capitolo 49

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arrivati nella stanza lui dicendo:.-dormi con me?

"io-"

si toglie la maglia rimanendo a petto nudo.

ok io adesso muoio.

calma gli ormoni.

"cosa stavi dicendo?"chiede avvicinandosi.

"io non ho molto sonno."

scoppia ridere e dice:"allora cosa vuoi fare?"

domanda stendendosi sul letto.

tante cosine.

"non lo so."

"decido io allora."

si alza e inizia a girarmi intorno senza mai baciarmi o toccarmi.

volevo che fosse vicino a me.

"vieni vicino a me."

"e se non volessi."

lo guardo male.

decido di avvicinarmi io.

poi inciampo su una borsa cadendo addosso a lui, fortunatamente mi prende al volo.

"ehm s-scusa."

"l'importante è che adesso sei tra le mie braccia."

"già."

"stai bene?"

sì ma siamo così vicini che mi sa che mi serve un ventilatore da quanto caldo mi è venuto.

"certo."

"ottimo."

mi fa stendere sul letto e si butta sopra di me.

sembra come il giorno in cui sono arrivata.

"mi stai schiacciando."

"non sai quanto mi dispiace."risponde ironico.

inizia a baciarmi tutta la faccia e poi il collo.

è troppo carino.

a un certo punto inizia a girare l'elastico dei miei leggings.

"posso?"chiedo

annuisco, sono troppo presa da lui per dirgli di no.

me li sfila e inizia a baciarmi l'interno coscia e continua.

il mio respiro sta diventando pesante.

mi morsi le labbra per non urlare.

lui si leccò le dita.

"se vuoi puoi urlare, saresti stupenda in ogni caso."sussurra. 

rinfila le dita e mi coglie di sorpresa facendomi gridare.

"sei così perfetta."

dei gemiti si susseguono ma poi sento la voce di mia madre.

"elisa sono a casa, non sto tanto bene.  sono di sotto se hai bisogno di qualcosa, anzi vengo a darti un bel abbraccio."

panico.

guardai preoccupata Brandon.

"nasconditi sotto il letto."

mi infilai velocissimamente le mutande e i pantaloni.

"poi dici che sono io quella che non ti risponde al telefono."sbuffa entrando.

"scusa mamma è che ho sonno."

"capisco."

"vieni qui."

mi abbraccia.

"che ne dici di mangiare una pizza stasera?"

"non mi va, al caso domani."

"va bene, per il resto tutto bene?"

"sì."

"ti preparo una piadina per cena?"

"certo"

"ti chiamo io quando è pronto tra due ore."

quando la mamma esce cerco di guardare dappertutto tranne che nel nascondiglio.

"mi dispiace molto che qualcuno ci abbia interrotto, continueremo domani o anche adesso se vuoi."dice.

"non posso c'è mia madre l'hai vista anche tu."

mi prende per i fianchi e mi accarezzò le gambe.

"hai ragione meglio domani."

sospiro ma poi decisi che potevamo fare ma piano.

"vuoi fare qualcosa tu adesso?" chiede.

"io?"

sì tu deficiente. 

"piccola non preoccuparti."

non so bene cosa fare ma comunque va bene a parte qualche oh piccola.

guardiamo un film e poi decidemmo di andare giù sperando che mia madre in qualche modo non si accorga di lui.

fortunatamente ha preso sonno e Brandon se ne torna a casa sua.

mi preparo la cena e vado a dormire diretta pensando agli eventi accaduti durante il lasso di tempo vita a Roma dall'inizio alla fine.

una cosa ho capito: nonostante tutto sono fortunata ad avere quello che ho.

un'amica come Billie, il gruppo dei ragazzi, i miei genitori a volte presenti altre no e un ragazzo a cui tengo molto nonostante tutto.

prendo sonno pensando a questo, la mia vita.

spazio autrice: 

volevo semplicemente aggiungere che svariate volte non ci rendiamo conto di quello che abbiamo ma solamente di quello che ci manca.

io mi sento fortunata come la protagonista: ho delle amiche a cui voglio molto bene, dei genitori sì e no presenti ma comunque esistenti e un tetto sopra la testa.

il fidanzato è la cosa che non ho ma in confronto al resto è meno.

mi basta quello che ho.

-giuls

abbracciami forte forte|Brandon Rowland( in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora