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Caleb mette in moto e i sensi di colpa iniziano ad assalirmi. Quando Jordan verrà a saperlo andrà fuori di testa, probabilmente mi troverà rintracciando il mio telefono e farà una delle sue solite scenate.
"Dove andiamo?", domando spegnendo il telefono. So che questo lo farà impazzire completamente, ma non voglio che la serata finisca in tragedia.
"Andiamo al locale del mio amico, quello dove siamo andati con Victoria la settimana scorsa."
"È passata solo una settimana? Cavolo, sembra una vita."
"Già.. Allora, come vanno le cose con Scarface?", domanda sfoggiando un sorriso smagliante.
" È un bravo ragazzo, non è come può sembrare.", è più forte di me, non riesco proprio a non difenderlo.
" Non lo so, ha qualcosa di strano. Non mi piace.", non mi aspettavo un discorso simile da parte di Caleb.
" Per fortuna non deve piacere a te.", ribatto più acida del necessario.
" A te piace. ", la sua non è una domanda, è un'affermazione.
" No, non mi piace. Io lo amo, Caleb.", il sorriso smagliante sparisce dal suo viso, lasciando il posto ad una smorfia. Accosta la macchina sul ciglio della strada e mi guarda dritto negli occhi.
" Come puoi amarlo, dopo tutto quello che ti ha fatto?!", il suo tono è duro, quasi crudele.
" Tu non sai niente di lui. Non sai niente di quello che ha fatto o sul perché l'abbia fatto."
" So che non ti merita e questo mi basta. Lui ti ha ferita e lo farà ancora, eppure sei così ostinata a voler continuare questa storia."
"Avevi detto che volevi essere mio amico.", borbotto.
" Infatti ti sto facendo da amico, ti sto dicendo di pensare bene alle scelte che fai."
"Amico? Sei sparito per giorni e adesso ritorni pronto ad infangare Jordan, per ottenere che cosa?!", le lacrime che mi aspetto di sentire sulle guance non arrivano, tutto ciò che sento è solo una grande rabbia dentro.
"Te. Per ottenere te.", la sua mano si posa sul mio collo e il suo viso si avvicina al mio. Il mio cuore smette di battere, vengo colta alla sprovvista e le sue labbra trovano le mie. Non riesco a spostarmi in tempo ed una luce accecante mi abbaglia gli occhi. Mi volto verso la strada e sbianco notando la Camaro rosso scuro ferma davanti alla BMW di Caleb.
Jordan scende dalla macchina, mi affretto ad aprire la portiera mentre Caleb ha già raggiunto Jordan.
"Non è stata colpa sua.", afferma Caleb provando a difendermi. Jordan gli sferra un pugno in pieno volto facendolo cadere per terra.
"No! Jordan!", grido.
Jordan non perde il controllo, non va addosso a Caleb per continuare a prenderlo a pugni. Mi guarda, l'odio è dipinto su ogni centimetro del suo viso mentre mi guarda dalla testa ai piedi con espressione schifata.
"No, non è come pensi!", Jordan non mi degna di una risposta. Mi volta le spalle, risale in auto e sgomma via mentre io cerco di fermarlo inutilmente.
"Cazzo!! MERDA!! CAZZO! Che cazzo ho fatto?!", mi vorrei sotterrare.
"Mi dispiace.", prova a scusarsi Caleb.
"Portami a casa.", non ho le forze per litigare anche con Caleb, voglio solo andare a casa a prendere la mia macchina e andare a cercare Jordan.

Dieci minuti dopo, Caleb accosta davanti a casa mia.
"Mi dispiace, davvero.", ripete per la cinquantesima volta.
"Ciao, Caleb.", scendo dalla macchina e corro dentro.
Nate e Victoria sono ancora qui per mia fortuna.
"Nate, mi servono le chiavi di casa di Jordan."
"Perché? Che cos'è successo? Sta bene?", domanda in tono allarmato scattando in piedi.
" Si, credo di sì. Devo andare da lui e non credo che mi aprirà la porta.", Nate annuisce comprensivo prima di lanciarmi le chiavi.
"Grazie."
Salgo sulla Mini e corro più veloce del solito. Conosco bene la strada che porta a casa di Jordan, nei mesi in cui lui non c'era passavo sempre di lì, ogni tanto mi fermavo nel parcheggio a piangere quando non avevo Victoria con il fiato sul collo. Riuscirei a fare questa strada anche da bendata. Tiro un sospiro di sollievo quando vedo la Camaro parcheggiata al solito posto. Spengo il motore e mi avvio all'ingresso pregando che mi lasci almeno il tempo per spiegare come sono andate davvero le cose.

"Jordan, sono Hayden. Ti prego, apri. Lasciami spiegare.", busso ma lui non risponde. Dovevo almeno provarci prima di fare irruzione. Apro la porta e trovo Jordan seduto sul divano con una birra in mano.
"Non mi sembra di averti invitata ad entrare.", dice in tono acido continuando a guardare la tv e scolando la sua birra.
"Devi lasciarmi spiegare.", mi avvicino piano.
"Non ti devo nulla."
"Si, invece. Ti giuro che non è come poteva sembrare."
"Cos'è? Dato che io non ho voluto scoparti nella doccia, vai a cercare altri per sfogarti?", ribatte ironico. Deve essere ubriaco, non parlerebbe così se non stesse bevendo.
"No. Jordan, lo sai che non lo avrei mai baciato, non ti farei mai una cosa del genere. Caleb è sempre stato bravo, non so cosa gli sia preso stasera, non mi ha nemmeno sfiorata quella volta in cui abbiamo dormi..", merda.
"Dormito? Hai dormito con lui?!?", merda, merda, merda.
"Mi ero addormentata sul divano e lui era rimasto a dormire con me.", provo a giustificarmi. Jordan scatta in piedi, lancia la bottiglia dalla parte opposta della stanza facendola schiantare contro il muro.
"Vai fuori da casa mia, cazzo!", sbraita furibondo.
"Jordan, era prima che tu tornassi a casa."
" Io giravo l'America per trovare i tuoi genitori mentre tu ti scopavi il primo che capitava?!"
"Io non mi sono scopata proprio nessuno! Tu sei fuori di testa!", grido sentendo la rabbia fuoriuscire da ogni poro.
"Hai qualche altra confessione da fare?! Magari che ti sei fatta Gilbert oppure il postino? Ma chi sei tu?! Io sto voltando le spalle alla mia famiglia per te, e tu che fai?! Mi tradisci?!"
"Io non ti farei mai una cosa del genere, lo sai."
"Fuori! Vai fuori, cazzo!", grida avanzando verso di me. Arretro fino a trovarmi con le spalle al muro, Jordan continua ad avanzare.
"No. Non vado da nessuna parte."
"Vattene!"
"No.", si avvicina ancora, arriva a mezzo metro da me e sferra un pugno, chiudo gli occhi per lo spavento ed il rumore del cartongesso che si frantuma a pochi centimetri dal mio orecchio mi vibra nelle ossa. Sento le lacrime scivolare sulle mie guance.
Jordan posa la fronte sulla mia.
"Vattene.", sussurra. Scuoto la testa.
"No.", ripeto con voce rotta. Le sue mani affondano nei miei capelli, mi solleva il viso e posa le labbra sulle mie con decisione.
"Tu. Sei. Mia.", mi guarda negli occhi ed asciuga le mie lacrime.
"Scusa, non volevo spaventarti.", sussurra accennando un sorriso.
" Ti amo, Jordan."
" Ti amo."

Despite the loveWhere stories live. Discover now