L'amore è come una rosa

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Dopo circa venti minuti di camminata, rischiando più volte di inciampare sui lacci mezzi sciolti delle mie scarpe, mi ritrovai a pochi metri dalla destinazione.

Il mio cuore danzava dall'emozione come ogni volta che mi trovavo sul punto di compiere un'azione scorretta ma ero sicura che per il suo esito positivo ne sarebbe valsa la pena. Mancava davvero poco dal ricevere tutte le risposte che necessitavo, ma soprattutto nulla illuminava il mio animo come il pensiero di rivedere la mia ragazza dopo quelle due lunghe settimane trascorse sola nella mia agonia.

Malgrado questi pensieri positivi man mano che mi avvicinavo alla sua abitazione il mio corpo cominciò a manifestare i primi sintomi dell'ansia: gocce di freddo sudore scivolarono sulla mia fronte e ben presto fui costretta a nascondere le mani tremanti nelle tasche del giubbotto. Cercai di sollevare il mio animo con delle parole confortevoli ma purtroppo nessuna di queste ebbe l'effetto che desideravo ed a breve una sensazione di angoscia che non riuscivo a spiegare paralizzò il mio corpo impedendomi di avanzare verso il mio obiettivo.

Forse per una volta la forza della razionalità era riuscita a tacere l'insistente voce dell'istinto di cui troppe volte mi ero fidata ciecamente, in silenzio cominciai a riflettere sulle conseguenze della mia azione e l'impatto che la mia scelta avrebbe potuto avere sul rapporto che univa me e la mia ragazza. Presa dai suoi impegni Rose sarebbe potuta scomparire senza proferire parola, eppure nonostante conoscesse ed amasse il mio carattere impulsivo confidò nel fatto che fossi abbastanza matura da obbedire alla sua richiesta, presentarmi alla sua porta sarebbe stata un ennesima prova dell'immaturità del mio spirito ed anche un insulto alla fiducia che lei aveva posto con tanto amore nei miei confronti.

Delle calde lacrime attraversarono il mio viso, una di loro si fermò sulle labbra lasciando su quest'ultime un sapore di sale ed amarezza a me fin troppo familiare, era arrivato il momento che dimostrassi a me stessa di essere una donna matura e non una ribelle ragazzina guidata dall' imprevedibile violenza delle passioni. Desideravo dimostrarle di essere degna di stare al suo fianco e per questo era necessario che mi fidassi delle sue parole e sopportando ancora per qualche giorno il macigno della sua assenza.

Con il cuore pesante come una roccia voltai le spalle e decisi di dirigermi verso la direzione opposta, mi chiesi quanto spesso nonostante la nostra distanza i suoi pensieri la riconducessero a me, chissà se anche lei fosse così consumata dal sentimento di mancanza nei miei confronti tanto da non poter più riposare al buio.

Ad ogni mio passo la stanchezza cominciò ad appesantire il mio corpo, probabilmente conseguenza delle  notti insonni e uno stomaco vuoto. A breve cominciai a subire dei fastidiosi giramenti di testa e non avendo altra scelta decisi di sostare per qualche minuto su una panchina non troppo distante sperando di recuperare abbastanza energia da poter riprendere presto il cammino.

Mi pentii amaramente di aver scelto di abbandonare i comfort del mio appartamento, una volta giunta a casa avrei fatto una lunga doccia per calmare i nervi ed avrei fumato una sigaretta o due, accompagnata da una seconda tazza di cioccolata calda e magari un bicchierino di liquore.

Ero così immersa nei miei pensieri che realizzai di essere in compagnia solo quando un falso colpo di tosse catturò la mia attenzione. Una ragazzina dall'aspetto esile e dei lunghi capelli biondo miele era seduta al mio fianco, i suoi occhi di un azzurro acceso scrutarono il mio viso con curiosità, come se fossi un esotico animale di uno zoo.

-Ehm, posso fare qualcosa per te?- le domandai in preda all'imbarazzo , a giudicare dal suo aspetto non aveva più di dieci anni. Dopo aver esitato per qualche secondo con un sospiro la ragazzina mi porse una confezione di caramelle alla frutta.

-Non sembri in forma, hai bisogno di zuccheri- affermò portando il suo sguardo altrove, il suo viso divenne paonazzo dalla vergogna come se non fosse abituata ad interagire con sconosciuti. La situazione era talmente ambigua che non potei fare a meno di sorridere, se i bambini spesso sono avvertiti di non accettare caramelle dagli sconosciuti nessuno ha mai raccomandato un adulto di rifiutare un dolcetto offertogli da una bambina, dunque decisi di accettare la sua cortese offerta.

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