Non è come credi

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Era un tipico sabato sera del mese di Dicembre,freddo e lievemente piovoso. Le ferie natalizie erano ormai alle porte ed a breve io e Akemi avremmo dovuto discutere sul da farsi per le rispettive feste,ma al momento la mia mente era occupata da tutt'altre preoccupazioni.

Intorno alle nove di sera avevamo da poco finito di cenare,una volta sparecchiato e posto i piatti nella lavastoviglie la raggiunsi nel nostro piccolo salotto.
Akemi era rannicchiata sul divano intenta a leggere un thriller, il suo genere preferito. Sin da quando eravamo ragazzine ha sempre affermato che se non fosse stata una tatuatrice avrebbe voluto essere una poliziotta o una investigatrice.

Sembrava così immersa nel suo romanzo che credevo non si fosse accorta della mia presenza. Indossava i suoi occhiali da lettura che donavano al suo viso pallido ed ovale un'espressione ancora più severa.
I suoi capelli rosso brillante erano raccolti in una disordinata coda rivelando i dilatatori alle sue orecchie solitamente nascosti dai capelli sciolti. Un maglione oversized  lasciava leggermente scoperta la sua spalla sinistra mettendo in evidenza uno dei tanti tatuaggi sparsi per il corpo raffigurante un serpente ricoperto di rose rosse.

 Un maglione oversized  lasciava leggermente scoperta la sua spalla sinistra mettendo in evidenza uno dei tanti tatuaggi sparsi per il corpo raffigurante un serpente ricoperto di rose rosse

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È sempre stato il mio preferito,il primo che abbiamo fatto insieme; io diciottenne e lei poco più di un'anno più grande di me. Proprio mentre la mia mente cominciò ad essere avvolta da una scia di  nostalgici ricordi con un tonfo poggiò il libro sul tavolino di vetro ed a braccia incrociate rivolse la sua attenzione verso di me.

Aspettava che fossi io a rompere il silenzio

 -Dobbiamo parlare- affermai tutto d'un fiato, come un'adolescente che beve il suo primo cicchetto. 

Akemi inarcò un sopracciglio sorpresa dalla mia richiesta - Strano,visto che negli ultimi giorni ogni volta che ti ho cercato la tua mente era altrove- . Notai una evidente nota di amarezza nella sua voce.
Akemi non dimentica e molto raramente perdona.

Come al solito,il suo viso non era teatro di alcuna emozione.
A differenza mia non è mai stata un libro aperto e devo ammettere che persino io,la sua migliore amica dai tempi del liceo e ormai coinquilina da 3 anni facevo fatica a comprenderla.

-Mi dispiace..- sussurrai con tono basso sedendomi al suo fianco.

Mentre il mio cuore cominciava ad annegare nel senso di colpa ed il pentimento percepii il calore del suo sguardo comprensivo su di me.
-Tu...tu non c'entri nulla. Sono stata io,cretina, ad aver aspettato troppo a lungo...avrei dovuto parlartene prima- affermai imbarazzata,il mio sguardo rivolto verso la punta dei miei piedi. 

-E cosa ti ha impedito di farlo?- esclamò con tono rimproveratorio,non mi aveva ancora perdonato.
-Avevo paura- confessai -Paura della tua reazione...paura di sembrare pazza.-

Una volta finita questa frase i miei occhi incontrarono i suoi per un momento. Il suo viso sembrò rilassarsi abbandonando la sua solita rigidità, le sue labbra formarono un  sorriso. 

Per un momento sperai che avesse capito tutto. Sperai che avesse collegato l'incremento del mio interesse verso le piante,il modo in cui ad ogni momento di pausa sgattaiolavo fuori per guardare cosa accadesse nel negozio di fronte e la comparsa di un nuovo tatuaggio sulla mia mano sinistra,un giglio ed avesse già intuito cosa stava accadendo..

Ma invece,ahimè,non aveva compreso nulla.

Senza dire una parola si avvicinò verso di me,fino a quando mi ritrovai rannicchiata contro la spalliera del divano e lei solo a pochi centimetri di distanza. Ero come una bambina con le spalle al muro,senza via di uscita. Era così vicina che potevo sentire il calore del suo corpo contro il mio,tremante. 

-Mimi..- esclamo pietosamente confusa,pronunciando quel soprannome affettuoso che solo io avevo il diritto di usare. -Non...non è come c- non feci in tempo a finire la frase che pose una delle sue gelide dita contro la mia bocca,zittendomi.

-Non c'è alcun bisogno di parlare, Sharon- sussurrò con tono basso, rabbrividii al suono del mio nome completo. I nostri sguardi si incontrarono,nei suoi occhi intravidi una luce a me prima d'ora sconosciuta: desiderio.

Nel giro di pochi secondi le sue labbra si lanciarono sulle mie e le catturarono quasi voracemente. La mia mente era altrove ed il mio corpo non riuscì ad opporsi,le donai completo accesso e cominciai ad esplorare le sue,sapevano di mente liquirizia ed una sigaretta che aveva fumato poco prima. 

Con molta violenza mista a passione morse il mio labbro inferiore facendomi gemere lievemente dal dolore.

Lasciò una scia di baci lungo la mia mandibola ed a breve tracciò il contorno dell' acchiappasogni tatuato sul mio collo

Desideravo davvero,tutto questo?

In un primo momento,mossa dalla curiosità ed una scossa di adrenalina che non sentivo da tanto tempo ho deciso di assecondarla,ma me ne pentii all'istante.

-Basta!- esclamai inaspettatamente,più forte di quanto volessi.



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