Capitolo Quarantotto. Living in Deep Regret.

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Sedevo con Lena, le stavo leggendo uno dei libri preferiti di Günther in salotto mentre Tom e Gün giocavano insieme. La bambina continuava a toccare le pagine, ed indicava i disegni più colorati, facendomi ridacchiare. Era la bimba più dolce di sempre, e nonostante era ancora così piccola continuavo a stringerla a me e le baciavo la testa come facevo quando era piccolissima.

Qualche minuto più tardi finimmo di leggere, e la bambina era pronta per andare a dormire. La presi in braccio con facilità e la portai al piano superiore lasciandola a letto.

Quando tornai al piano inferiore, vidi Günther e Tom seduti a guardare un programma sportivo in televisione. A Tom non interessava molto, quindi quando inarcai un sopracciglio nella direzione dei due, l'uomo mi fece spallucce.

Sorrisi e mi girai su me stessa, diretta in cucina. Stranamente bramava un bicchierone di latte e biscotti, che fu esattamente ciò che consumai.

Nel consumare il mio snack estrassi il mio telefono e controllai le email. Io e Dasha restavamo a contatto, ma con i bambini era difficile vederci spesso. Aveva scritto un altro libro, ma io ero troppo impegnata con il negozio per aiutarla, quindi mi aveva mandato alcune sue idee in modo che le dessi una mano con la trama—anche i libri per bambini dovevano avere delle ottime trame!

Dasha voleva scrivere del compleanno di Günther—del personaggio.

"Non essere scontroso!" gli sorrisi, "tutti vogliono festeggiare il proprio compleanno!"

Tom scosse il capo ed alzò le mani.

"No, no. Ho detto che non voglio festeggiare–con te".

Chiusi gli occhi quando sentii uno strano dolore alla tempia. Presi un respiro profondo e mesi una mano sulla pancia, e un paio di secondi più tardi riaprii gli occhi e ripresi a leggere la breve email di Dasha.

"Guardiamoci in faccia, avresti dovuto sposare quel bastardo" rimasi a bocca aperta. "Almeno sarebbe stato più facile per me".

Sbattei le palpebre. Si trattava ovviamente del ricordo che avevo detto a Tom di aver recuperato. Mi tornò in mente la litigata, ed improvvisamente anche le grida ed il guardare Tom negli occhi senza riconoscere la persona di fronte a me.

"Vorrei non averti mai incontrata".

La mia mano si allontanò immediatamente dal pancione e mi vennero le vertigini. Avevo avanzato un po' di latte ma non riuscii a finirlo. Riposi i biscotti e risciacquai il bicchiere prima di salire.

Alzammo lo sguardo sulle scale dove trovammo Günther che stringeva il suo orsacchiotto di peluche ed i capelli già spettinati poiché dormiva da un paio d'ore.

"Torna a dormire, amore" dissi nascondendo il mio volto ai suoi occhi.

"Si amico...torna a dormire" disse Tom.

"Mammina è triste?" domandò, e dovetti voltarmi di schiena perché non riuscivo a smettere di piangere.

"No..."

Sentii le lacrime formarsi nel petto, e mi venne un brivido lungo la schiena. Ecco perché era così preoccupato...era stato più che cattivo con me. Chiusi gli occhi quando mi trovai in cima alle scale, mi ricordavo tutto, era come se stessi guardando un film a rallentatore.

Chiusi gli occhi per un secondo, le mie guance erano fradice e non aveva senso asciugarle. Aveva un'altra? Qualcuno con una vita più semplice della nostra? Qualcuno che preferiva a me...a noi?

Successe tutto troppo velocemente.

La strada era scivolosa ed io andavo forte.

Le gomme produssero uno strano rumore, e poi non sapevo dove l'auto stesse andando.

3. Can You Hear Me Calling? |ITA|Where stories live. Discover now