Ero davanti alla porta del mio appartamento. La porta principale che non abbiamo mai usato a parte nei casi in cui volevano andare nel terrazzo del palazzo, ma capitava raramente. Usavamo soprattutto quella piccola porta in legno in cui c'erano quelle scale buie e strette che portavano nel negozio di Kyle. Portai la mano alla porta e iniziai a bussare con intensità, come se fosse successo qualcosa e avessi fretta di entrare; infatti, sentivo un forte peso sul petto. Ma improvvisamente qualcosa cambiò, come se fossi in qualche scena di un film e non vedevo tutto da una prospettiva in prima persona. Vedevo le spalle di un uomo dai capelli ben curati e portati all'indietro con un gel, che se ci fosse stato un piccolo fascio di luce avrebbe illuminato l'intero piano. La porta fu aperta e davanti a quell'uomo misterioso c'era Kyle. Guardava l'uomo alzando un sopracciglio.

-Chi sei?

-Sono Will, devo darti una notizia. Posso entrare?

-Non sono il tipo di persona che fa entrare gli sconosciuti in casa mia; quindi, se deve dirmi qualcosa può farlo qui. E se è interessato alle tangenti può anche andarsene a quel paese e sono pronto a chiamare la polizia.

-No, no... Ha frainteso. Sono qui per parlare del tuo amico Dan.

-Come lo conosce? Lui non è qui, ma in viaggio. Non lo sento da un po' e...

Dopo quelle parole un senso di colpa mi strinse forte lo stomaco. Era vero, non mi facevo sentire da tempo e dopo quell'ultimo messaggio inviato chissà quando, neanche lo ricordo più, non avevo più acceso il telefono. Ma erano successe molte cose e non volevo farlo preoccupare, ma una sensazione mi diceva che in quel momento stava per succedere qualcosa e non era niente di buono.

-Lo so, che Dan è in viaggio. Sono stato io a chiedergli di andare in Messico. Sono William Farquarson.

Allungò il braccio verso il mio migliore amico, Kyle guardò quella mano ben curata e affusolata, alzò lo sguardo per tornare a guardare l'uomo davanti a lui.

-Perché sento che c'è una brutta notizia che devo aspettarmi...- la voce di Kyle fu spezzata in gola -non mi dica che...

Kyle non riuscì a terminare la frase e sentivo il mio cuore battere con forza nel petto. Sentivo bene quel tun-tun che diventava sempre più forte ad ogni secondo che passava mentre Will ancora non apriva la sua bocca per dare la notizia.

-Mi dispiace!

Udì un urlo. Kyle era fermo sulla soglia della porta e successivamente un altro. Una luce intensa mi colpì gli occhi e iniziai a boccheggiare per riprendere fiato.

La luce davanti a me era così forte che non riuscivo ad aprire gli occhi. Era come se mi ritrovassi ora in qualche altro posto. Appena riuscii lentamente ad aprirli, iniziai a mettere a fuoco e davanti a me c'era qualcosa che si era posizionato davanti. Ci misi un po' per capire che c'era qualcosa con una maglia nera.

Alzai lo sguardo e vidi lo stesso uomo che avevo visto nel tempio, basso e ben piazzato con qualche ciuffo che gli cadeva sul viso per guardarmi.

-Ora che si sono svegliati cosa facciamo capo?- domandò qualcuno dietro di me.

-Sputarti in faccia!- urlò qualcuno dietro le mie spalle, era una voce femminile e capii subito da quei toni duri e rozzi, ma usciti da una voce dolce, che si trattava di Linda.

Provai a muovermi, per alzarmi da qualcosa di duro che aveva iniziato a farmi male la schiena, ma ero come se una strana forza mi teneva incollato. Capii che le mie braccia erano legate dietro la mia schiena e a sua volta erano legate ad uno schienale di una sedia di legno abbastanza scomoda. Provai a muovere i miei piedi e anche quelli erano legati.

Unknown StoneWhere stories live. Discover now