Apri gli occhi e mi ritrovai nella stessa stanza prima che facessi quello strano sogno. Mi sentivo così idiota ad aver parlato con un me stesso plasmato con l'acqua della fontana di Trafalgar Square. Mi alzai, restando seduto sul pavimento portandomi una mano sui capelli e guardai intorno. Pensai che forse era stata l'acqua da quel brutto sapore a farmi fare un viaggio soprannaturale. Però speravo che non ci fosse qualche tipo di droga all'interno.

Guardai vicino ai miei piedi e vidi che Linda era ancora stesa sul pavimento con gli occhi chiusi. Mi lanciai su di lei e la prima cosa che feci, fu mettere la mano sul collo per capire se il suo cuore stava battendo. Fortunatamente era ancora viva. Forse era ancora in quello strano viaggio che avevo vissuto anche io. Iniziai a scuoterla leggermente provando a chiamarla pronunciando il suo nome. Iniziai ad agitarmi quando vidi i suoi occhi ancora chiusi.

-Linda?- la chiamai con la voce tremante -Linda, ti prego? Non posso continuare questo viaggio senza di te...

Quelle mie parole forse avevano avuto qualche effetto su di lei, infatti, i suoi occhi iniziarono a muoversi e quando li riaprì rividi i suoi bellissimi occhi azzurri come il giacchio.

-Dan?- aveva una voce rauca, come se si fosse appena svegliata da un sonno profondo.

-Stai bene? Mi hai fatto spaventare...- dissi tirando un sospiro di sollievo.

-Sto bene...- rispose con un filo di voce.

Si alzò mettendosi seduta e si guardò intorno.

-Cosa è succeso?- domandai -anche tu hai fatto quello strano sogno in cui eri a Trafalgar Square?

-Cosa?- chiesi confusa -no, io ero nella mia stanza dell'università e ho dovuto combattere contro me stessa che è uscita da uno specchio- si portò una mano sulla fronte chiudendo gli occhi -peggio di un film horror.

-Perché combattere? Io ho dovuto solo parlare.

Linda si tolse la mano dal viso e mi guardò accigliata.

-Sai, Daniel... Non tutti hanno un animo pacifico come il tuo- si alzò e iniziò a spazzolarsi con la mano le gambe.

-Che significa?

-Che io e te siamo diversi. Proprio per questo credo che sia riuscita a sopravvivere in questo viaggio. Tu completi quella parte pacifica e razionale che io non ho.

-Gra...grazie- risposi sentendo le mie guance bruciare per la vergogna -è un complimento, vero?

-Sì, è un complimento.

Mi alzai e la guardai dritta negli occhi, sentendo ancora le mie guance bruciare per ciò che aveva detto.

-Non capisco una cosa, perché hai fatto quel sogno strano?

-Odiavo la mia università, è stato proprio in quel periodo che ho iniziato a odiare le persone.

-Sembra una bella rivelazione- dissi ironicamente mostrando un piccolo sorrisetto -anche io mi sono trovato in un luogo un po' particolare. Uno posto che ho odiato per un breve periodo di tempo. Ho anche dovuto parlare con uno strano me fatto totalmente d'acqua- pensai ad alta voce -era un po' come con il mio inconscio.

Linda annuì.

-Credo fosse così. E' ciò che probabilmente voleva la prova.

-La conclusione era accettare noi stessi?

-Credo di sì- rispose -sarà meglio andare avanti.

Entrambi ci avvicinammo verso la porta davanti a noi e iniziò a comparire uno strano simbolo. Prima un quadrato blu e subito dopo, sopra quel disegno geometrico, comparve il muso di un altro animale. Sembrava spaventoso da come ci guardava con quegli occhi neri. Sembravano vuoti e pieni di rabbia.

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