Capitolo Ventitré. Con Ogni Parola.

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Io e Tom trascorremmo un brutto paio di giorni, la mi caviglia mi faceva ancora male, ma riuscii a fare i servizi fotografici. Posai solamente per le foto che sarebbero state pubblicate sul sito, mentre un'altra coppia di modelli fece il resto.

Io ed Angie decidemmo di restare sul set durante il servizio fotografico, l'avere Matt lì non mi rendeva più facile smettere di pensare a Tom.

Litigavamo al mattino, alla sera dormivo in un letto vuoto, e lui usciva con i suoi amici quasi ogni sera.

Ritornai a casa con Günther l'ultimo giorno del servizio fotografico, a Günther piaceva molto assistere a ciò che faceva Matt con la macchina fotografica. Tutti gli aspetti del servizio fotografico lo attraevano particolarmente, e nonostante non sapessi se Matt era bravo con i bambini, prese a spiegargli ciò che stava facendo, e mentre io davo indicazioni ai modelli, Gün riceveva la propria lezione privata di fotografia dal migliore del campo. Era divertente guardarlo, ero sempre stupefatta dall'aver dato la luce a quel bambino...era così intelligente!

Uscimmo dallo Studio nel bel mezzo di un pomeriggio freddo e piovoso, e ci dirigemmo al salone dove lavorava Allison per far tagliare i capelli a Günther. Il salone era grande, ed ogni postazione era completa di uno specchio illuminato dalle luci a led, mentre le sedie erano argentee e dai cuscini neri. La zona d'attesa si componeva invece da un tavolino da caffè ed un paio di divani neri.

Assistetti al taglio di capelli provando emozioni miste. Era come salutare il mio bimbo di cinque anni e dare il benvenuto ad uno nuovo di sei anni, che assomigliava più ad un bimbo e meno ad una bimba. Günther non riuscì a contenere la propria emozione quando Allison gli mostrò la coda di cavallo dei capelli biondo cenere che gli aveva tagliato.

"Potremmo tenerla e donarla, sai?" disse Allison. "Molti clienti l'hanno fatto" aggiunse.

"Davvero?" arricciai il naso e lei annuì.

"Se i capelli sono in buone condizioni li mandiamo ad organizzazioni che realizzano parrucche per i bambini con il cancro" spiegò. "Tutto ciò che devi fare è lasciarmela" annuii e Günther s'accigliò.

"Che cos'è il cancro?"

Fui io ad accigliarmi, ed Allison si scusò in silenzio prima di spingermi via e posare le mani sulle spalle del bambino.

"È come un brutto raffreddore" congedò la sua domanda posando il mento sulla spalla di Gün e guardando il suo riflesso allo specchio. "A che stile pensavi?"

Gün sorrise ampliamente.

"Onkel Georg!" Allison si voltò verso di me.

"Fa sul serio?" annuii e feci spallucce. "Okay, ma sono molto corti..." sottolineò, e Gün si coprì gli occhi.

Udimmo la sua voce dire, "fallo e basta, zietta!"

Il nuovo taglio di capelli di Günther fu argomento di conversazione a cena, Tom lo fissò chiedendogli se fosse veramente ciò che voleva, e Günther assicurò che era così.

"Adesso posso farmi da solo i capelli!" esclamò con l'involtino primavera in mano. "La zietta Allison mi ha insegnato a farlo!"

"Non fargli vedere adesso, tesoro!" gli dissi quando notai che stava per posare il cibo e toccarsi i capelli.

Sedevo di lato e stavo dando da mangiare a Lena sul seggiolone. Le piaceva solo il riso dal menù di quella sera. Nemmeno il pollo, ma io ne avevo mangiato molto quando ero incinta di lei...forse era solo una coincidenza.

"Allora, la prossima settimana Gün si toglie il gesso..." dissi, avrei avuto un paio di appuntamenti per vedere dei negozi da poter aprire a Monaco, e non potevo portare Günther dal Dottore. "Ma quel giorno sarò a Monaco tutto il giorno, quindi pensavo..." guardai il mio telefono quando ricevetti un messaggio da parte di Allison, un altro. "...che potresti portarlo tu".

3. Can You Hear Me Calling? |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora