34. Rivelazioni.

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NEW STORY ALERT
Sono online i primi capitoli della nuova fanfiction che sto scrivendo su Tom, Bad Habits.
La potete trovare sul mio profilo!

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Rivelazioni.

ARIZONA'S POV

Il campanile poco distante da casa suona le due nel momento in cui mi chiudo la porta alle spalle.
Ho bisogno di una doccia, mi sento sporca.
La mia dignità si è ancora macchiata, diventando l'ombra di quella che non sono mai stata.

Giro per casa senza una meta, come un fantasma e quando passo davanti a uno degli specchi vedo una ragazza, una ragazza che non sono più io.

Lei è così trasandata che non la riconosco, non so più chi sia quel riflesso.
Eppure è tanto nitido che sono in grado di notare la stanchezza che emanano le sue iridi spente, lo sguardo di disapprovazione che mi sta dedicando e i sensi di colpa che trasuda.

«Sei una troia.» vedo le sue labbra muoversi, ma le mie restano immobili.
«Guarda in che disastro ti sei cacciata.» la sua voce è un lontano eco, che posso udire solo se mi focalizzo su quel maledetto riflesso.
«Cosa penseranno adesso di te?» continua, ogni parola che pronuncia affonda nel mio petto come se fosse un pugnale, lacerando il mio cuore.
«Sei una sporca puttana.» mi osserva da capo a piedi, facendomi stringere nella felpa che porto e un conato mi fa cadere sulle ginocchia.

«Lo so.» le confermo, chino il capo e lascio che la tristezza riaffiori.
Permetto all'organo involontario di accelerare la sua corsa, ma non piango.
Non verso una singola lacrima, non ci riesco e mi lascio cullare dal suo respiro pesante.

«Vai a farti una doccia, fai schifo.» le sento dire e risollevo lo sguardo.

Ora scorgo Bonnie, con gli occhi socchiusi; poi il suo viso si trasforma in quello di Noah, che diventa quello di Harrison e poi ancora in quello di Thomas. Mi manca il fiato, mi sento soffocare.

«Cosa dirai adesso a Thomas?»
«Gli dirai la verità o ti nasconderai dietro a una stupida bugia?»

«Io-»

«Come farai a dire all'uomo che ti ama che hai scopato con Oliver?»
«Non ti senti una povera cretina, per non averlo fermato?»

«Basta, per favore.»
Sono stremata, senza più forze e mi lascio cadere a terra.
Schiena contro il pavimento, il viso rivolto verso l'alto, gli occhi chiusi e le palpebre strizzate: non voglio vedere Thomas, nello specchio.
La coscienza mi sta giocando un'orribile scherzo.

«Meriti che non ti voglia più vedere.»
«Riesci a rovinare sempre tutto, sei inutile.»
«Dovresti restare sola, così non potrai più ferire nessuno e questo è quello che ti meriti.»

La sua voce è diventata mascolina e maschile e la potrei riconoscere ovunque, non ne posso più.

«Ho detto basta!» urlo, con tutte le forze che mi rimangono in corpo. «Basta!» mi alzo in piedi e afferro il primo oggetto che mi capita sotto tiro.

«Devi stare zitta, mi hai sentito!» urlo ancora più forte. Sollevo un braccio e stringo le dita sul vaso che ho agguantato. «Zitta! Tu non sai niente!»

Dopodiché lo scaravento contro la superficie che riflette, urlando ancora e ancora. Osservo il vetro dello specchio andare in frantumi ai miei piedi, lo guardo rompersi in mille schegge e non posso che notare la somiglianza con la mia anima... rotta.

ThunderWhere stories live. Discover now