xvii. una sola grande famiglia

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Giugno 2019, Riverdale.



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"Un giorno ci rincontreremo ancora chissà dove, saremo stati grandi, attraversando gli anni"

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"Un giorno ci rincontreremo ancora
chissà dove, saremo stati grandi,
attraversando gli anni"



˚✧₊⁎♡⁎⁺˳✧༚



«Non ricordi davvero nulla?» chiese Archie alla sua fidanzata, mentre lei totalmente ignara di quello che era successo, raccontava di come non rammentasse nemmeno di aver conversato con il padre ormai due giorni prima.

«Che mi dici di Sabrina?» chiesi io al rosso, sperando di avere qualche notizia di più.
Avevamo bisogno di lei, benché sul libro avessimo tutte le risposte necessarie, compresi incantesimi, non sapevamo nemmeno da dove iniziare per applicarli.

«L'ho contattata, ma mon ho ancora ricevuto una risposta, Le ho chiesto se fosse possibile, per lei, venire a Riverdale il più presto possibile e cercarvi proprio qua, nella terra dei Serpents. Ho riferito di bussare alla roulotte di Jughead.»
«Ottimo lavoro - mi congratulai io, sapendo che avremmo dovuto aspettare lei per procedere con il piano, altrimenti sarebbe saltato tutto. - ora dobbiamo solo aspettare, speriamo non troppo.»

Venne la sera e, tutti, se ne andarono a casa.
Rimasi sola, con Reggie, nella piccola casa di mio cugino, mentre lui e la sua fidanzata, passavo una serata in solitudine tra i boschi.

Accarezzava il mio braccio scoperto e accaldato, io poggiavo la mia testa sul suo petto nudo e tracciavo piccoli cerchi con le dita sui suoi addominali scolpiti.

Fuori il tempo era ottimo: umido e afoso al punto giusto, con un cielo libero da nuvole chi lasciava intravedere le stelle dal lucernario.
Era tutto così taciturno, tant'è che si poteva udire il bubolare del gufo.

Anzi, ero certa, che tutti avessero sentito i gemiti miei e di Reggie poco tempo prima, mentre consumavamo come se fossimo stati distanti per troppo tempo.

«Ti amo» dissi con voce sottile.

Prese il mio viso tra le mani, costringendomi ad alzarmi, mi misi stesa sopra di lui, con i gomiti poggiati alle estremità dei suoi pettorali; «Ti amo» rispose illuminandosi.
Baciò il mio viso candido, forse arrossato per il caldo, per lo sforzo e il piacere di pochi istanti prima.

Il nostro contatto fu interrotto al bussare alla porta, «Puoi andare tu?» chiesi, facendo riferimento al fatto che io fossi completamente nuda sotto un lenzuolo nero e lui, invece, avrebbe fatto molto più in fretta a rivestirsi.

Annuì, si mise un paio di boxer e dei pantaloncini di tessuto grigio e si diresse alla porta: «Arrivo!» esclamò.

𝐃𝐔𝐒𝐓 𝐍 𝐅𝐈𝐑𝐄Where stories live. Discover now