Yoongi ー #1

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2 ottobre 2009.

Il fuoco bruciava rosso cremisi. La casa in cui avevo vissuto fino a quella sera era avvolta dalle fiamme. Alcuni conoscenti mi stavano correndo incontro, urlando qualcosa. I nostri vicini camminavano a passi rapidi. Dissero che l’ingresso non era sicuro e il camion dei pompieri non era riuscito ad entrare. Si era fermato lì dov’era in quel momento.

Non sapevo cosa dovevo pensare, cosa provare, cosa fare. Poi mi riaffiorò in mente un pensiero "Sono stato io? Che ci faccio qui fuori?"
Subito dopo, la casa crollò con un forte rumore. La casa avvolta dalle fiamme– no, la casa che era diventata essa stessa le fiamme, il tetto, i pilastri, perfino la mia stanza, il mio amato pianoforte marrone crollarono, come se fosse una casa fatta di sabbia. Rimasi in piedi e osservai terrorizzato dal mostro che mi ero rivelato essere.

Scappai con le lacrime agli occhi, non sapevo dove andare. Erano tutti morti a causa mia. Io ero un nostro, ero marchiato dal demonio. I vicini mi lasciarono scappare, sentii mormorare  «Poverino, sarà sicuramente scosso da questa tragedia.»
Corsi piangendo a dirotto, mentre udii un canto dolce che mi calmò, guidandomi in periferia, vicino all'imbocco per una strada sotteranea.

Come se fossi stregato, seguii quella strada ritrovandomi dopo un chilometro dinanzi ad un'immensa città sotterranea. Guardai stupefatto quello che mi si mostró dinanzi, non sapevo dell'esistenza di tutto ciò.
Degli adulti si avvicinarono a me, vedendomi spaesato.
«Sei nuovo ragazzino? Da dove vieni?» guardai l'uomo impaurito, lui mi sorrise «Ehi» udii un nome «Vieni un po' a vedere, è forse un mutante questo ragazzino?»
Un mutante. Sì. Dopo quello che avevo fatto lo ero sicuramente.

Si avvicinò un uomo anziano che mi toccò la fronte, lo vidi rimanere colpito indietreggiando appena «Lui è il padrone del fuoco per eccellenza.»
Vidi alcuni abitanti di quella città avvicinarsi e circondarmi con volti pieni di stupore, indietreggiai impaurito
«Non aver paura, benvenuto a casa.»

Voltai il capo notando alle mie spalle, in lontananza, una figura alta e maschile che mi stava osservando nella penombra, rabbrividii a quella visione, mi sembrava una persona che non apparteneva a questo periodo.
Neri erano i suoi capelli e forse, neri erano anche i suoi occhi. Quando si voltò e andò via notai il suo abbigliamento: jeans con qualche strappo, una maglia bianca ed una camicia a scacchi rossa e bianca aperta.
Chi era? Mi aveva seguito? Era un abitante di quella città?

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