Capitolo 15

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Kim Taehyung era seduto sul tetto del camper con aria sinistra, si era levato la maglia tenendo le ali spiegate nella loro magnificenza.

«Kim Taehyung è l'essere più malvagio che io conosca. Lui è l'angelo ribelle disceso negli inferi per eccellenza. Odia che gli venga frugata la mente e ho le mie teorie al riguardo. Lui è sicuramente un essere immortale vivo da secoli e secoli, l'ho dedotto dalla sua mente così ampia e piena di ricordi di secoli a non così lontani. Penso non sia l'unico a vivere da secoli, Jeon Jungkook è l'altro essere. Non ne ho la certezza, ma nasconde qualcosa di maligno e oscuro.» Jimin guardò il compagno con le labbra schiuse «Non mi pare una cosa possibile Nam...» il maggiore fece mezzo sorriso «Viviamo in un mondo dove si può viaggiare anche nel tempo. Tutto è possibile Park Jimin.» Jimin guardò colpito il maggiore che guardava l'orrizzone facendo roteare attorno al suo corpo due piccole sfere di metallo «Il controllo del tempo è una cosa pericolosa... Insomma si può variare il presente ed il futuro!» Namjoon sospirò abbassando il capo «Hai ragione, per questo un potere simile deve finire nelle mani giuste.» Namjoon camminò lentamente seguito dal minore e continuò a parlare «Sicuramente non ti sei relazionato con molti mutanti. Devi sapere che ci sono diversi mutanti divisi in classi diversi, c'è una specie di gerarchia. Noi siamo classificati di tipo A, dopo di noi c'è la classe S estinta apparentemente e classe omega di cui solo un mutante ne fa parte. È stato il primo del mondo, ha dormito per milioni di anni ed ora è tornato tra noi.» Jimin si strinse nelle spalle «Tu sai chi è?» il signore dei metalli scosse il capo «No, so solo che... Potrebbe avvenire la fine del mondo a causa sua. È malvagio. Dobbiamo essere pronti a fermalo in caso decide di non vivere più pacificamente.»
Hoseok si avvicinò ai ragazzi silenziosamente «Mi spiace aver origliato. Ho sentito del mutante di classe omega in quella struttura... Da quello che so l'essenza di questa creatura... È fatta di fiamme. L'unica persona che gestisce totalmente il fuoco è Min Yoongi, lo chiamavano dio del fuoco... È forse lui il mutante omega?» Namjoon ridacchiò appena per quella affermazione «No, assolutamente no.»

15 giorni dopo.
«Non abbiamo altra scelta. È la guerra: umani contro mutanti.»
«Non vinceremo mai...» «Per questo abbiamo bisogno di altri mutanti.»

La dotteressa minuta e bruna camminava pensierosa, si domandava dove fosse Hoseok, se fosse solo o in compagnia, se fosse al sicuro o meno. I suoi pensieri furono interrotti da dei rumori fastidiosi provenienti da una stanza oscura infondo al corridoio: la stanza dei mutanti morti.
La dottoressa entrò in quella stanza stando in guardia, si guardò attorno col cuore a mille, non sapeva cosa stesse succedendo, una cosa era certa: era un evento paranormale e straordinario.
Qualcuno iniziò a battere forte contro il vetro della propria capsula, la donna afferrò un coltello camminando lentamente scrutando con attenzione ogni singolo movimento e suono.
Di colpo dei vetri si frantumarono, la donna sussultò voltandosi in direzione del rumore udendo poi dei respiri affannosi. La dottoressa sgranò gli occhi sorpresa avendo quasi un mancamento a quella vista: i morti sono morti, non possono tornare indietro.
«Merda che è successo?!» si lamentò il mutante mettendosi seduto nella capsula con aria irritata «Cazzo che gelo!» il ragazzo borbottò qualcosa sotto gli occhi ancora increduli della bruna, poi si alzò della capsula guardandosi attorno disorientato.
Il ragazzo iniziò a correre tra i corridoi che poco conosceva di quella struttura, nella sua corsa incrociò diverse persone che lo guardarono terrorizzati. Il mutante in panico corse veloce, ignorando tutto e tutti, nella sua testa una voce lo guidò verso la salvezza.

Quando fu fuori, il ragazzo fu accolto da un vento fresco che gli accarezzava il viso con dolcezza. Si guardò attorno ansimante, era confuso, molto confuso, non sapeva perché fosse lì, che cosa stesse accadendo. Socchiuse gli occhi guardando dinanzi a lui, poi a passi lenti iniziò a camminare tra il fitto bosco, il sole stava calando, ben presto sarebbero scese le temute tenebre.

Jungkook camminò per quella casa solitaria pensieroso, stava riflettendo su come la sua vita fosse cambiata negli ultimi mesi e soprattutto stava riflettendo su se stesso, su chi fosse veramente.
Il ragazzo era parecchio confuso ultimamente e spesso non riusciva più a riconoscersi. Non vedeva i ragazzi da quindici giorni anche se nel profondo della sua anima desiderava tanto rivederli... Il problema era che una parte non voleva vederli ed il perché era ignoto.
Confusione, questa primeggiava nella mente di Jeon Jungkook. La sua vita era tramutata di colpo, si era ritrivato in un mondo terrificante smarrito e abbandonato dalla sua stessa famiglia.
La sua famiglia. Chissà cosa stavano pensando, se erano preoccupati per il loro bambino o meno. Al ragazzo mancava soprattutto sua madre, era una donna gentile, bella e altruista, voleva tanto rivederla, ma sapeva bene quanto fosse rischioso. Dopotutto anche lei aveva contribuito a rinchiuderlo lì.
Jungkook avrebbe fatto meglio a dimenticarsi della sua famiglia.

Kim Namjoon e Kim Seokjin erano sulla spiaggia faccia a faccia, il minore tra i due aveva le mani nelle tasche.
«Perché questa improvvisa voglia di vedermi dopo così tanto tempo?» Seokjin sospirò rispondendo «La guerra sta arrivando Nam, umani contro mutanti. L'obbiettivo siete voi cinque, se sapessero di Jungkook ovviamente si aggiungerebbe anche lui...»
Namjoon scosse il capo «Questi umani tenebrosi... Ci temono e vogliono farci fuori. Noi cinque non abbiamo cattive intenzioni, anzi vogliamo far vedere al mondo che i mutanti servono per la salvezza dell'umanità. Siamo come i supereroi dei fumetti tanto amati.» Seokjin abbozzò una risata «Dei supereroi? Baggianate... Non esistono...» «Non ancora, forse...» ribatté il minore.
Seokjin si avvicinò lentamente al ragazzo «E sentiamo chi è l'antagonista di questa squadra di supereroi?» Namjoon sollevò le spalle e con tono poco curante rispose «Chi lo sa, potresti esserlo anche tu.»
Seokjin e Namjoon rimasero interi lunghi secondi vicini l'uno di fronte all'altro senza pronunciare alcuna parola, l'atmosfera era molto strana.
«Potresti essere davvero il nostro nemico, Jin...» sussurrò il signore dei metalli «Non voglio essere il vostro nemico, voglio essere vostro alleato...» ribattè il curatore con tono calmo.
Nanjoon scosse il capo allontanandosi dal ragazzo «Non puoi essere nostro alleato, se nascondi la tua vera natura. Sei molto pericoloso Jin, ma questo tu ancora non lo sai.» Namjoon si fermò di spalle al maggiore proseguendo poi con le parole «Jin, se dovesse andare tutto storto ricordati di questi momenti: Uno: l'omicidio di Taehyung, due: l'incidente familiare di Yoongi, tre: la fuga di Hosek, quattro: i tentati suicidi di Jimin.»
Detto questo il ragazzo si allontanò definitivamente lasciando il maggiore disorientato più che mai.
Seokjin sapeva solo una cosa però in quel momento: doveva trovare Jungkook.

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