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|saturday afternoon|

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I ragazzi, come ogni volta che si dovevano spostare insieme, erano tutti quanti nella macchina a più posti di Seokjin e alla guida vi era Hoseok.

La destinazione era la periferia di Seoul.

I genitori di Jimin, lì, avevano una villetta a due piani ben arredata e con un ampio spazio verde intorno.

In realtà, Jimin, aveva sempre vissuto con i suoi in centro a  Seoul, in un quartiere abbastanza benestante e tranquillo. Ma quando Jimin decise di andare a vivere da solo, i suoi genitori, ormai stremati dalla vita troppo frenetica della città e solidi economicamente, preferirono spostarsi in una zona più periferica, a circa un'ora e mezza di distanza.

Nello stesso palazzo in cui aveva abitato Jimin per tutta la sua infanzia e adolescenza, vi abitava ancora la famiglia Jeon. 

Jimin e Jeongguk, infatti, si conoscevano fin da bambini e a scuola, poi, conobbero anche Taehyung, compagno di classe di Jimin e Hoseok e Namjoon attraverso il club di tennis.

Per quanto riguarda, Yoongi e SeokJin, la storia è diversa. Yoongi era il figlio del collega di lavoro del padre di Namjoon, frequentava la stessa scuola degli altri amici, ma prima che diventasse loro amico, passò diverso tempo.

Seokjin, invece, non frequentava la loro scuola, ma era il figlio della migliore amica della mamma di Jeongguk, perciò, quest'ultimo, essendoci stato amico fin dai primi anni di infanzia, lo aveva indrotto a Jimin e, man mano, anche agli altri.

La loro amicizia, seppur distinta da diverse differenze di età, non aveva mai avuto particolari problemi, e ognuno di loro aveva una forte amicizia con tutti.

In questa amicizia, però, alcuni di questi legami diventarono anche di più. Come quello di Jimin e Jeongguk. Che oltre a conoscersi fin da bambini e essersi definiti migliori amici, avevano sempre dimostrato una chimica particolare. Più di quello che si espresserebbe solo come amicizia e/o amore platonico.

Ma se Jeongguk lo aveva sempre fatto vedere di più, con le parole e con certi gesti, Jimin era più silenzioso, non per questo, però, meno dimostrativo.

Per il gruppo di amici era diventato addirittura abituale scherzare sui loro occhi a cuore o su come si trattavano.

Ma nessuno dei due, fino alla famosa dichiarazione di Jeongguk, aveva mai fatto quel passo di definire, di comprendere a fondo il loro rapporto, forse perchè non lo trovavano così necessario.

Non avevano neanche mai sorpassato fisicamente i limiti dell'affetto amichevole, se non il bacio che si erano dati a dodici anni, con la scusa del provare.

Non si erano, forse fortunatamente, mai chiesti di quello che piaceva loro veramente. Se le femmine, i maschi, entrambi. Era come se, fin quando non avevano iniziato a prendere coscienza di quello che era l'amore in termini più adulti, il tipo di attrazione, orientamento sessuale, si fermasse al loro tipo di amore. 

Non si erano mai fatti problemi, ecco. Perchè c'erano solo loro due. La loro amicizia, la loro concezione di volersi bene. 

Quando crebbero, però, ovviamente, le cose iniziarono ad essere più chiare, non tra il loro rapporto, ma verso quello che erano attratti e quello che era l'amore.

Nonostante questo e le diverse prese in giro che, in particolare, Jimin, subì, il loro legame non si diversificò mai. Anzi, addirittura Jeongguk, per l'appunto, aveva capito meglio i suoi sentimenti, che Jimin non era solo il suo migliore amico, ma che ne era sempre stato innamorato e che, da come rispondeva anche lui, la cosa era reciproca.

Jeongguk credeva nel loro rapporto ciecamente. Credeva nella loro bellissima storia d'amore follemente.

Per questo che, quando Jimin lo rifiutò, subì un vero e proprio trauma.















— scusate l'orario pt. 2

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BLAZEDWhere stories live. Discover now