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"La cena è pronta!", grida Vicky. Con mio immenso piacere mettiamo il film in pausa e ci accomodiamo a tavola. Victoria ci posa davanti dei piatti di pasta ed un insalata, la pasta è cruda e senza sale.
"Mm..è davvero..deliziosa.", mento provando a mandare giù una forchettata, Caleb mi guarda terrorizzato mentre annuisce.
"Okay, fa schifo. Cinese?", domanda Vicky buttando nella spazzatura la pasta.
"Si! Magari!", risponde Caleb con fin troppa enfasi, Vicky lo guarda in cagnesco.
Torniamo sul divano a finire il film mentre Vicky ordina al telefono, durante una scena per poco rischio di saltare giù dal divano per lo spavento, noto che la mano di Caleb si allunga verso di me e per un momento temo che voglia abbracciarmi, invece la ritrae, prende un cuscino e me lo mette di fronte alla faccia.
"Lo dicevo che era meglio un altro genere di film.", gli strappo il cuscino dalla mano e glielo lancio addosso. Lui sghignazza e lo posiziona sotto alla testa.
"Vic, ti stai perdendo tutto il film!", grida Caleb.
"Tanto mi fanno schifo gli horror!", ribatte lei.
"Meglio per noi.", sussurra Caleb, lo guardo confusa.
"Più pop corn per noi.", aggiunge con un sorriso smagliante. Per la prima volta da quattro mesi mi accorgo che sto parlando con un essere umano di sesso maschile senza cercare in lui tracce di Jordan, senza confrontarlo con Jordan. E per la prima volta sono riuscita a non pensare a Jordan per un'ora intera. Forse sto guarendo, forse sto andando avanti finalmente, non credo che questo sia collegato in qualche modo a Caleb, o forse lo è, ma non mi importa. Per la prima volta dopo molto sto quasi bene, e sicuramente non mi lascerò sfuggire l'occasione di respirare di nuovo senza provare dolore.
Dopo aver finito di sparecchiare, Vicky arriva in salotto e si siede tra me e Caleb, il film è quasi finito e Vicky inizia già a pensare al prossimo.
"Devo chiamare mia madre.", annuncio quando vedo scorrere i titoli di coda.
"Ti fermi qui, stanotte?", domanda Caleb.
"Si, se non è un problema per te.", balbetto.
"No, nessun problema.", mi rivolge un sorriso dolce ed io mi alzo per andare a chiamare mia mamma. Risponde al secondo squillo.
"Hayden, va tutto bene?", domanda allarmata. Chissà perché ogni volta che la chiamo deve essere per forza successo qualcosa, in effetti ne ho combinate parecchie di cose ultimamente perciò da una parte non mi stupisce affatto.
"Si, mamma. Tutto bene. Volevo avvisarti che stasera ci fermiamo a casa di Vicky."
"Perché?", domanda confusa.
"Perché è tornato Caleb e lei vorrebbe stare qui con lui, mi ha chiesto di fermarmi qui ed io ho accettato.", non penso che abbia qualcosa da ridire, di questi tempi non mi contraddice mai, mi irrita il fatto che lei e Vicky mi trattino come se fossi un vaso di cristallo capace di spezzarsi in qualsiasi momento, ma sono stata io a spingerle a questo punto perciò non posso lamentarmi.
"Certo tesoro, va bene. Passami Vicky, per favore.", eccoci alla fase in cui mia madre si accorda con la mia babysitter su come proteggermi da me stessa questa notte.
"Vicky!", grido. Lei arriva in un attimo, le passo il telefono.
"Ciao, Rachel.", saluta prima di allontanarsi con il mio telefono in mano.
Quando torno in salotto Caleb è in piedi e si sta stiracchiando, quando alza le braccia la felpa si alza leggermente mostrando i perfetti addominali scolpiti, una gomitata mi fa tornare in me e non mi ero accorta di essermi imbambolata. Guardo Vicky e le rivolgo un sorriso imbarazzato mentre lei scuote la testa.
"Andiamo, Automa, tua madre ha detto che non ci sono problemi.", mi passa il telefono e torna sul divano.
Il campanello suona e Caleb va a ritirare la cena, ci abbuffiamo come se non mangiassimo da anni e non posso fare a meno di domandarmi da quanto tempo Caleb non mangiasse del buon cibo cinese a casa. So che è in servizio da circa un anno, ma non so dove sia stato perché è una di quelle cose che non si possono rivelare per questioni di sicurezza.
Per il resto della serata guardiamo film comici e rido come non facevo da molto tempo, mi sento a mio agio.

"Ciao, piccola.", sussurra al mio orecchio avvolgendomi tra le braccia.
"Sei qui.", rispondo stringendo le sue mani. Sorrido felice e in pace.
"E dove altro dovrei essere?", posa le labbra sul mio orecchio, lascia dei lievi baci su ogni centimetro del mio collo.
"Ti amo.", sussurra.
"Ti amo, Jordan.", le sue mani scivolano sul mio corpo, cerco di afferrarle ma loro non ci sono più, cerco i suoi occhi blu ma anche quelli iniziano a sbiadire.
"No! Ti prego! Ti prego! NO! NO! NON LASCIARMI! NO!", apro gli occhi e lui non c'è più, al suo posto c'è Vicky dall'altra parte della camera che mi guarda con occhi luccicanti.
"Sto bene.", sussurro e lei si limita ad annuire. Ormai gli incubi sono diventati una compagnia costante e nonostante faccia sempre lo stesso sogno il risultato è sempre uguale: mi sveglio piangendo ed urlando come una matta.
"Come ci sono arrivata a letto?", domando confusa.
"Caleb.", risponde semplicemente. Era da diverse notti che non dormivo, devo essermi addormentata sul divano e lui deve avermi portata fino a qui in braccio, cavolo quanto sono sfigata. Chiudo gli occhi e cerco di non vedere più quelli blu, cerco di non pensare al mio collo che brucia come se ci avessero messo sopra il ferro da stiro e prego di dormire davvero per una volta.

Un rumore assordante inizia a tuonarmi nelle orecchie, diventa sempre più forte e fastidioso, mi lamento e cerco di coprirmi le orecchie ma il rumore costante mi costringe ad aprire gli occhi. Sono nella cameretta di Vicky, la luce entra dalle finestre e sembra che ci sia un bel sole ad illuminare il cielo. Mi guardo intorno, Vicky non c'è, al suo posto c'è un letto vuoto e perfettamente rifatto. A quanto pare lei e Caleb dormivano nella stessa camera perché ci sono due letti singoli. Mi alzo per vedere cosa sia questo rumore e quando esco in corridoio tutto ciò che vedo è Caleb a petto nudo, i pantaloni a vita bassa a mostrare l'elastico dei boxer, un chiodo in bocca, uno in una mano e il martello nell'altra. Sembra molto concentrato e..sexy, incredibilmente sexy.
"Buongiorno.", lo saluto, lui si volta verso di me, toglie il chiodo dalla bocca e mi rivolge un sorriso smagliante.
"Buongiorno, ti ho svegliata?", domanda.
"Si..no..cioé..non importa.", se si mettesse una maglietta e non somigliasse ad un modello di Abercrombie sarebbe più semplice non parlare come una ritardata. Lui probabilmente nota il mio imbarazzo perché mi rivolge un sorriso leggermente malizioso.
"Cambio la porta del bagno e vi raggiungo per la colazione, Vicky è già di là.", se fosse stato Jordan probabilmente avrebbe detto qualcosa del tipo 'puoi restare a goderti lo spettacolo, se preferisci.', ma lui non è Jordan ed io devo smetterla di pensare a lui. Lui è andato avanti con la sua vita ed io devo fare lo stesso.
" Certo.", rispondo prima di guardarmi le mani e dirigermi verso la cucina, mentre gli passo accanto mi ricordo di una cosa.
"Grazie.", sussurro guardando i suoi occhi grigi che somigliano molto a quelli della sorella, con l'unica differenza di un piccolo neo sull'iride destra che Vicky non ha.
"Per cosa?", domanda corrugando la fronte.
"Per avermi portata a letto.", quando capisco il senso della mia frase arrossisco.
"Cioè, di avermi portata a letto mentre dormivo.", neanche così suona un granché, noto che lui si morde il labbro per trattenere un sorriso.
"Nel senso che.. Ti prego non farmi continuare.", lo supplico.
"Prego, Hayden. E comunque non avevo molta scelta, continuavi a russare e non ci lasciavi guardare il film in pace.", arrossisco come un peperone, lui si avvicina al mio viso.
"Sto scherzando.", sussurra, lo schiaffeggio sul braccio e lui sorride.
"Continua a sistemare la porta prima che usi quei chiodi contro di te.", lo minaccio strappandogli una risata.
"Ai suoi ordini!", ribatte divertito.
Quando entro in cucina sto ancora sorridendo.
"Che succede?", domanda Vicky.
"Cosa?", ribatto.
"Perché sorridi? Tu non sorridi mai, tanto meno di mattina.", solleva un sopracciglio e mi osserva mentre riempie una tazza di caffè.
"Non succede nulla, è solo..", non saprei come continuare la frase senza sembrare patetica.
"Caleb?", domanda.
"No, un nuovo giorno."

Despite the loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora