4 dicembre

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Hoseok era terrorizzato. Yoongi non si era ancora fatto sentire, e lui non lo faceva mai.
Riprovò a chiamarlo un'altra volta, e per un'altra volta il telefono risultò non raggiungibile.

«Starà bene, tesoro. Stai tranquillo.» provò a consolarlo la madre, inutilmente. Conosceva suo figlio, sapeva che fino a quando non avesse avuto notizie del maggiore non si sarebbe calmato.

«No, no lui...» cercò di spiegare, mentre percorreva con passi nervosi il soggiorno.
Lo voleva lì, maledizione, perché non era andato a Daegu il giorno prima? Era solo colpa sua, se solo fosse stato con lui avrebbe potuto controllarlo, stringerlo tra le sue braccia nel momento del bisogno e farlo sentire amato come si meritava.

«Sono quasi le nove, mamma. Lui...» sospirò. Non era mai stato così tanto spaventato per una persona. «Non lo sento da ieri. Di solito non passa più di una notte... io ho paura.»

La signora Jung era triste nel vedere suo figlio in questo stato, e si sentiva ancora peggio poiché sapeva che non gli sarebbe potuta stare accanto, era già in ritardo per il turno in ospedale.

«Tranquillo figliolo, sta bene. Io devo andare, d'accordo?»

Lui annuì solo per tranquillizzare la donna, che uscì di casa dopo avergli schioccato un bacio sulla guancia.

Controllò un'altra volta il telefono, senza trovare la tanto attesa notifica e decise che sarebbe andato a Daegu, al diavolo gli allenamenti nel pomeriggio. Chi si allenava di domenica pomeriggio?

Corse in camera a cambiarsi: un paio di jeans, una felpa pesante e la giacca, prima di indossare le scarpe e cercare con foga dei soldi per pagare il biglietto. Imprecò, quando sentì qualcuno suonare il campanello. Possibile che sua madre fosse così sbadata da dimenticarsi ogni cosa a casa?

«E adesso cosa...» si bloccò sulla porta.

Davanti a lui, con i capelli spettinati ed un volto che esprimeva stanchezza, c'era Yoongi, ed Hoseok non esitò un istante a fiondarsi su di lui e baciarlo con disperazione mista ad evidente sollievo.

«Tu... ma che diamine ci fai qui?» gli prese il volto tra le mani, sorridendo, prima di unire nuovamente le loro labbra. Era fra le sue braccia. Yoongi, il suo Yoongi, era al sicuro tra le sue braccia. «Mi hai fatto spaventare così tanto...»

Il ragazzo dai capelli bianchi si allontanò quel tanto che bastava per incrociare gli occhi dell'altro e rivolgergli un sorriso tenero.

«Ecco... non sono tornato a casa, dopo la cena di ieri, sono... non importa. Mi si è scaricato il telefono e non ti ho potuto avvisare del fatto che volessi prendere il primo treno. E adesso eccomi qui.» finì il discorso guardando in basso, come un bambino che si vergognava delle proprie azioni e aveva paura di essere rimproverato.

«Adesso sei qui, no? È questo l'importante.» cercò di tirargli su il morale Hoseok.

«Be', sì. Anche se in teoria è il compleanno di Jin hyung... vieni a Daegu con me?»

Il minore rise. Rise perché Yoongi sembrava davvero un bambino, rise perché era felice di averlo lì, rise perché alla fine il suo hyung era venuto a prenderlo fino a Busan.

Rise, e gli diede un altro bacio. Un bacio dolce, lento. Non gli importava niente della danza, in quel momento.

«Ma certo, piccolo.»

Quella mano pallida, intrecciata alla propria, era tutto ciò che importasse ad Hoseok.










I'm so soft right now.
E grazie per le 300 stelline 🙏🏻💜

I like your hair - {Yoonseok}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora