22. Sei libera stasera?

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Sei libera stasera?

ARIZONA'S POV

E nonostante siano trascorsi interminabili minuti da quando c'è silenzio, sul pianerottolo, nel mio cervello continuano a rimbombare le grida di Thomas in tutta la loro devastante potenza.

Così mi stendo sul divano, ancora in lacrime e lascio che tutta la tristezza fluisca dal mio corpo, mentre adagio la nuca su uno dei cuscini e rilasso i muscoli sulla morbida seduta, la quale m'ingloba perfettamente.

I lucciconi che mi rigano le gote si disperdono fino all'attaccatura dei capelli, all'altezza delle tempie e numerosi sono i singhiozzi che non mi permettono una respirazione regolare, tanto che mi devo concentrare per non restare senza fiato tra un singulto e l'altro.

Ma non riesco a realizzare il fatto che non sia affatto cambiato, e che forse mai lo farà.

Sono stata una stupida illusa a credere che per me potesse diventare un'altra persona, ma un famoso detto recita "se uno nasce rotondo, sicuramente non morirà quadrato."  e questa consapevolezza mi rattrista così tanto che il cuore mi cade nello stomaco con un tonfo sordo.

Mi copro poi il viso con le mani socchiudendo le palpebre, ma nemmeno fare ciò mi aiuta a portare il battito cardiaco ad una frequenza quantomeno accettabile; mi canzono per essermi fatta incastrare in questa situazione dal mio ego, mesi fa ed ancora non ci posso pensare di essermi innamorata di un ragazzo tanto libertino così follemente.

Perché se avessi continuato per la mia strada, a quest'ora nel mio salotto ci sarebbero stati i miei amici e tra le dita starei stringendo uno spinello, al posto di piangere come un'ossessa e rimuginare sul fatto che forse sarebbe stato molto meglio se in quell'appartamento si fosse davvero trasferita una semplice ed allegra famiglia, al posto loro.

E mentre fisso il soffitto spoglio non riesco a non paragonare il mio pianto alle bellissime fontane che troneggiano in Piazza Navona, a Roma, dato che la portanza è la medesima.
Ricordo che m'innamorai di quella città quando i miei genitori decisero di trascorrere lì le nostre vacanze Natalizie, una manciata di anni addietro.
Le sue antichità sono tanto spettacolari che mi domando il motivo per il quale non siamo mai andati a visitarla prima di allora.
Il Colosseo, così imponente e maestoso che mi lasciò senza fiato e trascorsi un intero pomeriggio ad osservarlo; ricordo poi la Basilica di San Pietro e le ore infinite di coda che facemmo per poterla ammirare anche dentro, ma una volta entrati non mi stupii di sapere, grazie alla guida che abilmente ci spiegava la sua storia, che detiene il record di più grande basilica cristiana al mondo.
Dopodiché arrivò il turno di visitare il Foro, il quale detiene la sua bellezza da secoli intatta ed anche la fontana di Trevi ci lasciò di stucco, in tutta la sua gloriosa imponenza, ma la Cappella Sistina mi tolse definitivamente le parole di bocca. Le immagini dipinte sulla volta raffigurano scene del vecchio e nuovo testamento e mentirei se dicessi che non sono riuscite ad impressionarmi, malgrado non mi ritenga una persona credente.

Un sospiro più profondo degli altri mi fa rendere conto del fatto che sto incominciando a calmarmi e mi lego i capelli biondi in una crocchia, in modo che non mi diano più fastidio, mentre mi torturo il labbro inferiore con i denti e mi acciambello su me stessa come se fossi un gatto, voltandomi poi su un fianco e permetto alle palpebre di chiudersi, visto che sono tanto pesanti che non rimarrebbero aperte nemmeno se m'impegnassi.

*

Mi sveglio di soprassalto nel momento in cui la suoneria del mio cellulare mi vibra nella tasca della felpa che indosso ed ancora tremendamente assonnata leggo l'anteprima del messaggio che mi è appena arrivato, aggrottando entrambe le sopracciglia nel leggere il mittente e lo rileggo poi una seconda volta per essere certa di aver visto bene.

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