𝟕. 𝐂𝐀𝐒𝐀 𝐖𝐀𝐘𝐍𝐄

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Amber era salita in macchina a fatica, poiché il sedile era situato molto in basso, sembrava quasi di essere seduti sull'asfalto.
Poi aveva aspettato Dick che le aveva detto di dover recuperare una cosa dalla macchina di Bruce, e infine erano partiti per una destinazione a lei sconosciuta.

«Come te la sei fatta?» le chiese il ragazzo, mantenendo lo sguardo fisso sulla strada buia e le mani salde sul volante di pelle nero.

Amber sussultò appena a quella domanda, non che non se l'aspettasse, «Sono caduta» disse rapidamente, evitando di guardarlo, «In casa, avevo un coltello in mano... sono inciampata e mi sono fatta male» specificò pensando di essere così più credibile.

«Hm, e perché non vuoi che i tuoi lo sappiano?» domandò ancora lui.

«Te l'ho detto» ripeté Amber, pacata, «Non voglio si preoccupino per nulla, tu... tu non li conosci» scosse la testa, riprendendo poi a guardare distrattamente fuori dal finestrino.
Una volta avrebbe guardato le vetrine illuminate dei negozi, le persone... ma quella sera il suo sguardo finiva tra i vicoli bui e i tetti delle case, in cerca della sua figura.

Il tragitto durò non più di venti minuti, venti minuti in cui l'unico suono udibile fu quello del rombo del motore che sfrecciava per le strade di Gotham.
La tensione in quel piccolo abitacolo era divenuta quasi palpabile, infondo neanche si conoscevano, e la situazione era alquanto strana.
In realtà Dick sapeva tutto, o almeno sapeva il modo in cui se l'era procurata quella ferita, ma non poteva di certo dirglielo, e inoltre voleva scoprire se c'era un motivo preciso per il quale lei era finita in quel luogo.
Aveva visto che qualcosa in quei quartieri si stava muovendo, un nuovo tipo di "attività", ma aveva ancora poche informazioni a riguardo, e ogni cosa poteva tornargli utile.
All'inizio aveva pensato si trattasse di qualcosa di poco conto, visto anche lo scarso interesse di Bruce, ma quella notte aveva sentito un nome, un nome che non lo aveva lasciato indifferente, un nome importante, e che portava solo guai, di quelli grossi.

L'immensa tenuta Wayne s'incominciò a intravedere già diversi chilometri prima dell'arrivo, e Amber rimase stupefatta dalla sua grandezza e dal suo stile cupo e antico.
Aveva quasi l'aria di un castello.
«Ma siamo a casa tua» constatò lei.
Nessuno all'infuori di Bruce poteva avere una simile dimora, e poi una volta la casa era apparsa in una rivista magazine che sua madre comprava mensilmente.
Aggrottò la fronte e fissò il ragazzo in attesa di spiegazioni, che però non arrivarono.

«Di Bruce, per l'esattezza» ci tenne a precisare lui.

Parcheggiò l'auto davanti l'ingresso del portone, in uno spazio ampio e pavimentato, al cui centro vi era una fontana in marmo alta e circolare, e spense il motore.
Scese dalla macchina, portandosi dietro una valigetta nera e rigida, e invitò Amber a seguirlo, ma quando si voltò per vedere dove lei fosse, visto che non aveva né sentito la portiera richiudersi, né i suoi passi dietro di lui, comprese il motivo.
Sul viso di Amber vi era una smorfia di dolore misto alla fatica dello sforzo che stava facendo per alzarsi dal sedile di quell'auto.
Dick non si era preoccupato di aiutarla, perché non pensava le facesse tanto male, sembrava stare bene, ma evidentemente, non era così.

Le andò incontro, e l'aiutò a mettersi in piedi, «Ti fa male?» le chiese.

«No, non fa male, o almeno non tantissimo, ma pizzica, sento come delle forti scosse ogni tanto» provò a spiegare.

«Riesci a camminare?» chiese ancora lui, e Amber annuì in maniera vigorosa.

«Sì, certo.»

L'ingresso dava su un immenso atrio dalle pareti blu scuro, dove vi erano applique rettangolari e attaccate alle pareti che illuminavano diversi angoli della casa, creando nell'insieme una luce accogliente, calda e soffusa.
Anche il pavimento era scuro, un parquet dai toni freddi, sul quale poggiavano eleganti mobili in stile barocco moderno, anch'essi sui toni del blu scuro, e del grigio.
Un pianoforte a coda nero e lucido era situato poco più avanti, dietro un angolo, al centro di uno spazio circondato da alti scaffali contenenti centinaia di libri.
Ancora più avanti, e dietro una parete vi erano le scale che conducevano ai piani superiori della casa.

𝐍𝐢𝐠𝐡𝐭𝐰𝐢𝐧𝐠Where stories live. Discover now