Tornai in negozio pensando ancora a ciò che Linda mi aveva raccontato. Ero così immerso in quei pensieri che erano un misto di indecisione e domande che continuavo a pormi su quello strano viaggio e quella strana profezia che ancora m sembrava assurda. Ero ancora scettico su ciò che doveva accadere, facevo fatica a credere alla storia della fine del mondo.

Kyle mi stava proprio accanto, mi stava chiamando più volte, ma quei pensieri mi tenevano occupato, mi ripresi solo quando portò la sua mano sulla mia spalla. Mi voltai verso di lui spaventato per quel gesto.

-Sei uscito fuori a parlare con quella ragazza?- chiese.

-Sì, come fai a saperlo?

-Da giorni non fai altro che pensare a quella ragazza e a ciò che ti ha detto di fare.

Ero grato che stava parlando indirettamente di quell'avventura, senza andare troppo nel dettaglio, in quel luogo pubblico in cui chiunque poteva ascoltarci, ed era l'ultima cosa che Linda mi aveva detto di fare.

-Mi ha solo raccontato delle cose.

-Immaginavo. Vedo quanto questa storia ti sta stressando. Ti svegli presto la mattina e vai per la città quando ancora non c'è nessuno per le strade.

-Ma questo lo facevo anche prima- risposi prendendo una scatola di cartone per spostarmi in un altro scaffale.

Kyle mi seguì e odio ammetterlo ma la cosa non mi faceva per nulla piacere. Aveva ragione, quella storia del Messico aveva solo amplificato la mia insonnia, ma non volevo ammetterlo e soprattutto volevo restare un po' solo con i miei pensieri in quel momento e Kyle non mi stava aiutando.

-Ok, hai ragione, lo facevi anche prima ma adesso la cosa sembra peggiorata!

-Sto bene Kyle, mi fa piacere che ti preoccupi per me, ma voglio solo...

-Lo so, vuoi capire su cosa fare- disse interrompendomi.

-Non è questo!- continuai -ho preso la decisione, andrò con lei in Messico.

Non ero ancora sicuro di quella scelta, ma non volevo tirarmi indietro, volevo vedere quella storia fin dove si sarebbe spinta, ma soprattutto avevo già dato la mia risposta a Linda anche se non era stato un diretto.

Dopo quelle mie parole Kyle non disse altro, restò a fissarmi per un po', io provai ad ignorarlo continuando a mettere i pacchi di biscotti nell'ordine giusto, nonostante sentivo lo sguardo del mio migliore amico fisso su di me.

Sapevo benissimo a cosa stesse pensando, lo conoscevo, probabilmente per lui non andava bene la scelta fatta.

-Va bene! D'accordo!- disse alzando le braccia al cielo dopo qualche attimo di silenzio, in cui a coprire i nostri pensieri c'era la musica alla radio.

Si allontanò, senza dire altro, e con la coda dell'occhio seguii i suoi passi. Tornò alla cassa, riportò il computer sulle sue gambe per riprendere a lavorare.

Non so esattamente per quanto tempo restai con le spalle alzate, il pacco di biscotti tra le mani che aspettava di essere messo accanto agli altri e il mio sguardo fisso su Kyle. Era preoccupato per me, glielo avevo letto negli occhi, come me sentiva che c'era ancora qualcosa che non andava in tutta quella storia, ma non era il viaggio o l'avventura che mi preoccupavano in quel momento, ma ciò che dovevo dire al mio capo.

Non era stato affatto semplice, non sapevo come poteva reagire all'idea di chiedere quasi quattro mesi di vacanza. Solitamente ha un carattere forte e prepotente, non accetta questo tipo di richieste e finisce sempre con l'urlarti contro e per ripicca assegnarti almeno tre articoli da consegnare sulla sua scrivania in pochi giorni. C'era anche altro che mi preoccupava. Doveva essere una scusa valida per chiedere così tanti giorni.

Unknown StoneWhere stories live. Discover now