Capitolo Diciassette. Quest'estate.

179 6 0
                                    

Jo

Tom leggeva per Günther, quindi io portai Lena nella culla. La lasciai giocare per qualche momento con il suo orsetto di peluche prima di rimboccarle le coperte; la bambina si addormentò velocemente, e quando lo fece mi voltai verso Lily.

Mio sorella era già a letto, ci si era messa da sola, ed era rivolta verso il soffitto. L'unica fonte di luce nella stanza proveniva dal comodino, e mi sedetti sul suo letto per cercare di capire a cosa stesse pensando.

"Ehi, tu" dissi quando le spostai una ciocca di capelli dal viso.

"Ehi" rispose lei a bassa voce.

"Sei stanca?" le domandai, e le vidi annuire. Aveva giocato a calcio con Günther tutto il pomeriggio. "Ma sei ancora sveglia!" le portai le coperte al mento e sorrise, voltandosi per guardarmi in faccia.

"Perché Maura è la tua mamma e non la mia?" sussurrò.

Presi un respiro profondo prima di sistemarle i capelli con una mano.

"Pensavo lo sapessi già" risposi, e lei annuì.

"Lo so...solo non capisco" ammise, e questa volta fui io ad annuire.

Le spiegai cercando di restare calma e non farle capire che ritenevo che i miei genitori avessero preso una pessima decisione a divorziare, aveva solo dieci anni e non mi aspettavo che comprendesse nella totalità come funzionavano le cose fra genitori. Mi limitai quindi a raccontarle di come nostro padre era sposato con mia mamma e mi avevano avuta prima di separarsi, quando papà aveva incontrato sua mamma ed insieme avevano avuto lei e Jazz. Era una spiegazione semplice che lei comprese, evitai quindi tutti i dettagli dolorosi, il che le sembrò dare un senso di calma. Sospirò guardandomi negli occhi.

"Vorrei che Maura fosse la mia mamma" confessò in un sussurro. Le sorrisi.

"Lo è, Lily, è lei che ti ha cresciuta...ti vuole bene...credimi: lei è la tua mamma. Puoi chiamarla mamma" Lily mise il broncio.

"No, Ulrike è mia mamma" disse. "Maura è la tua".

Scossi il capo.

"Entrambe si meritano di essere definite tali, per ragioni diverse...ma se lo meritano" le spiegai. "Tra l'altro...sappiamo entrambe che sta impazzendo senza di te".

Sorrise e ridacchiò al pensiero.

"Sì, dev'essere così!" annuii. "Buonanotte Jo".

"Buonanotte Lily".

Mi assicurai di aver sistemato le coperte a mia sorella prima di darle un bacio sulla guancia ed uscire dalla stanza delle bambine chiudendo la porta dietro di me.

Non riuscii a trattenermi dal dirigermi in punta di piedi verso la camera di Günther, stava dormendo con un orsetto di peluche accanto. Sembrava in pace come al solito. Mi aggirai nella sua stanza a face ciò che Tom non faceva mai, ovvero raccogliere i giocattoli che il bambino aveva lasciato in giro, poi sorrisi quando mi sedetti sul letto accanto a Günther e gli sistemai le coperte. Le avvicinai al suo naso in modo che potesse odorare il profumo delle sue lenzuola di Winnie The Pooh lavate di fresco. Non si mosse, quindi gli diedi un bacio sulla fronte il più delicatamente possibile prima di alzarmi in piedi ed uscire dalla sua stanza.

Quando entrai nella nostra camera da letto trovai Tom al computer con la televisione accesa. Chiusi la porta dietro di me e sospirai, era stata una lunga giornata e quella successiva non sarebbe stata diversa.

La mia piccola attività stava iniziando a prendere forma, e sia io che Angie ne eravamo entusiasta. L'indomani avrei avuto un piccolo servizio fotografico, e poiché Günther non riusciva a staccarsi dalla chitarra avrei fatto in modo che lui e Tom trascorressero una 'giornata fra ragazzi' o qualcosa del genere mentre io avrei portato con me e Lily e Lena al servizio fotografico, ovviamente con l'aiuto di una ragazza che avevo assunto come mia assistente.

3. Can You Hear Me Calling? |ITA|Where stories live. Discover now