferrato e le scale stavano lentamente risalendo per qualche strana ragione. Iniziai a mettermi a gattoni e correre più veloce che potevo mentre Linda mi tirava verso di lei. Mi ritrovai sul pavimento fermo, proprio sull'altro piano. Le scale stavano iniziando a salire e scomparire in quel buco che si stava richiudendo.

Guardai Linda terrorizzata e lo sembrava anche lei.

-Cosa è successo?- chiesi con la voce tremante.

Lo sguardo di Linda si fermò sul pavimento sotto di noi e vidi un altro tasto questa volta quadrato e un po' più grande.

-Ero ferma su quel pulsante ma appena ho visto la scalinata rompersi, l'ho dovuto lasciare per afferrati- rispose con l'affanno.

-Gra...grazie per avermi salvato la vita.

Linda si alzò e lo feci anche io.

-Sarà meglio proseguire.

La porta davanti a noi, iniziò anch'essa a tremare e si aprì davanti a noi rivelando un altro corridoio e stretto, ma si riusciva già a vedere la prossima porta che dovevamo attraversare per entrare nella successiva prova.

Unknown StoneOnde histórias criam vida. Descubra agora