Capitolo Ventinove. Verso Il Paradiso.

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In Chiesa erano tutti seduti, e mi diressi verso una stanza, mentre Matt si trovava in una simile. Attesi che arrivassero i miei amici, papà fu il primo a raggiungermi, con le bambine e sua moglie.

"JO!" esclamò Lily quando la presi dalle braccia di Ulrike e la feci accomodare sulle mie ginocchia. "Schön Jo" disse e mi mandò un bacio. Jazz si sedette accanto e me, indossava il suo vestitino rosa chiaro, e la sua treccia era posizionata sulla sua spalla.

"Come state voi due?" sorrisi alle mie sorelline.

"Bene, ma siamo tristi perché papà sa che non sposerai Tom. Potrei dartelo, sai? Mi piace più Georg" spiegò Jazz, il che mi fece sorridere con occhi lucidi mentre papà osservava. Era chiaro che sarebbe stata una rubacuori, ed avrebbe fatto tribolare molto papà in futuro.

"Grazie Jazz, gentile da parte tua!" le diedi un bacio sulla testa e feci lo stesso con Lily. "Ma non si tratta di quello, un giorno capirai".

"Ma quando? Domani?" ridacchiai ed annuii. All'esterno c'era molta confusione, e quando si aprì la porta Tom entrò. Sbattei le palpebre, Tom si trovava accanto alla porta con dei fiori in mano. Era scomparso tutta la mattina perché gli avevo chiesto di andare a prenderli. Sembrava serio e non disse niente, si limitò a fissarmi.

"Ci vediamo fuori..." disse papà, e tutti gli altri uscirono.

"Non è il mio stile, ma..." abbassai lo sguardo, il vestito era stato fatto apposta per me, ma non era qualcosa che avrei comprato in un negozio; era qualcosa che l'amica di Matt aveva insisto di fare per me.

"Stai...bene" disse finalmente, il suo tono era brusco. "Ti ho portato dei fiori" disse, e poi si diresse verso di me.

"Grazie". Gli sorrise quando mi porse i fiori. Avrei desiderato dicesse qualcosa, qualsiasi cosa per farmi andare via da lì, ma annuì e fece spallucce prima di ritornare alla porta.

"Buona fortuna" disse prima di uscire.

In pochi minuti papà mi accompagnò lungo la navata, e dopo aver espresso i miei voti sposai Matt. Mi sentii il cuore affondare nel petto quando lui si avvicinò per baciarmi. Sorrisi al meglio che riuscii e lo baciai in risposta, ma gli occhi azzurri non erano per me.

Ci voltammo rivolgendoci ai nostri ospiti, una lista senza fine di amici e parenti. Mi guardai attorno fino a quando vidi i miei quattro migliori amici, ma ne vidi solamente tre di loro.

Era un errore e lo sapevo, ma era meglio così; Tom aveva cercato di convincermi a non farlo, ma io continuavo a pensare che c'era un motivo per il quale mi aveva lasciata sola quella mattina dopo il matrimonio di mia madre. Di tutte le promesse che aveva fatto non era stato in grado di mantenerne una...e sapevo che aveva ragione quando aveva detto che avrebbe continuato a farmi del male.

Lui non c'era, quindi non aveva importanza quando io e Matt uscimmo dalla Chiesa e salimmo in macchina, salutando e sorridendo agli ospiti. Jazz si accigliò quando Matt le toccò la testa, sapevo che voleva che stessi con Tom, lui piaceva a tutto e lo sapevo...ma non c'era niente da fare.

La festa fu enorme, il salone era un luogo enorme, ora adornato da tavoli e popolato da centinaia di persone, mentre se fosse stato il matrimonio che desideravo io sarebbe stato qualcosa di più contenuto e privato, sarebbero stati presenti solamente amici e parenti, forse saremmo stati in molti meno di cento.

Salutai i miei amici quando li vidi, ma non potei parlare molto con loro; dovetti seguire Matt e salutare tutti quanti, ringraziarli per essere venuti e scherzare con alcuni suoi amici. Alla fine della serata ero stanca e volevo andare a letto, fummo gli ultimi ad andarsene dalla festa, e quando arrivammo all'appartamento di Matt—ed anche mio—lui aveva altri programmi. Non gli avrei detto di noi, gli dissi che ero un po' stanca e che il giorno dopo avremmo dovuto prendere l'aereo per l'Australia per la nostra luna di miele.

3. Can You Hear Me Calling? |ITA|Where stories live. Discover now