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Jordan si addormenta tra le mie braccia con il labbro inferiore sporgente a mo' di bambino.
Quale strano senso dell'umorismo ha il destino, questo uomo dovrebbe intimorimi, farmi fuggire gridando aiuto, invece eccomi qui, ad osservarlo ammaliata come si fa con un quadro dipinto dagli angeli. Oggi sono stata davvero terribile con lui, l'ho trattato male e mi sono fatta baciare da un altro davanti ai suoi occhi. E tutto questo per dimostrare che cosa? Che sono forte ed indipendente? Che non ho bisogno della sua protezione o di quella dei nostri amici? Ho deciso di fare di testa mia per l'ennesima volta, e per l'ennesima volta ho rischiato di perderlo. Come ha detto Jordan stesso, lui ha voltato le spalle alla sua famiglia per me, ed io non faccio altro che ferirlo. Perché non posso semplicemente essere me stessa senza fare stronzate di continuo? Dovrei smetterla di agire d'istinto e imparare a ragionare prima di prendere qualsiasi decisione, altrimenti lo perderò e precipiterò nuovamente nel buio assoluto.
Sfioro la piccola H tatuata sul suo petto e lui brontola voltandosi dall'altra parte. Sorrido, poso la fronte sulla sua schiena e lo avvolgo con un braccio.

Il braccio informicolato mi risveglia, il sole penetra dalle persiane e Jordan è ancora profondamente addormentato. A quanto pare non ci siamo mossi per tutta la notte perché siamo nella stessa posizione in cui ci siamo addormentati, con l'unica differenza che le sue dita sono intrecciate alle mie sul suo ventre. Sciolgo la stretta e scivolo fuori dal letto provando a non svegliarlo, mi dirigo in cucina, accendo la macchinetta del caffè e controllo l'orologio. Abbiamo ancora un'ora prima di dover andare a scuola. Preparo delle crêpe alla Nutella con banane e fragole, riempio due tazze di caffè e torno in camera da letto.
Jordan si è messo supino con le braccia e le gambe allargate, occupando tre quarti del letto.
Salgo a cavalcioni sopra di lui ed inizio a posare lievi baci sul suo collo facendolo brontolare.
Sorrido e gli mordicchio il lobo dell'orecchio.
"Buongiorno.", sussurro piano. Le sue mani scattano sui miei fianchi, si gira in un batter d'occhio facendomi finire distesa sotto di lui. Lancio un gridolino ed avvolgo le gambe attorno alle sue.
"Buongiorno.", sorride malizioso e spinge i fianchi in avanti per farmi sentire la sua erezione.
"Vedo che sei di buonumore."
"Si, ho dormito particolarmente bene.", afferma lasciando una scia di baci sul mio collo.
"Mi fa piacere, ma ora dobbiamo alzarci per andare a scuola."
"No, possiamo saltare la prima ora. A breve ci diplomeremo, a chi importa se saltiamo una lezione o due?", le sue labbra scendono sul mio seno.
"Ma ho preparato le crêpe.", provo a dissuaderlo in tono poco convinto.
"In questo momento ho fame di altro.", sussurra baciandomi dalla pancia fino a raggiungere l'elastico delle mie mutandine.
"Jordan, no. Non possiamo.", lui solleva lo sguardo per incrociare il mio.
"Perché no?"
Divento rossa come un peperone.
"Beh..perché.."
"Hai il ciclo?", domanda divertito.
"Si.", ammetto guardando altrove.
Posa un bacio sul mio basso ventre e sorride dolcemente.
"Che peccato.", sbuffa. Prende posto accanto a me sul cuscino e mi guarda con intensità.
"Mi dispiace per ieri."
"Lo so, ma non è colpa tua.", mi rassicura.
"Ieri sera non la pensavi così.", mi guardo le mani.
"Hey.", mi solleva il mento per potermi guardare negli occhi. "Lo sai che non ero io a parlare, ma la rabbia e l'alcol."
"Lo so.", annuisco ma le lacrime sfuggono al mio controllo.
"Non piangere."
"Sono gli ormoni.", Jordan si morde il labbro inferiore, trattenendo una risata.
"Non ridere di me."
"Non mi permetterei mai."
"Ne dubito."

Durante la giornata sento gli occhi di Mel addosso per tutto il tempo, sembra indecisa se parlarmi o meno.
"Signorina Cooper, posso parlarle un momento?", domanda la professoressa Johnson al termine dell'ora di ginnastica.
"Certo.", guardo Jordan e gli faccio cenno di proseguire.
"Volevo congratularmi con lei, è davvero brava nella pallavolo, ha mai pensato di giocare seriamente? Intendo a livello agonistico."
"No, non ci avevo mai pensato."
"Beh, ci pensi. Ormai è tardi per giocare al liceo, ma potrebbe considerare le squadre del college al quale andrà."
"Ci penserò, grazie.", sono colpita dal complimento, non ci avevo mai pensato, ma non sarebbe male.
Saluto la professoressa Johnson e mi dirigo verso gli spogliatoi per cambiarmi, ma la voce di Jordan mi costringe a fermarmi.
"Hayden!"
"Hey, pensavo ti stessi cambiando."
"Si, mi è arrivato un messaggio di Victoria, dice che Nate è ubriaco al campo da football e ha bisogno di me."
"Che cosa? Okay, prendo le mie cose e vi raggiungo.", Nate ubriaco a quest'ora? Davvero strano.
"Fai con calma, ti aspetto fuori.", mi posa un bacio sulla fronte e si dirige verso l'uscita.
Entro negli spogliatoi, sono l'ultima rimasta, inizio a cambiarmi quando sento dei passi dietro di me.
"Mel.", sono stupita nel vederla qui dentro.
"Ciao, Hayden.", si sfrega le mani in modo nervoso.
"Che succede?", domando notando quanto sia agitata.
"Ascolta, lo so che sono stata una pessima amica, ma vorrei rimediare per quanto possibile..", dice tutto d'un fiato.
"Non preoccuparti, è acqua passata ormai.", ultimamente sono in vena di perdoni.
"No, ascolta..devo dirti una cosa..", sembra parecchio allarmata.
"Dimmi.", sento il ghiaccio gelarmi le vene notando il suo sguardo terrorizzato.
"Oggi ho sentito Kyle parlare con Dave.. Loro.. Ecco.."
"Vai avanti."
"Loro stanno programmando una vendetta nei confronti di Jordan, vogliono tendergli una trappola assieme ai ragazzi della squadra di football."
"Quando?", domando.
"Questo non lo so.", prendo le mie cose in fretta ed esco dagli spogliatoi ringraziandola nel modo più civile possibile, nonostante il rancore che provo per non essere stata informata prima.
"Hayden!", la voce di Vicky mi fa gelare il sangue ancora di più.
"Vic! Perché sei qui?! Perché non sei al campo?", domando pensando di conoscere già la risposta.
"Campo? Perché dovrei essere al campo? E perché sembri in preda ad una crisi isterica?"
"Il messaggio non l'hai inviato tu?"
"Di che messaggio stai parlando? Non ho inviato nessun messaggio. E comunque non trovo il mio cellulare da questa mattina.", sento che potrei svenire. Tiro fuori il telefono dalla tasca, compongo il numero e lo porto all'orecchio.
"Hey, principessa!", saluta Nate rispondendo al secondo squillo.
"Nate! Dove sei?", Vicky mi guarda come se fossi impazzita.
"Nei parcheggi della scuola ad aspettare Vicky. Va tutto bene?", domanda improvvisamente serio.
"No! I ragazzi della squadra di football hanno teso una trappola a Jordan, lui sta andando al campo adesso, Nate..", sento Nate imprecare e la linea cadere. Vicky mi guarda con il terrore impresso sul viso.
"Corri.", ordino. Corriamo il più velocemente possibile in direzione del campo pregando di arrivare in tempo.

Despite the loveWhere stories live. Discover now