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Mia madre ha insistito perché Jordan dormisse da noi questa sera, perciò gli ho ceduto il mio letto e io mi sono corricata in quello di Vicky.
"Come ti senti?", domando per la centesima volta.
"Piccola, sto bene. Davvero.", ripete per la centunesima volta.
"Sono solo un paio di costole fratturate , non è nulla di grave. L'unica tortura in questo momento, è che tu sia talmente cocciuta da non voler dormire con me.", è da tutta la sera che prova a convincermi che non sia necessario dormire in due letti diversi, ma dato che il mio non è un letto matrimoniale, non me la sentivo di dormire con lui rischiando di fargli ulteriormente male.
" Lo sai che lo faccio per il tuo bene.", Jordan sbuffa come un bambino capriccioso strappandomi una risata.
"Stai ridendo di me, per caso?", il suo tono serio mi spinge a ridere ancora di più, non riesco a vederlo in faccia ma posso immaginare il suo sguardo contrariato.
"No, non mi permetterei mai.", le doghe del suo letto si muovono e in pochi istanti sento il suo respiro accanto al mio viso.
"Fammi spazio.", ordina.
"No."
"Sei davvero crudele, è così che ci si comportata con un povero ragazzo infortunato, privo di forze?", alzo gli occhi al cielo e lo lascio sdraiare accanto a me.
"Perché non vuoi denunciare Kyle?", domando posando la fronte sulla sua spalla.
"Perché non posso, Hayden.", quando mi chiama per nome, solitamente significa che non vuole affrontare il discorso, un ottimo incentivo per spingermi ad insistere.
"Perché non puoi?", lo sento fare un profondo sospiro, gli poso un bacio sulla spalla nella speranza che questo gli impedisca di ribattere con cattiveria sul fatto che faccio molte domande.
"Perché uno dei nostri lavora nella polizia, sarebbe rischioso se venisse fuori il tuo nome.", sento i suoi occhi addosso nonostante non riesca a vederli, il modo in cui ha detto 'nostri' mi spiazza, pensavo che ormai fossimo io e lui, non lui e la sua famiglia. Non sono così egoista da privarlo della sua famiglia, eppure non mi sembrano gente adatta a lui.
"Capisco.", mi ritorna in mente una conversazione avuta con mia madre, quando le chiesi perché i miei veri genitori non abbiano denunciato Timothy, e lei mi disse che temevano che loro avessero un infiltrato nella polizia, a quanto pare ci avevano visto lungo.
" Hey.", sussurra sollevandomi il mento con due dita.
"Sei al sicuro, con me.", non è la prima volta che prova a rassicurarmi, quando non conoscevo ancora la sua vera identità mi disse le stesse parole, ma allora non ne capii a pieno il significato. Mi domando se già allora avesse pianificato di salvarmi la vita.
" Quando hai capito che non ku avresti fatto del male?", domando. Ci pensa un attimo prima di rispondere.
"Non conosco il preciso istante, ma quella volta che mi hai raccontato di Justin, mi maledivo per non esserci stato per proteggerti, e lì ho capito che ti avrei sempre difesa, da chiunque."
"Come credi che finirà? Cioè alla fine, ci sarà una fine.", mi avvolge con un braccio, facendomi posare la testa sul suo petto.
"Non lo so.", mi aspettavo una risposta confortante, mi aspettavo che mi dicesse che andrà tutto bene ed un giorno tutto questo sarà finito senza ripercussioni, ma sarebbe una bugia e lui lo sa.
"Ma ti prometto che ti proteggerò sempre, a qualsiasi costo.", sussurra.
"Non farlo."
"Cosa?"
"Non dirlo con quel tono."
"Quale tono?"
"Quel tono sconfitto.", mi posa un bacio sulla fronte ma non risponde.
Qualche minuto dopo lo sento russare sommessamente.
"Ti amo.", sussurro posandogli un bacio sulle labbra, gli sposto il braccio e vado a dormire sul mio letto.

Il suono della sveglia mi riporta con i piedi per terra. Mi guardo attorno e lo sguardo furioso di Jordan attira la mia attenzione. È seduto sul letto di Vicky, con le gambe a terra e i gomiti sulle ginocchia.
"Buongiorno.", sussurro confusa.
"Buongiorno. Dormito bene?", domanda piegando la testa leggermente di lato.
"Si, grazie. E tu?", mi tiro su a sedere.
"No, direi di no.", si alza in piedi e avanza lentamente verso di me.
"Come mai?"
"Te ne sei andata mentre dormivo.", lo dice a metà tra un esclamazione ed una domanda.
"Pe..pensavo che..avresti dormito più..comodo", balbetto quando il suo viso dista a pochi centimetri dal mio.
"Non farlo mai più.", il tono è deciso, mentre il fuoco negli occhi ed il modo in cui si morde il labbro guardando la mia bocca, mi fa contrarre il basso ventre.
"Pe.. Perché?", non ho ancora aperto bene gli occhi e lui vuole già farmi ammattire.
" Perché non sono abituato a queste cose."
"Non sei abituato alle donne che sgattaiolano via in piena notte?", non mi piace immaginare Jordan con altre donne.
"Non sono abituato ad una certa ragazza che fa sempre quello che le pare.", vorrei ribattere che non può comandarmi a bacchetta, ma non vorrei rovinare il momento.
"È per questo che mi ami."
"No.", ribatte divertito.
"E per cosa, allora?"
"Perché in pratica non la smettevi più di molestarmi, non ho avuto molta scelta.", sfoggia il suo sorrisetto strafottente. Sto per colpirlo, ma poi mi ricordo delle costole.
"Sei fortunato ad avere le costole fratturate, altrimenti..", non mi lascia concludere la frase, appoggia le labbra sulle mie ed io mi lascio invadere dal fuoco nelle vene.
"Mia..mamma.", sussurro tra un bacio e l'altro.
"È andata a lavoro.", Jordan si fa spazio tra le mie gambe mentre lo trascino a letto. Una smorfia di dolore appare sul suo volto mentre si piega in avanti.
"Faccio io.", lui sorride soddisfatto. Si sdraia supino mentre salgo a cavalcioni.
Gli sfilo la maglietta prima di fare lo stesso con la mia. Poso le labbra sulle sue, e non curandomi del fatto che non ho ancora lavato i denti, mi faccio largo nella sua bocca. Gli bacio il collo, sfiorandolo con i denti, lui chiude gli occhi e solleva il viso verso il cielo. Con le mani gli sfilo i pantaloncini di cotone, grata che non abbia addosso i jeans che mi renderebbero molto goffa.
Stringo la sua erezione in mano, chiudo gli occhi e lo avvolgo con le labbra. Seguo l'istinto, muovendo la testa su e giù mentre lui mi tiene per i capelli. Le vene compaiono sul suo collo, mentre socchiude gli occhi invocando Dio. Adoro l'effetto che ho su di lui.
"Hayden..cazzo..sto..per.", so cosa sta per dire, continuo con movimenti regolari, avvolgo la punta con la lingua, le gambe di Jordan si irrigidiscono e sussurra il mio nome diverse volte
prima di raggiungere il culmine. Lo lascio riprendere fiato e mi alzo dal letto per andare a lavarmi i denti.
"Dove vai?", domanda corrugando la fronte.
"A lavarmi i denti."
"Mmm.. Sedotto e abbandonato. Sei proprio spietata.", scherza. Gli lancio addosso un cuscino e scappo in bagno quando lo vedo alzarsi in piedi.

"Sei sicuro di voler entrare?", domando parcheggiando la Camaro fuori dalla scuola.
"Si, perché?", sembra confuso.
"Per quello che è successo ieri, non so se sia una buona idea rivedere Kyle e gli altri."
"Se proveranno un'altra volta a sfiorarmi, o peggio ancora, a sfiorare te, non mi limiterò a spaccar loro il naso o qualche braccio.", rabbrividisco perché so che non sta scherzando. Qualche volta mi spaventa questo suo lato violento, ma non l'ho mai visto iniziare una rissa senza essere stato provocato in precedenza. Solitamente è colpa mia se finisce sempre per fare a cazzotti, e negli ultimi tempi accade di frequente. Vorrei davvero imparare a difendermi da sola, per non costringerlo ad intervenire ogni volta in mia difesa, ma nelle attuali condizioni non credo che sarebbe un buon maestro.
"Okay.", faccio un profondo respiro e scendo dall'auto.

Despite the loveWhere stories live. Discover now