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La tensione nell'aria è palpabile, nonostante Vicky e Nate provino a sdrammatizzare.
Jordan ha la mascella rigida, chiaro segno di arrabbiatura. Non oso guardarlo negli occhi perché probabilmente vi leggerei una tempesta di emozioni contrastanti: la rabbia perché ho deciso di parlare con Caleb nonostante lui mi abbia chiesto con lo sguardo di non farlo, la paura di parlare perché se dicesse la cosa sbagliata ed io mi arrabbiassi potrei andarmene, l'autocommiserazione data dall'idea che sia colpa della sua partenza se io mi sono avvicinata ad un altro ragazzo, il sollievo di sapere che da parte mia c'è solo un'amicizia nei confronti di Caleb e la gelosia sapendo che dall'altra parte non è così.
Io sono molto confusa, non sui sentimenti che provo o sulla scelta che ho fatto, perché sono sicura al cento per cento di voler con Jordan con tutte le mie forze. Ma ci sono ancora dei problemi nella nostra relazione, uno soprattutto. La sua famiglia mi sta dando la caccia e rabbrividisco al solo pensiero di ciò che potrebbero farmi se mi trovassero, ma sopra ad ogni cosa temo quello che Jordan arriverebbe a fare se ciò accadesse. L'ho visto quasi uccidere Kyle al ballo della scuola per ciò che aveva detto, non oso immaginare quello che potrebbe combinare se mi succedesse qualcosa. Un altro problema è la distanza che ci ha separati per tutto questo tempo, non sappiamo ancora se avrà delle ripercussioni sul nostro futuro insieme, ma temo di sì.
"Va tutto bene?", domanda Jordan riscuotendomi dai miei pensieri.
"Si, e tu?"
"Si, sembri con la testa fra le nuvole.", lancio un'occhiata alla coppietta felice davanti a noi.
"Si, ci sono molte cose a cui pensare.", cerco i suoi occhi blu, sono sorpresa nel constatare che la tempesta sia passata lasciando il posto ad un colorito blu sereno come il cielo nelle notti estive. Jordan mi accarezza la guancia con due dita ed azzarda un sorriso che ricambio con calore.
" Si, hai ragione. Ma forse potremmo rimandare i pensieri a più tardi, godendoci una serata..in famiglia.", risponde guardando me, Nate e Vicky a turno. Ha ragione, siamo una famiglia e le famiglie superano tutte le difficoltà insieme.
Intreccio le dita alle sue ed annuisco mentre lui mi posa un lieve bacio sulla fronte.

Nel giro di pochi minuti mi dimentico delle mie disgrazie e dei miei problemi finché uno di questi non fa capolino nel pub. Sento Jordan irrigidirsi al mio fianco mentre Kyle incrocia il suo sguardo con il terrore dipinto sul volto.
"Stai calmo.", ordino a Jordan. Vicky si accorge delle nostre facce e quando si volta per guardare chi sia entrato stringe i pugni sul tavolo, lancia un occhiata a me, a Jordan, poi al fratello seduto al bancone dietro alle nostre spalle. Kyle sembra aver visto un fantasma e quando si accorge anche della presenza di Caleb assume il colorito di un lenzuolo. Spero che sia abbastanza intelligente da fare dietro front ed uscire da questo posto prima che qualcuno lo prenda e lo usi come uno straccio per pulire i cessi del locale.
Quando Kyle posa gli occhi su di me non posso fare a meno di rivolgergli un sorriso maligno. Vicky, a differenza mia, alza la mano in gesto di saluto ma a mezz'aria chiude la mano in un pugno mostrandogli il dito medio. Trattengo una risata di fronte ad un gesto tanto immaturo quanto divertente ed appropriato. Kyle, probabilmente incoraggiato dai compagni di squadra, procede in avanti. Si guarda alle spalle e posso leggere chiaramente quello che sta passando in quella mente grande quanto gli escrementi di un topo: sta contando quanti amici ha con sé e calcolando che sono il doppio di noi, sono giocatori di football e fisicamente ben messi crede di avere una possibilità.
'Gesto molto stupido, Gilbert.'
Jordan e Nate da soli riuscirebbero a stenderli in un batter d'occhio, senza contare Caleb il quale sicuramente non starebbe in disparte se accadesse qualcosa.
Jordan cerca di alzarsi in piedi, lo prendo per un braccio sperando che lasci perdere, sembra che questo ragazzo debba prendere le mie difese di continuo. Ma dopo quello che è successo al ballo, forse non c'entro solo io, forse è più una questione personale.
"Hey, Kent! Sei tornato.", esclama uno dei ragazzi, lo riconosco perché abbiamo giocato insieme a freccette un paio di volte, mi pare si chiami Luke.
"Si.", risponde Jordan senza staccare gli occhi da Kyle.
"Pensavamo che Kyle ti avesse ucciso e buttato in qualche fosso.", lo dice a mo' di battuta, iniziando a ridere come un orso al quale è andata di traverso la saliva. Jordan solleva l'angolo della bocca in una smorfia a metà tra l'ironia e la stronzaggine, un sorriso che riconosco benissimo.
" Perché Gilbert riesca a sfiorarmi con un dito dovrebbe prima smetterla di bere latte materno.", ribatte Jordan strappandomi una risata.
"Che cazzo hai da ridere, stronza?!", mi attacca Kyle facendo un passo verso di me. In un attimo ci alziamo tutti in piedi, io trattengo Jordan mentre Vicky fa lo stesso con Nate.
"Lascia perdere, ti prego.", scongiuro Jordan, sento i suoi muscoli tesi sotto la felpa, come un puma pronto ad assalire la sua preda.
"Che succede qui?", domanda Caleb arrivando alle nostre spalle assieme ai suoi due amici.
"Ancora tu?", domanda puntando gli occhi su Kyle.
"Stanne fuori, Caleb.", ordina Jordan a denti stretti.
"Faccio quello che mi pare.", ribatte Caleb facendo un passo verso Jordan.
'Non si mette affatto bene'.
"Adesso basta. Se avete dei problemi, risolveteli fuori dal mio locale.", ordina un signore di mezza età che presumo sia il proprietario.
"Nessun problema.", si affretta a rispondere Luke, spingendo Kyle in avanti in modo da evitare l'imminente rissa. Jordan lo segue, o meglio, lo fulmina con lo sguardo finché non si allontana di qualche metro da noi, poi riporta la sua attenzione su Caleb.
" Stai attento."
" È una minaccia?", ribatte Caleb avanzando ancora, ormai sono a pochi centimetri l'uno dall'altro, solo la mia presenza in mezzo a loro gli impedisce di avvicinarsi ulteriormente.
"Un consiglio."
"Adesso basta! Finitela!", l'intervento di Nate coglie tutti di sorpresa. Ci voltiamo verso di lui, di solito è sempre sorridente ed allegro a differenza di questo momento nel quale si vedono le vene lungo il collo ed il viso paonazzo.
"Sembrate dei bambini, finitela. Abbiate un po di rispetto per Victoria.", il mio sguardo cerca quello di Vicky, i suoi occhi luccicanti mi fanno sentire davvero una merda, non saremmo in questa situazione se avessi fatto la buona amica e non la stronza egoista.
" Scusa, Vic.", sussurro. Lei scuote la testa rivolgendomi uno di quei sorrisi che possono solo significare: 'non preoccuparti.', facendomi sentire ancora peggio. Jordan e Caleb si allontanano, probabilmente sentendosi in colpa tanto quanto me.
"Scusa.", ripete Caleb posandole un bacio sulla nuca.
"Mi dispiace, Victoria.", gli fa eco Jordan con leggero sforzo.

Despite the loveOnde histórias criam vida. Descubra agora