•4• ✴️Una visita notturna ✴️

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Ginevra girò la chiave nella toppa di bronzo e spinse con forza la porta: quando pioveva s'incastrava sempre , era più facile aprirla dall'interno.
Non appena mise piede in casa si tolse le scarpe da tennis e i calzini ormai fradici. E si mise il suo pigiamino preferito , era disegnato con  tanti unicorni , era ridicolo ma lo adorava.
Si buttò sul divano lungo ad L e scacciò quei pensieri che l'affolavano la mente , ma era impossibile non pensare a lui , a loro...a quella strana famiglia.
Lei?dei poteri? Era impossibile è sempre stata una ragazzina educata per bene...normale insomma .
Ma a distrarla da i suoi pensieri fu il suono del campanello, si alzò delicatamente andando ad aprire, sicuramente Ally si chiedeva che fine avesse fatto.

<<Sisi, arrivo all>> aprì delicatamente la porta , ma non trovai la figura minuta della mia migliore amica bensì di Lui che cosa ci faceva davanti al mio portone, ma soprattutto come aveva fatto a trovare la via. Mi sta pedinando forse..

<<Mi dispiace per te , ma non sono "all">> disse tra virgolette , le sue labbra piene , da baciare s'incresparono in una smorfia di impazienza. Ma che vuole ancora.
Aveva una voce ferma e profonda, il tipico ragazzino che è abituato ad essere ascoltato senza obiezioni.
Gli occhi erano di un verde talmente brillante, che non potevano essere veri, un verde smeraldo che spiccavano sul quel bel faccino chiaro.
<<Pronto?>> Fece lui , appoggiando una mano allo stipite della porta e sporgendosi in avanti. <<Hai perso la lingua?>>
A quel punto mi ricordai di respirare e indietreggiai di un passo, arrossendo per l'imbarazzo.

<<Mi fai entrare o dobbiamo rimanere a fissarci?>> Disse scostandosi un ciuffo dalla sua fronte, volevo morire.
Ooooocheiii.  <<Emh..si certo entra pure>> dio che imbarazzo. Perche lui mi fa questo effetto con Daniel non era così.

<<Carina>> disse guardandosi attorno.

<<Grazie mille, se sei venuto per convincermi stai sprecando tempo io non credo a nessuna parola di ...>>

<<Lo so>> sedendosi sul mio divano. Certo Cinque fai pure.

<<Bel pigiamino>> disse trattenendo una risata e  fissandomi le gambe con malizia , questo ragazzo non mi piace per niente.

<<Non hai nulla da fare alle 11:00 di sera che venire a casa mia a prendere in giro il mio pigiama preferito>>

<<Oh , quindi è il tuo preferito, emh, ok.>> Si alzò facendo avanti indietro per la stanza , sembrava di stare su una giostra mi veniva da vomitare.

<<Ti puoi fermare per piacere>> insistetti.

<<Gin , devi ritornare all'accademia, abbiamo scoperto che tuo padre...emh..nostro , ti aveva affidato ad Eleanor>> quel nome, come osava pronunciare il suo nome.

<Esci>> non volevo sentire più nessuna parola pronunciata dalle sue labbra.

<<No ti prego devi starmi a sentire>>

Lo presi per un braccio e lo buttai fuori casa, non mi importava cosa avesse da raccontare, la sua stupida storia inventata non mi tange per niente.
Mi dirigo in cucina per stuzzicare qualcosa , la mia pancia brontolava di continuo, sembrava che ci fossero mille dinosauri.
Aprì lo sportello , ma con mio dispiacere non ci trovai nulla di sostanzioso. Merda. Avevo dimenticato di fare la spesa, non che mangiavo molto , dalla morte di mamma l'appetito mi era passato, mi mancavano tanto i suoi manicaretti che preparava ogni volta che tornavo da scuola. Pazienza uscirò a comprare qualcosa, a New York c'è sempre un mini market aperto 24h su 24.
Con malavoglia mi misi un pantaloncini corto , era  Giugno e faceva già un caldo bestiale. Presi le chiavi di casa e il portafoglio e uscì di casa. Per colpa di quel cretino dovrò andare a piedi ma fa niente, una passeggiata mi farà schiarire le idee.

Presi il giusto che mi serviva per saziarmi e pagai. Il commesso sicuramente si domandava cosa ci facessi a quest'ora in un mini market più brutto della provincia , per giunta tutta sola, bhe era l'unico vicino a casa mia.
Uscì e feci per andarmene quando sentì tirarmi per un braccio , io spaventa mi girai di scatto pronta a mollare uno schiaffo, ma la figura di un ragazzo sui trent'anni mi rivolse la parola.

<<Oddio ti ho spaventa , perdonami, volevo chiederle una mano. Mi si è fermata la macchina , devo tornare a casa dalla mia famiglia >>

<<Io non me ne intendo molto di motori>> mostrai un sorriso , magari mi avrebbe lasciato andare subito.
Ogni singola fibra del mio corpo mi urlava di dirgli di no. D'altro canto quel tizio non mi sembrava che potesse farmi del male, insomma aveva dei figli no.  <<Non saprei>> risposi più debolmente di quanto avrei voluto. Mi scostai i capelli dal viso e, schiarendomi la voce aggiunsi: <<cioè, non so se lo so fare>>

L'uomo mi sorrise a disagio. <<Non ho scelto un gran momento, eh?>>

<<Eh no>> spostai velocemente il peso di un piede all'altro.
Una parte di me voleva solo ritornare a casa , ma una parte enorme a dire il vero, non era mai stata brava a dire di no. Esitai davanti allo sportello mordendomi un labbro inferiore. Non potevo lasciarlo a piedi doveva ritornare dalla sua famiglia. Aveva un'aria così triste.
Non avevo scuse per non  aiutarlo.
Presa la mia decisione , mi sforzai di sorridere. Mi avvicinai al parabrezza cercando la chiave inglese. <<Ti avverto sono proprio negata>> dissi con un sorriso.
L'uomo mi dava le spalle di pochi istanti. L'adrenalina iniziò a pomparmi nelle vene , il cuore parti a galoppo e la paura s'impossessò di me.
<<Voi ragazzine siete così stupide, ingenuee..>>  la sua voce era gelida quanto il suo respiro. Prima che potessi afferrare il senso di quelle parole, una mano fredda e umida chiuse la mia in una morsa glaciale.

La sua voce mi si era appiccicata alla pelle. Non ebbi anche il tempo di rispondere. Tirandomi per la mano , l'uomo mi fece girare verso di lui bruscamente. Dalla gola mi uscì un gemito di dolore. Eravamo faccia a faccia  , e non mi sembrava tanto indifeso ora. Anzi era più alto... più grosso.

<<Se...se sono i soldi che vuoi, prendili>> Avrei voluto scappare, ma perché cavolo sono uscita.

Lo sconosciuto mi sorrise poi mi spinse via con violenza. L'impatto con l'asfalto duro mi tolse il respiro.
Tirai il portafoglio dalla tasca e glielo lanciai.  <<Prendili>> lo supplicai. <<Ma lasciami andare per favore, non dirò nulla alla polizia.>>
Il mio aggressore si accovacciò accanto a me con un ghigno sulle labbra mi strappò la borsa. <<Io non voglio i tuoi stupidi soldi>>la gettò lontano.

Lo fissavo respirando a malapena. Non riuscivo a capicitarmi che stesse accadendo proprio a me. Ti prego perché io?
Se non voleva derubarmi allora cosa voleva da me. Oddio no no no
Pensieri e immagini orribili mi riempirono la mente, il panico si era impadronito di me. Volevo urlare , aprii la bocca.
<<Non urlare>> disse in tono cupo.
Cercai di liberarmi , scalciando calci ma nulla era fermo come se i miei calci fossero non gli sfioravano nemmeno.
<<Ti prego lasciamii!!>> Urlai con tutta la forza che avevo in corpo.

<<DOVE SONO?>> l'uomo mi afferrò il mento. <<Lui dov'è?>>

<<Io...non capisco>> risposi con voce strozzata.

<<Certo che non capisci insulsa ragazzina. Ho capito, forse hai bisogno di un incoraggiamento.>>
In un attimo mi mise le mani intorno al collo e le strinse.
lui mi scosse di nuovo e sbattei la testa sul marciapiede.
Poi all'improvviso le sue mani non c'erano più e in lontananza udì il rumore di un corpo che si abbatteva  sul cemento.


















🦋 Angolo autrice:🦋
Lo soooo, ora state morendo sicuramente di curiosità ahahha , vi posso solo dire che ho già scritto i prossimi capitoli e sono bellissimi vedrete😏❤️
We love you!😘

'Perché gioia e dolore han lo stesso sapore con te' ☂️💗 [T.U.A🤍] 1° LibroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora