iv. buonanotte

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Maggio 2019, Riverdale.



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"Sarebbe così sbagliato se pensassimo a noi, se facessimo la cosa sbagliata al momento sbagliato?"

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"Sarebbe così sbagliato se pensassimo a noi, se facessimo la cosa sbagliata al momento sbagliato?"



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Mi alzai dal letto e feci una camminata verso il centro di Riverdale, nel cuore di una notte di Maggio, ove uno schieramento di psicopatici e i loro alleati volevano uccidermi.

Girovagando per le strade trovai un piccolo parco e mi accomodai guardando il fiume.

Caso volle che incontrai proprio la persona che era la causa della mia uscita notturna.
«Hey» disse lui con tono pacato, sedendosi accanto a me; «Hey» risposi dopo una manciata di secondi.

«Wow, stai bene?» domandò sarcastico, «Si, perché?» feci io abbozzando un flebile sorriso; «Perché forse, per la prima volta mi hai parlato come farebbe un qualunque essere umano!» esclamò entusiasta.

«Potevi salutarmi oggi, sai?» sottolineò lui, leggermente affranto; non risposi.

«Che ci fai in giro alle tre del mattino, Ambra?» domandò successivamente.
«Potrei farti la stessa domanda..» «..Comunque sono uscita per staccarmi dalle mie riflessioni, per smettere di pensare
«Pensare a che cosa?» chiese poi incuriosito.

Per la prima volta, in lui, notai qualcosa di più, di sola ostilità nei nostri confronti; notai la spensieratezza ma anche la debolezza di un ragazzo che aveva tutt'altro che cattiveria nel suo cuore. Provai a rivalutarlo, invano. O almeno per i primi minuti.

«Non mi hai fatto la domanda giusta» ribattei io, «A chi?» allora chiese lui.
«A te» risposi quasi sussurrando, forse non volli farglielo sentire.
«Anche io» disse con noncuranza; «Anche tu sei uscito per smettere di pensare a me?» feci io non capendo a pieno la situazione.

«Oh, no, non smetterei mai di pensare a te. Pensare a te è bellissimo. Solo, mi chiedevo cosa succederebbe se.. Beh, se non finissi mai di interessarmi a te.»

Mi morsi un labbro e sorrisi, questa volta non mi nascosi, volevo che vedesse l'effetto che mi faceva, volevo che lui vedesse che, in quell'esatto momento, mi stava letteralmente mandando il cervello in panne.

«Posso chiederti una cosa?» dissi io lentamente.

«Certo, tutto quello che ti passa per la mente
«Se noi siamo nemici a scuola o in pubblico, non significa che dobbiamo anche esserlo quando siamo da soli, no?» fui un'idiota. Completamente un'idiota.

𝐃𝐔𝐒𝐓 𝐍 𝐅𝐈𝐑𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora