▪︎67▪︎

2.8K 247 147
                                    

  ▃▃▃▃▃▃▃▃▃▃▃▃▃▃▃▃▃▃

Un'ora dopo Jimin ritornò a casa. Il viso pallido come al solito e sporco di lacrime.

Sia i ragazzi che la signora Heera, non appena sentirono la porta aprirsi, corsero all'ingresso con espressioni tanto sollevate quanto ancora speventate.

《Jimin!》Urlò la madre, andando verso di lui per controllare immediatamente se gli fosse successo qualcosa.

《Voglio andarmene a casa.》Sussurrò senza vita, con gli occhi bassi e scuri come cenere bruciata.

Gli altri non risposero, rimasero fermi ed immobili con il cuore a mille e le bocche ancora leggermente aperte.

《Jimin...amore...che cosa è successo...?》 Iniziò Heera, questa volta più dolce e tranquilla.

《Niente. Voglio solamente ritornarmene a casa, nel mio letto.》 Disse, a bassa voce, calmo quanto fottutamente arrabbiato.

《Prima mangia qualcosa...》Continuò la madre, appoggiando delicatamente la mano destra sulla sua schiena, senza aggiungere altro, comprensiva del fatto che suo figlio non avesse semplicemente voglia di parlarne, come al solito.

《No. Voglio solo andarmene a casa.》 Detto ciò, a sguardo basso, senza nemmeno dare un'occhiata ai suoi amici, proseguì verso le scale.

Heera guardò i ragazzi desolata e anche un po' imbarazzata.

Ma loro le mandarono solo degli sguardi di comprensione indietro.

Namjoon annuì lentamente. 《Okay ragazzi, prepariamo la macchina e andiamo.》

Heera, mentre i ragazzi iniziarono a disperdersi per la casa, chiuse gli occhi e sospirò con la testa verso il soffitto, lasciando alcune lacrime scendere con lentezza e sconfitta,  come era, in quel momento, anche il suo stato d'animo.

Hoseok guardò gli altri ragazzi vicino a lui, scuotendo la testa in maniera stanca. 《Ragazzi, io mi rifiuto. Non mi interessa. Dobbiamo parlargli. Non si può andare avanti così.》

Namjoon gli annuì in risposta, totalmente immerso nei suoi pensieri.

《Sono d'accordo.》Disse Seokjin, finendo di mettere alcune cose nel suo zaino e chiudendo la cerniera.

《Mi fa incazzare. Di brutto.》 Disse Taehyung con forza, aggrottando le sopracciglia e lasciando un sospiro di lamento.

Jeongguk rimase con la testa fronteggiante alcune cianfrusaglie che doveva mettere nella sua borsa, aveva gli occhi sbarrati ed era totalmente in ascolto di quello che dicevano gli altri. I suoi sensi di colpa crescenti ad ogni minuto passato.

Stette così, incapace di dire nulla o fare qualcosa, per tutto l'altro tempo che finirono di sistemare le cose.

L'aria e il silenzio, solo disturbati dal rumore delle cose, rimase colmo di tensione e pesantezza.

《Dov'è lui?》Chiese Hoseok, dopo aver sistemato le ultime cose.

《Penso ancora di sopra.》Mormorò Yoongi, lasciando un sospiro subito dopo.

《Vado.》Parlò, camminando direttamente per andare al piano superiore.

Jeongguk fu il primo, dopo aver salutato Heera, ad uscire dalla casa, spaventato e con lo stomaco attorcigliato, con il respiro veloce e le labbra pulsanti dai troppi morsi nervosi.

Yoongi, Seokjin e Namjoon uscirono qualche minuto dopo, abbracciando forte Heera e dicendole di non preoccuparsene.

Hoseok scese dal piano di sopra con Jimin dopo quasi dieci minuti. L'amico aveva cercato di confortarlo nei migliori dei modi, evitando, solo per quel momento, l'argomento che premeva a tutti gli amici.

Jimin abbracciò debolmente la madre, la quale quasi non si mise a piangere, ma decise di fare un ultimo sorriso per Hoseok, che ricambiò lo stesso gesto.

Jimin e Hoseok entrarono nella macchina, inconsapevoli che non ci fossero ancora tutti.

《Perchè non partiamo?》Chiese infatti Hoseok a Yoongi, il guidatore, con a fianco, come al solito, Jeongguk.

《Manca Tae.》

Hoseok fece un leggero broncio. 《Ah. È ancora dentro?》

Yoongi annuì semplicemente.

Taehyung, infatti, aveva aspettato che uscissero tutti. Non era la miglior cosa da fare, conoscendo il carattere di Jimin, ma ne aveva abbastanza.

《Dimmi tutto tesoro.》Parlò Heera, con un debole sorriso, aggiungendo subito dopo altro.《In effetti, volevo parlarti anche io.》

Taehyung aggrottò le sopracciglia. 《Davvero?》

《Sì, cioè—》Sospirò Heera, sistemandosi i capelli. 《Volevo scusarmi con voi e ringranziarvi allo stesso tempo.》

Taehyung annuì lentamente e leggermente confuso.

《So che è difficile. E da amici state facendo un ottimo lavoro. Si vede quanto tenete a lui.》Sorrise Heera, con affetto.

Taehyung continuò ad annuire, i battiti cardiaci, questa volta, lievemente più veloci.

《Inoltre.》La signora Heera sospirò ancora una volta. 《Ora che settimana prossima inizierà con la chemioterapia, sarà ancora più dura...》

In quell'esatto momento, le orecchie di Taehyung sembrarono tapparsi e le sue gambe perdere leggermente forza. 《Credo di non...non aver capito bene...》

Heera lo guardò confusa. Taehyung non riusciva a metabolizzare. Che cosa stava dicendo tutto ad un tratto?

《Taehyung.....tu sai che Jimin settimana prossima inizia la chemio, vero?》Questa volta, il tono di voce della madre di Jimin, era marcato e palesemente disorientato.

Taehyung deglutì con nervosismo, scuotendo la testa lento ed incredulo, con gli occhi aperti ed immobili. Stava sognando?

Stava perdendo totalmente tatto con la realtà: il suo cervello non riusciva ancora a connettere le cose.

La signora Heera continuò ad osservarlo persa e confusa. 《Tae....》Disse, quasi trattenendosi dal porgli quella domanda, ormai quasi certa sul perchè della reazione. 《Taehyung...》Deglutì. 《Tu sai che Jimin ha il cancro...vero....?》

Taehyung, in quell'istante, decise di chiudere gli occhi, continuando a scuotere leggermente la testa con incredulità e cercando di processare le sue parole, paralizzato completamente dall'arrivo lento del dolore.

Come una pallottola mortale che si muove in slow-motion.

La madre di Jimin appoggiò le sue mani sulle braccia di Taehyung, con le lacrime quasi agli occhi. Aveva capito. Aveva capito tutto. Aveva capito che Jimin non aveva raccontato niente a nessuno.

Taehyung, con gli occhi ancora chiusi, pian piano, realizzò ogni singola cosa. Ogni singola sua parola, ogni singolo suo comportamento, ogni singolo suo cambiamento e ogni singola sua scelta.

Connesse ogni cosa, e tutto ciò che stava capendo, lo scorticò fino al sangue.

Il dolore della verità che bruciava sulla sua pelle come ferri bollenti.

Si sentiva sott'acqua, affoggato, e tradito.

  ▃▃▃▃▃▃▃▃▃▃▃▃▃▃▃▃▃▃









mi sono quasi messa a piangere anche io e non è mai accaduto con le mie stesse storie.







BLAZEDWhere stories live. Discover now