xxi. il portale

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Giugno 2019, Riverdale - Greendale.



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"la vita è più semplice, se alla vita non ci pensi"

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"la vita è più semplice, se alla vita non ci pensi"


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Con gli zaini in spalla eravamo pronti per partire, schierati tutti du una linea si aspettavano un discorso da me o da Jughead, almeno cosi credevamo io e mio cugino, notando tutti gli occhi puntati su di noi.

«Non sarà facile.. Nessuno ha mai detto che lo sarebbe stato, ora la domanda è: siete pronti a mettervi in gioco in tutto e per tutto?» esclamò Jughead, alzando il tono di voce.
«Si!» rispondemmo tutti in coro.

«Oggi ognuno combatterà per qualcosa - iniziai a parlare io - c'è chi combatterà per la propria patria, chi combatterà per la famiglia, chi per i propri genitori, chi per giustizia. Non importa il motivo per il quale combatteremo, dobbiamo essere tutti uniti come in quest'ultimo mese, dobbiamo essere un solo grande gruppo, a far forza l'uno sull'altro.»

«Grazie ragazzi, non sapete quanto sia importante per me e Jug il vostro supporto, la vostra determinazioni e forza di volontà» aggiunse Betty, afferrando la mano del suo ragazzo. «Ve ne saremo eternamente grati»

Salimmo sulle auto, seguendo la prima guidata da Archie e Veronica, arrivammo in poco tempo in mezzo alla foresta. Il tragitto fu abbastanza silenzioso, nessuno tra Reg, Jug o Betty aveva molta voglia di parlare, l'agitazione era alle stelle.

Di lì a breve avremmo incontrato Sabrina e Nick, sarebbero stati pronti a combattere con noi e avrebbero tentato l'incantesimo delle anime gemelle al posto mio e di Reggie.

Non sapevamo se saremmo stati in grado di portarlo a termine: ci eravamo allenati molto, ma, ci eravamo riusciti solo una volta.
Per non parlare degli effetti che quell magia aveva avuto su di noi! Io eri quasi svenuta, Reginald, invece, aveva perso la vista per un paio di ore, a causa delle scintille e della potente luce che avevamo scatenato.

«Ci siamo!» esclamò V, urlando fuori dal finestrino; parcheggiammo i veicoli e ci sistemammo tutti dietro l'unica ragazza che sapeva del portale.

«Cosa dobbiamo fare?» chiese Cheryl.
«Non so esattamente come si passi al di là del fiume, l'ultima volta io e mio padre abbiamo semplicemente camminato..»
«Sull'.. Acqua..?» rispose la rossa.
«Si..»

Tutto attorno a noi c'erano alberi e rumori della natura, l'acqua scorreva e calmava le nostre agitazioni, eravamo solo ragazzi eppure stavamo per combattere per salvare due città.

«È questo il punto esatto?» chiesi io affiancando la castana, «Ne sono certa» mi rispose. «Okay.. Allora io provo»
«A fare?!» ribatté Reggie.
«Dove pensi di andare senza di me?» aggiunse prendendomi per mano.

Lo guardai negli occhi, nel nostro sguardo c'era tutto l'amore e la fiducia che riponevamo l'uno nell'altra. Facemmo un respiro profondo e iniziamo a fare un passo dopo l'altro.

Era una delle sensazioni più strane del mondo, eravamo in acqua fino a metà corpo e i nostri vestiti erano ancora completamente asciutti, non capivamo come questo fosse possibile, ma, c'erano troppe domande senza risposta nella nostra vita, una in più non avrebbe fatto molta differenza.

Il fondale dello Sweetwater si abbassava sempre di più, cime fosse una discesa continua, ormai solo il capo rimaneva fuori dal fiume, «Sei pronta?» chiese Reggie.
Mi lasciò un dolce bacio sulle labbra e socchiusi gli occhi annuendo: «Sono pronta

Non sapevamo se saremmo riusciti a respirare lì sotto, se ci saremmo bagnati o se la corrente ci avrebbe trascinato via, non riuscivamo a capire come potesse funzionare questo portale e, Veronica, proprio si era dimentica si questa parte, di come giunse a Greendale.

Riempiendo i polmoni di aria e tappandoci il naso ci immergemmo completamente.

Mi guardai attorno aprendo gli occhi, potevamo continuare a camminare senza essere portati in superficie, le mie dita erano ancora incrociate con quelle di Reginald e, insieme, continuavamo a camminare.

Volevo tentare una cosa: respirare.
Sapevamo che avremmo avuto bisogno di respirare di lì a breve, io riuscivo a stare in apnea per un massimo di quaranta secondi, lui invece per un minuto. La vista stava iniziando ad annebbiarsi e io avevo un bisogno immane di ossigeno.

Liberai il naso e aprii la bocca.. C'era l'aria!

Picchiettai nella spalla di Reggie, mostrandogli che potevamo respirare anche lì sotto, era come se fossimo in una bolla, come se avessimo delle bombole d'ossigeno sulle spalle.

«Come sappiamo quando sono arrivati? E se fosse pericoloso? Se non funzionasse?»
Nel frattempo, noi, continuavamo a sentire le voci nei nostri amici, ma non avevamo nessuno modo per comunicare con loro.

Tutto attorno a noi diventò improvvisamente buio, nero come la pece. "Ci fermiamo?" dissi guardandolo, dalle nostre bocche non usciva alcun rumore, se non, delle bolle.
"Dobbiamo continuare" rispose lui, o almeno questo fu ciò che capii leggendogli il labiale.

Dopo qualche secondo ci fu un lampo di luce acciecante, bianca e luminosa cime non l'avevamo mai vista prima: "siamo arrivati!" pensai felice.

Eravamo entrambi a terra e riacquistammo i sensi piuttosto in fretta, avevamo un dolore immenso alla testa e agli occhi. «Ambra? Ci sei?» disse il mio ragazzo, quando ancora io non avevo riacquistato tutte le energie. «Ci.. Ci sono» risposi dopo un istante. Mi misi a sedere toccandomi la testa, probabilmente faceva cosi male per colpa del sassi su cui eravamo atterrati.

Guardandomi attorno trovai una cittadina in ginocchio, distrutta dalla potenza di un uomo malvagio: Hiram Lodge.
«Siamo arrivati a Greendale..» pronunciai con un filo di voce.
Mi misi in piedi e osservai case distrutte, spazzatura tra le strade, animali randagi che frugavano con il muso nei cassonetti, persone trasandate che ci scrutavano dall'alto al basso come fossimo alieni.

«Chiamo Nick» disse Reggie, prendendo il telefono dalla tasca.
«Andate molto d'accordo voi, non è cosi?»
«È un ottimo amico» rispose mentre cercava il suo contatto.

«Ohi, Nick, io e Ambra siamo arrivati ma non sappiamo dove ci troviamo»
...
«Gli altri devono ancora arrivare, ma non so se sono passati o se stanno aspettando un qualche segnale»
...
«Okay, ti inoltro la posizione»
...
«No, noi non ci muoviamo.
Sbrigatevi, non mi sembra un bel posto

«Vengono a prenderci?» chiesi accomodandomi su un muretto accanto alle viuzze, «Aha» disse Reg.

Qualche minuto più tardi sentimmo un boato tremendo e, girandoci spaventati, trovammo Jughead e Betty.

Jughead e Betty!

«Oddio!» esclamai, dentro di me c'era un misto di emozioni: ero preoccupata per loro vedendoli stesi e senza sensi e non ero mai stata cosi tanto felice nel vedere un viso amico.

Arrivarono in poco tempo anche Nick e Sabrina che ci aiutarono a rimettere in sesto i due appena arrivati in città, ora dovevamo solo aspettare tutti gli altri e attendere le 17 del pomeriggio per incontrare Hiram.

«State bene?» chiese Betty, non appena riuscì ad aprire gli occhi.
«Certo, tu? Come ti senti?» le domandai abbracciandola, «Tutto apposto» rispose.

«Ecco Toni e Cheryl!» esclamò Jughead, voltandosi a vedere.

E poi arrivarono Sweet Pea con Fangs, Kevin con Joaquin, Archie con Veronica e via dicendo.

«Ci siamo tutti» disse la bionda minuta, Sabrina, quasi più di un'ora dopo dal nostro arrivo. «Vi porto al nostro nascondiglio» concluse.

𝐃𝐔𝐒𝐓 𝐍 𝐅𝐈𝐑𝐄Where stories live. Discover now