42. Ma non eravamo amici?

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Ma non eravamo amici?

ARIZONA'S POV

I suoi occhi mi scrutano, come se cercassero di leggermi nel pensiero e mi torturo le pellicine della mano, scalzandole leggermene mentre rifletto sulle parole che sto per pronunciare, ma le sillabe che compongono la frase mi muoiono in gola.
Tom si alza in piedi ed inizia a camminare per la piccola cucina, mentre i miei occhi lo fissano e non emetto un singolo verbo.

«Hai detto posso spiegarti, quindi fallo.» dice, sicuro di se e le sue parole si stagliano contro di me come lame affilate, pronte ad affondare nella mia carne, infliggendomi un dolore atroce.
«Ecco... la ricompensa era molto alta.»mormoro mentre abbasso il viso, dato che non riesco a reggere il contatto visivo con Thomas e batte le mani, una contro l'altra riproducendo un rumore sordo, che sveglia di soprassalto Reican, il quale alza il muso e si guarda distrattamente intorno.

«Ma ti sembra il caso? Cazzo, guarda che non è un gioco!» esclama, alzando leggermente il tono della voce e rimango in silenzio, mentre aspetto che la situazione precipiti ulteriormente, ma non accade, perché il mio fidanzato esce dalla stanza e si reca in salotto, seguito dal nostro amico a quattro zampe.

Alzo gli occhi verso il soffitto e sospiro rumorosamente, mi chiedo come abbia fatto a scoprirlo.
Lo seguo, trascinandomi nella stanza adiacente alla cucina e trovo Tom accovacciato a terra, che si tiene la testa tra le mani mentre Reican gli chiede di giocare, portando la piccola pallina da tennis al suo cospetto e si siede, pazientemente.

«Thomas...» sussurro e lui alza subito il viso verso il mio, mettendosi in posizione eretta ed appoggia le mani al bacino, mentre il peso del suo corpo è completamente spostato sulla gamba destra. Mi mordicchio nervosamente il labbro superiore e aspetto che dica qualcosa, visto che ha preso fiato come se dovesse fare un lungo, e complicato, discorso.

«Thomas un cazzo. Sei consapevole dei rischi che corri? Ho sentito quello che dicevano quei tizi, Arizona, l'altra notte e...» sputa le parole come se fossero veleno e lo guardo aggrottando le sopracciglia, mentre stringo le maniche della felpa che indosso tra le dita nervosamente e lo interrompo, ma prima di parlare espando i polmoni prendendo fiato.

«Mi hai seguito?» chiedo, con un filo di voce mentre mi porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio sinistro e lui annuisce, innervosito e si passa una mano tra i capelli, scompigliandoli.

«Certo! Sei sempre da Bonnie ultimamente, porca troia!» ora sta urlando, mentre abbasso il capo e mi porto le mani sul viso, mentre le parole che pronuncia mi fanno prendere consapevolezza della stronzata che sto facendo, nell'ascoltare Oliver e Noah.
Sento che si avvicina lentamente alla mia persona e mi strattona leggermente, facendomi togliere le mani dal volto e i nostri occhi si scontrano, provocandomi innumerevoli sensazioni, tutte contrastanti.
Le sue iridi sembrano nere, talmente sono scure ma profonde, come un Oceano di angosce.
Trasuda rabbia e sono leggermente spaventata, dato che non l'ho mai visto così.

«Tom, scusami...» sussurro mentre si allontana leggermente da me, forse per non colpirmi, visto che scaraventa a terra uno dei molteplici vasi, che si trovano sulla mensola accanto al portone d'ingresso, riducendolo in tanti piccoli cocci che si sparpagliano sul pavimento.
Il rumore che fa il vaso, quando entra in contatto con il freddo pavimento in marmo è forte, tant'è che Reican si spaventa e corre in camera da letto, rifugiandosi molto probabilmente sotto al letto.
Mi porto le mani sulla bocca, spalancata e sgrano, di nuovo, gli occhi, mentre osservo il disastro che ha appena combinato Thomas.

«Adesso devi calmarti.» dico mentre cerco di avvicinarmi a lui, ma si volta e colpisce con le nocche della mano destra il muro, che fortunatamente non risente del colpo subìto. Si massaggia la mano, mentre si guarda le nocche, dalle quali fuoriesce del sangue ed io rimango in monacale silenzio, senza sapere cosa dire, ma la sua voce mi fa sussultare.

ThunderOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz