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'BENVENUTI IN CANADA!", ulula Nate facendoci sobbalzare.

''Sei un coglione.'', esclama Jordan colpendolo sulla nuca.

''Sul serio. Che problemi hai?", domanda Vicky guardandolo storto.

Sono ancora distesa sul petto di Jordan e le sue braccia mi circondano. Mi stropiccio gli occhi e mi sgranchisco le gambe per quanto lo spazio nell'abitacolo mi consente.

Guardo oltre i finestrini e vedo un cielo azzuro limpido, senza tracce di nuvole. Quando mi alzo a sedere, scopro che siamo immersi nella natura. Ci sono grossi alberi di tutti i tipi ovunque io guardi. Siamo ancora in movimento, ma riesco ad intravedere persino diversi animali. Mi guardo intorno meravigliata, non avevo visto mai nulla di simile, e quando guardo Jordan, vedo che non ammira il panorama, ma guarda me e sorride.

''Che c'è?" , domando.

"Niente, sei bellissima.", sorrido e torno fra le sue braccia.

''Che ore sono?"

''Le dieci passate. Tra poco ci fermiamo a prendere un caffè.'', dice Vicky, mostrandomi un sorriso nervoso. La guardo incuriosita ma lei si affretta a distogliere lo sguardo.

Ci fermiamo ad una caffetteria fatta interamente di legno. L'esterno è composto di tronchi disposti in orizzontale posti uno sopra l'altro, il tetto sembra fatto di paglia e le finestrelle sono piccole e quadrate: sembra uscita da una favola per bambini. L'interno è, anch'esso, fatto di legno. Ci sono bandiere del Canada appese ovunque e le cameriere sembrano molto disponibili, soprattutto nei confronti dei nostri accompagnatori. Vicky le guarda in cagnesco, mi viene da ridere e spero che quelle poverette siano a prova di proiettile.

Ci accomodiamo su un tavolo in fondo al locale e sfogliamo i menù. Prendo un caffé e dei pancake. Jordan sorride e non posso fare a meno di domandargli perché di quel sorriso.

''Sembri la tipica turista vogliosa di provare lo sciroppo d'acero'', afferma ordinando un caffé ed un pretzel. Gli mostro la lingua e aspetto che le cameriere si siano allontanate per fare qualche domanda sul nostro itinerario.

''Da dove cominciamo?", domando sorseggiando il caffè.

È Jordan a rispondermi: '' Prima di tutto, dobbiamo raggiungere l'albergo.''

'' Albergo? Pensavo fossimo in campeggio.''

'' Piccola, credevi davvero che ti avrei fatto dormire in una tenda?", risponde inarcando un sopracciglio.

In effetti è sensato, ero già in paranoia pensando a dove mi sarei fatta la doccia, lavata i capelli, i denti, eccetera. Per non parlare degli animali che girano da queste parti e alla poca sicurezza che una tenda può offrire. Ho portato abbastanza soldi con me, perciò dovrei riuscire a pagare la mia parte senza fare affidamento su Jordan. Dall'altra parte mi sento leggermente seccata per il fatto di esserne rimasta all'oscuro fin'ora.

''Quanto dista l'albergo?", domanda Vicky. Dopo la partenza del fratello è diventata meno loquace, ma sembra che la presenza mia e di Nate le abbia fatto superare l'addio momentaneo senza grandi ripercussioni. La guardo e ripenso a quanto la detestassi solo qualche mese prima, mi domando come abbiamo fatto a legare così tanto e a come sarebbe la mia vita se non ci fosse stata lei. Ero una stupida a giudicarla male. Adesso che la conosco profondamente, come fosse una sorella per me, capisco che lei è una persona dall'anima pura e gentile, ma che bisogna imparare a scavare a fondo per riconoscerne la bellezza. E lei è così: dura fuori, e magnifica dentro. Capisco anche perché Nate si sia innamorato di lei, credo che sia inevitabile.

''Un paio d'ore.'' , risponde Nate nervoso provando a non incrociare il mio sguardo.

Nate.. nervoso? Mi sembra di essermi persa qualcosa. Avranno litigato mentre io e Jordan dormivamo? Decido di domandarglielo appena saremo rimaste da sole.

La cameriera arriva con le nostre ordinazioni e, mentre mangiamo, mi domando se abbiamo qualche spunto su dove incominciare la ricerca.


Jordan si rimette al posto di guida, sto per prendere posto dietro, per poter parlare con Vicky, ma Nate mi precede. Mi siedo vicino a Jordan e noto che anche lui è perso nei suoi pensieri. Forse mi sto facendo troppe paranoie, ma sembra che loro tre mi stiano nascondendo qualcosa. ' O forse, ' suggerisce il mio subconscio 'sono solo nervosi per quello che state facendo'. Decido di dar ragione alla voce nella mia testa, per una volta, lasciando correre il loro atteggiamento strano.

''Inizieremo da una vecchia fattoria in mezzo ai boschi, dicono che ci viva qualcuno che sa qualcosa lì.'', ci informa Jordan mentre il contachilometri supera i centoventi.

''Jordy, sono solo dicerie. Non ne abbiamo la conferma.''

''Dovremmo pur cominciare da qualche parte, no?''

''Per me va bene.'', affermo.


Inizio a mangiucchiarmi le unghie, improvvisamente presa dal nervosismo. Eccoci, ci siamo. Abbiamo un punto di partenza e forse questo ribalterà la mia vita completamente. Certo, non devo farmi illusioni, ma sperare non costa nulla.

''Hey.'', dice Jordan stringendomi la mano. ''Andrà tutto bene, non preoccuparti. Ci sono io con te.'', annuisco e cerco  di sorridere. Ci sono mille domande che vorticano nella mia testa, non riesco nemmeno ad ammirare il panorama come vorrei, perché la mente è concentrata su tutt'altro.


''Eccoci.'', annuncia Jordan. L'albergo è una riproduzione della locanda nella quale abbiamo bevuto il caffé, solo che questo edificio è il triplo rispetto alla capanna di Biancaneve.


Il consierge ci da il benvenuto e prende i nostri bagagli. Una signora anziana dietro al banco della reception ci da il benvenuto in Canada e ci porge le chiavi delle nostre camere. Due camere matrimoniali comunicanti. Nella nostra c'è un enorme letto a baldacchino in legno posto al centro della stanza, due poltrone di quelle che sembrano fatte in pelle di qualche povero animale e un enorme camino in pietra tra di esse. Il bagno è spazioso e c'è addirittura una vasca che da su una finestra enorme. Il panorama dal secondo piano è mozzafiato, si riesce a vedere al di sopra degli alberi, dando l'impressione di trovarci in volo.

''Come ti sembra?", domanda Jordan nervoso.

'' Jordan.. è perfetta.'', sorrido innamorata di ogni singolo dettaglio di questo posto, Jordan incluso.

''Meglio di una tenda?", domanda stringendomi alle spalle.

''Decisamente.'', appoggio la nuca sul suo petto e mi faccio cullare dalle sue braccia.

''Scendiamo a pranzare, poi ci riposeremo. D'accordo?", domanda strofinando il naso tra i miei capelli. Annuisco e lo seguo fuori dalla camera. Nate e Vicky ci raggiungono poco dopo. Decidiamo che dopo pranzo riposeremo un paio d'ore e poi cominceremo con la ricerca. Nate propone di aspettare il mattino seguente per cominciare, perché ormai è già mezzogiorno e in poche ore avrebbe fatto buio. Jordan lascia la decisione nelle mie mani. In effetti non sarebbe una grande idea girare per i boschi in piena notte, e nonostante la voglia di iniziare subito, capisco che Nate ha ragione.

''Va bene, inizieremo domani mattina presto.'', sembrano tutti molto sollevati dalla mia risposta e mi domando ancora se qualcosa mi stia sfuggendo

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Despite the loveWhere stories live. Discover now