15 aprile pt. 2

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Hoseok aveva imparato ad amare una cosa, dello stage: la pausa pranzo. Non che non adorasse ballare tutto il giorno, ma tra le quattro ore del mattino e le quattro del pomeriggio, le due ore di pausa assomigliavano davvero ad una benedizione.

Lui e i suoi compagni avevano preso ad andare in un parchetto neanche troppo distante ma sempre tranquillo, per occupare i giochi a quell'ora deserti e rilassarsi un po' lontano dalla frenesia della capitale.

In quel momento era seduto sulla cima dello scivolo, lontano dagli altri, ma comunque partecipe della conversazione, gli occhi fissi su Jongin. Era impossibile stare in camera insieme, soprattutto a causa delle sue continue provocazioni. Quante volte si erano trovati con i volti separati solo da pochi centimetri? Quante volte girava con indosso solo i boxer o provava ad avvicinarsi più del dovuto?

Fin troppe, per i suoi gusti, e si sentiva ancora più colpevole in quanto, ad eccezione di qualche messaggio, non aveva ancora sentito Yoongi in maniera appropriata. Decise che l'avrebbe chiamato quella sera stessa, al diavolo la stanchezza che si impadroniva di lui al rientro in stanza.

Anzi, l'avrebbe chiamato in quel momento.

«Torno subito.» annunciò scendendo dallo scivolo e, senza dare ulteriori spiegazioni, prese a camminare lungo il viale alberato, componendo a memoria il numero del suo ragazzo.

«Che fai, Hope?»

«Chiamo Yoonie, Kai.» impossibile. Perché doveva essere così, maledizione?

«Davvero? In questi giorni non mi sembra che tu abbia sentito tanto la sua mancanza...»

«Sta zitto.» borbottò frustrato. Il suo ragazzo non rispondeva, e lui decise di mettere via il telefono e farsi ancora due passi, nella speranza che Jongin lo lasciasse in pace.

«Be', hai ragione, potremmo fare cose ben più interessanti.» fallì un tentativo di prenderlo per mano, ma non si arrese, mettendosi di fronte a lui.

«Dai, Hope, non puoi mica fingerti così arrabbiato.» commentò posandogli una mano sotto il mento. «Sono sicuro che le mie attenzioni ti piacciano molto di più di quelle del tuo "fidanzato".» mimò le virgolette con le dita, pronunciando l'ultima parola.

«Vaffanculo, Kai. Vaff-» non terminò l'ultima parola, le labbra di Jongin si erano posate sulle sue e, approfittando del fatto che la sua bocca fosse schiusa per imprecare, il ragazzo fu rapido a trasformare quel bacio in qualcosa di più, dal quale Hoseok si allontanò non appena comprese cosa diavolo stesse succedendo.

E fu altrettanto rapido a dare uno schiaffo a Kai, non troppo forte ma comunque un gesto significativo e doloroso per l'orgoglio di Jongin.

«Non provarci mai più. Mai più. Sono fidanzato, Kai, e non so quante altre volte te lo debba ripetere prima che tu lo capisca. Non sei meglio di Yoongi, non potrai mai essere meglio di lui, e smettila di parlare male di un ragazzo stupendo che neanche conosci. Sei invidioso? Non mi interessa. E non mi interessano neanche i tuoi stupidi modi di dire secondo il quale se Yoonie non sa non soffre. Sto male io al pensiero di tradirlo, soprattutto a causa di una persona come te. Quindi, adesso, smettila, smettila per davvero e possiamo tornare ad essere amici.»

Non aggiunse altro e non aspettò una risposta, troppo concentrato sulla sensazione di colpevolezza che si faceva strada dentro di lui, e che lo costrinse ad allontanarsi quasi correndo.

«Ti amo, Yoonie.» sussurrò a nessuno in particolare, a se stesso, come se quella consapevolezza potesse dargli la forza per affrontare il resto della settimana col sorriso.












Io... sono orribile, lo so

I like your hair - {Yoonseok}Where stories live. Discover now