Dopo qualche altra oretta di viaggio passata in silenzio, eravamo finalmente arrivati. Vidi una piccola insegna di legno con su scritto il nome della nostra destinazione: Peto. Linda rallentò e camminammo passo d'uomo per un po', per via del traffico intenso.

Provai a guardare quel posto che sembrava piccolissimo, nonostante non fosse così. Linda svoltò l'auto a destra e intorno a noi non c'erano più alberi ma una strada affiancata da diversi edifici.

-Questa è Peto?- chiesi guardando degli edifici colorati con colori accesi.

-E bene sì!- rispose Linda.

Era strano come una città in cui camminavano auto e moto, era circondata da del verde, da fiori colorati e alberi che cercavano di coprire alcuni punti della strada facendo ombra con le loro foglie. In città solitamente, come la mia o le metropoli, erano i palazzi immensi a coprire le strade dai raggi del sole. Erano davvero pochissimi gli alberi e se in un semplice parco potevamo considerarsi immersi nella natura, allora chiunque doveva ricredersi vedendo questa città.

Linda continuò ad attraversare quella strada in cui l'asfalto diventava sempre più rovinato e le case sembravano diverse da quelle che avevamo incrociato all'entrata. Eravamo sicuramente entrati in un quartiere dove c'era la povertà e poco turismo, nonostante si intravedeva qualche straniero che non era del posto. Più l'auto andava avanti e più quelle case aumentavano.

-Dan, qui c'è abbastanza turismo, ma come puoi vedere c'è una bella fetta della città che viene quasi abbandonata.

-Capisco- dissi continuando a guardare ogni dettaglio che ci circondava -le solite città che sfruttano solo una parte della loro bellezza.

-Esatto- rispose Linda rallentando di nuovo e parcheggiando in doppia fila davanti ad un locale in legno e il suo tetto aveva delle foglie secche di un albero di palma come effetto da design.

-Mangiamo un boccone, ci laviamo e continuiamo il viaggio- rispose mettendo il freno a mano -teniamo comunque gli occhi aperti.

Annuii e iniziai a sentire lo stomaco brontolare appena Linda suggerì di mettere qualcosa sotto i denti.

Scesi dall'auto insieme a Linda e ci avvicinammo verso il locale, in cui alcuni grandi alberi coprivano il grande spazio verde sotto i nostri piedi. Vidi alcuni turisti stesi a leggere un libro o parlare tra di loro. Cosa avrei dato per fare lo stesso bevendo una birra ghiacciata sotto un albero e rilassarmi un po'.

Mi ripromisi che sarei di certo tornato come turista, magari con Kyle, se fossi sopravvissuto a questo viaggio.

Al pensiero del mio migliore amico mi ricordai dell'ultimo messaggio che gli avevo mandato, dicendogli che stavamo bene. Non era affatto così. Non stavo bene, ma stavo provando ad adattarmi. Ma prima o poi avrei dovuto chiamarlo.

Linda entrò nel locale, io la seguii senza dire una parola. Parlò in spagnolo con un nuovo e subito dopo ci indicò un piccolo tavolo a due posti accanto ad una finestra.

Nonostante facesse caldo, dalla finestra usciva una leggera brezza fresca seguita dal suono dei rami e delle foglie che si muovevano ad ogni filo di vento. Il locale era un posto accogliente, sembrava molto un bar, in cui qualche messicano dopo il turno di lavoro si sedeva al bancone per chiedere qualche birra e giocare a freccette con gli amici. Ma c'erano anche dei turisti che erano lì per la colazione, proprio come noi, mi faceva pensare che c'era qualche cucina nascosta tra qualche porta del locale. Presi il menù sul tavolo e provai a capirci qualcosa, ma ogni linea su quel foglio di carta era scritta in spagnolo. Lasciai il menù sul tavolo rinunciandoci. Quindi continuai a guardarmi intorno. Alla destra dell'entrata c'era un piano bar con appesi sul soffitto strani pappagalli rossi di carte e di fronte c'erano diversi tavoli disposti in fila indiana, alcuni vuoti, altri in cui erano seduti dei messicani o turisti. Tra questi sembrava di vedere degli inglesi. Potevo capirlo dal loro accento. Molti beavano boccali o bottiglie di birra, altri mangiavano qualcosa guardando il telefono e si fermavano a bere una tazza di tè o di caffè senza mai staccare lo sguardo dallo schermo dell'apparecchio elettronico, altri invece sfogliavano una rivista chiedendomi se davvero capissero qualcosa.

Unknown StoneWhere stories live. Discover now