Una gentile cliente

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Dalla sera di Capodanno la mia salute continuò a migliorare,tuttavia per il timore di una ricaduta e le minacciose ramanzine di Akemi scelsi di trascorrere gli ultimi giorni di vacanza fra le mura del mio appartamento.

Rinunciai a molte cose: stetti lontana dai miei più cari amici e dalle loro grandi feste che sono solite durare ore,notti ed a volte anche giorni. Tuttavia fu un sacrificio necessario,dopo tutto l'alcol ingerito la vigilia di Natale il solo pensiero di una birra faceva ballare il mio stomaco, ancora mi girava la testa per tutto il tempo passato a rotolarmi sul prato...

Spesso la mia mente ripercorreva le allucinazioni che ebbi quella sera,principalmente durante il sonno.

A volte sognavo di essere stesa al suo fianco,ascoltare il suono della sua risata...
Era così vicina che potevo immaginare l'odore dei suoi capelli,profumati come un campo di gelsomini in estate. Saremmo potute rimanere ore ed ore così,ad osservare le stelle in un giardino che sembrava solo nostro con le mie dita intrecciate fra le sue.

Altre notti invece i sogni prendevano tutt'un altra piega trasformandosi in incubi. Sognavo che qualcuno mi stesse trascinando via con forza,che ci volesse separare per sempre...ed invece di rincorrermi lei rimaneva immobile sul prato, i suoi occhi si riempivano di lacrime man mano che la mia immagine diveniva sempre più distante.

In quelle notti mi svegliavo con la fronte bagnata dal sudore ed il cuore che batteva con ritmo molto più accellerato del solito. Akemi avendo  un sonno leggero spesso,dormendo nel letto superiore al mio,(condividevamo un letto a castello) mi portava un bicchiere d'acqua e sedeva al mio fianco tentando  di consolarmi fino a quando non mi fossi riaddormentata.

Nonostante questi piccoli imprevisti notturni,spesi i miei ultimi giorni di ferie in maniera abbastanza serena anche se perseguitata dalla noia. Trascorsi la maggior parte del mio tempo disegnando,guardando serie tv o dormendo rannicchiata sul divano. Io ed Akemi ci annoiammo così tanto che ad un certo punto decidemmo di tirare fuori da un cassetto un vecchio mazzo di carte,così trascurate che erano ingiallite ai bordi. 

L'astuzia e la furbizia erano dalla mia parte ma raramente vincevano contro la logica ed il ragionamento di Akemi, dunque ogni partita si concludeva con la mia netta sconfitta.

Quando eravamo più piccole,ai tempi del liceo spesso di sfidavamo a scacchi,gioco del quale non ho mai compreso del tutto le regole.
Ricordo che lei pur di non farmi soffrire a volte escogitava delle mosse a suo svantaggio per mettermi in pugno la vittoria,tuttavia anche se agevolata raramente raggiungevo il trionfo.
Non sono mai stata portata per i giochi che coinvolgono troppo ragionamento,il mio istinto riesce sempre ad avere la meglio sul mio intelletto.

Man mano che il momento di tornare a lavoro si avvicinava ci ritrovammo a discutere di una faccenda piuttosto importante: la nostra attività stava crescendo e gestire tutto in due diventava sempre più complicato;avevamo bisogno di un assistente. Se tutto fosse andato secondo i nostri  programmi circa entro il mese di Marzo avremmo potuto organizzare dei colloqui per assumerne uno.

Attendevo con ansia il giorno del rientro a lavoro e non solo perché finalmente avrei messo piede fuori la porta di casa,avevo la fortuna di svolgere un lavoro che riflettesse le mie passioni...ed inoltre,ero  impaziente di rivedere una certa persona.

Presi una decisione:se durante la settimana del rientro nulla sarebbe cambiato sarei stata io a fare il primo passo,recandomi al suo negozio per comprare una pianta qualsiasi e avrei colto l'occasione per presentarmi e chissà,magari ottenere il suo numero.

Invogliata da questa nuova intenzione il primo giorno di rientro dalle ferie mi svegliai più euforica del solito,carica di adrenalina e con energia da vendere. Akemi fu la prima a notare la mia gioia impressionata dal fatto che rispettai la sveglia delle 8:15 senza troppe lamentele,tutta la pigrizia che mi aveva accompagnato nei giorni precedenti sembrava essere svanita.

Mentre ci incamminavamo verso la stazione metro per giungere a lavoro  Akemi mi chiese se per caso avessi fatto uso di sostanze stupefacenti, risi di gusto replicando che ne stavo lontana dal primo anno di università,lei storse il naso probabilmente infastidita dai ricordi che attraversarono la sua mente.

Come al solito aprimmo il nostro negozio intorno alle 9:30 e c'era così tanto da fare che non avemmo neanche il tempo di fumarci una sigaretta sul muretto. Per tutta la giornata fui accompagnata da una strana sensazione proveniente dal punto dove giaceva il mio plesso solare,nel mio interiore ero cosciente che un grande cambiamento era alle porte ed in quel momento ero pronta ad accoglierlo a braccia aperte, credevo di essere quasi invincibile. 

Verso l'ora di pranzo quando il mio stomaco cominciò a brontolare decisi di concedermi una pausa ed addentai voracemente il mio trancio di pizza. A breve fui distratta però dal richiamo di Akemi che mi incitò di andare ad accogliere una cliente che studiava i poster delle nostre creazioni esposti sulla vetrina. Poggiai ciò che restava del mio pranzo sul bancone e con un sospiro mi precipitai all'esterno...così velocemente che inciampai sui gradini del negozio. ''SHAY!'' sentii Akemi rimproverarmi dall'interno, immediatamente cercai di afferrare i miei occhiali caduti qualche gradino più in basso ma prima fui preceduta dalla gentile cliente che li porse sul palmo della mia mano. La ringraziai imbarazzata,le mie guance si dipinsero di rosso dalla vergogna. ''Tutto bene?'' mi chiese mentre pulivo le lenti per poi indossare di nuovo i miei occhiali .  ''Si si,grazie..bel modo per cominciare l'anno nuovo eh?'' scherzai grattandomi la fronte. Sentii il suono di una deliziosa risata provenire dalle sue labbra,alzai lo sguardo verso il suo viso e dovetti sbattere le palpebre un paio di volte prima di realizzare che la ragazza dei fiori era a poco meno di un metro da me.

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