Pronto a correre, Marco Mengoni

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Sarò pronto a correre per me 
E tu ferma immobile 

Federico Chiesa
Uscii dallo spogliatoio più in fretta del solito. Sarà che mi mancava fare partite a calcio, sarà che sapevo che Deborah era sugli spalti a guardarci, in ogni caso avevo l'adrenalina addosso.
"Schalke 04. Non è una squadretta dell'oratorio, eh?" fece Giovanni, eravamo inseparabili.
"No, per nulla, fanno la Champions questo anno. E noi dobbiamo dimostrare di cosa siamo capaci." risposi.
"Giusto. Chissà se il mister farà giocare anche Marko. Sai, dell'allenamento di ieri ho visto che è bravo..."
"Ha fatto due anni alla Juve, quello. - lo interruppi - Ed è vice campione del mondo. Ha i requisiti per giocare ovunque."
Arrivammo al campetto e il mister mi diede una pacca sulla spalla.
"Che dite, ce la giochiamo oggi?"
"Sarebbe preferibile." esclamò Gio, quindi iniziò a correre per riscaldarsi, seguendo Valentin, uscito dallo spogliatoio prima di noi.
Allora anche io li imitai e, improvvisamente, sentire di nuovo l'erba sotto i piedi e la sensazione del pre-partita mi fece stare meglio.
Feci un giro e mezzo di campo, e nel frattempo noi si erano uniti gli altri.
"Ragazzi, tutti qui!" chiamò il mister.
Mi avvicinai alla panchina insieme agli altri mentre il mister mise alcuni cinesini a terra e ci indicò qualche esercizio da fare.
Finito il riscaldamento, ascoltammo cosa aveva da dire il mister, poi dovemmo attendere l'arrivo dei giocatori dello Schalke.
Spostai lo sguardo su Deborah, seduta in panchina, e guardai Marko avvicinarsi a lei. La ragazza si alzò e i due si dissero qualcosa. Il sorriso sulla bocca di lei doveva essere nominato patrimonio dell'UNESCO.
Poi però il fratello si rivolse a lei di nuovo, ed ella si rabbuiò.
Osservai Marko posare una mano sulla spalla di Deborah, che si strinse a lui e si lasciò abbracciare.
Quella ragazza aveva qualcosa di strano, di diverso dalle altre. Nascondeva una cosa sicuramente importante, e io sarei riuscito a scoprirla.
"Federico, mannaggia a te, hai capito? - mi rimproverò il mister - Una cosa dovevi fare, cioè ascoltare una frase in croce, non fai nemmeno quello!"
"Mi scusi, mister. Ero sovrappensiero." borbottai.
"Ho visto."
Pioli sospirò, si grattò la nuca e mi guardò.
"Te lo ripeto, ma non farmi fare un'altra scenata simile, eh?"
"Certo mister."
"Ho det- Cyril zitto. Dicevo, che tu devi solo stare sulla destra e... Jordan risparmia i commenti e tieni il fiato per correre... Quando ti arriva un pallone cerca l'uno due con Marko, oppure se lui te lo passa fagli il tocco di ritorno, voglio vedere come gioca e le sue conclusioni." spiegò.
Io annuii.
"E la prossima volta non farmi ripetere le cose, ok?"
Annuii di nuovo, poi il mister mi diede una pacca sulla spalla.
"Avanti, in campo ora."
L'undici titolare si schierò in campo e io mi misi sulla destra, come indicato dal mister, poi guardai e vidi che Giovanni era al centro e Marko invece sulla sinistra.
La fortuna era che, stando sulla fascia destra, in questo primo tempo ero vicino alla panchina.
Signorina Pjaca, ammiri la mia bravura.
L'arbitro fischiò l'inizio del match e per i seguenti quarantacinque minuti non esisteva più nulla se non la palla e la rete. E Deborah, ovvio, lei esiste sempre.
Dovevo fare contento il mister per assicurarmi una maglia da titolare anche questa stagione e anche per vedere cosa mi dicesse Deborah alla fine della partita.
Perciò, non appena mi arrivò palla, feci tutta la fascia destra in contropiede e crossai, cercando la testa di Marko, ma la palla trovò quella di Giovanni. Era un buon colpo di testa, ma Gio era un capoccione e non centrò la porta.
Perchè Madre Natura ti ha dato una testa normale e tu la usi come se fosse quadrata? La porta la devi pigliare, Gio!, pensai tra me.
Lo Schalke era una buona squadra e infatti ci mise in difficoltà, soprattutto verso la fine del primo tempo, quando trovarono il gol del vantaggio.
Al duplice fischio, ci ritirammo nei due spogliatoi.
"Ragazzi, avete fatto un buon primo tempo. Ora dobbiamo riaprire la partita, ok? Giovanni, tu spostati sulla sinistra e, Marko, tu stai al centro, prima punta. Durante la partita è probabile che vi chieda di cambiare ancora modulo, per confondere un po' gli avversari. Il tridente a centrocampo, sì mi riferisco a voi, Marco, Jordan e German, dovete permettere poche ripartenze dello Schalke, mentre in difesa mi sembra vada tutto abbastanza bene, anche se abbiamo subito gol.
Ripartiamo ora, mettiamoci la testa e il cuore."
Tutti fecimo di sì con la testa, mentre German alzò un braccio e guardò verso l'alto.
"A Davide."
Anche noi alzammo una mano verso il cielo, con quel rito che dal fatidico 4 marzo compivamo prima di ogni partita, per rendere omaggio a lui, e per dedicargli le nostre vittorie ma anche le nostre sconfitte, perchè lui era sempre e ancora con noi.
"A Davide." ripetemmo in coro, quindi uscimmo dallo spogliatoio per il secondo tempo.

Fui il primo ad entrare in campo. Passai di proposito accanto alla panchina, dove Deborah se ne stava seduta con lo sguardo rivolto altrove. Vedendo comparire la mia figura, si voltò a guardarmi e mi sorrise.
Federico hai una reputazione da mantenere, non fare cazzate.
Ricambiai il sorriso senza fare altro e in poco tempo anche gli altri entrarono in campo per il secondo tempo.
La situazione si ribaltò in pochi minuti.
Su un passaggio di Marco, percorsi la fascia destra senza problemi e mi feci spazio per entrare in area, quindi feci assist a Marko, alla mia sinistra, che da poco dietro al dischetto calciò di piatto sinistro siglando il gol del pari.
Alzò le braccia al cielo mentre noi tutti andammo da lui al dargli un cinque.
Successivamente vidi con la coda dell'occhio Marko correre verso la panchina, quindi baciò Deborah sulla guancia, mentre lei, con occhi sognanti, applaudiva suo fratello.
Che bello avere una sorella così.
Il pallone fu a centrocampo e l'arbitro fischiò. Il gioco riprese e la partita resto equilibrata per altri buoni venti minuti.
Era l'ottantaduesimo minuto quando Kevin Mirallas, subentrato a Marko, passò palla a Gio, che calciò verso la porta, ma il portiere parò.
Il pallone venne respinto e prontamente io la toccai dolcemente, a porta vuota, facendo il 2-1.
I miei compagni mi diedero un cinque, quindi sorrisi e alzai le mani al cielo, a formare il numero 13.
In seguito guardai verso la panchina.
Deborah mi fissava, con il sorriso sul viso, quindi mimò un 'bravissimo' con le labbra.
La partita terminò e gli avversari si ritirarono in spogliatoio. Pioli invece ci fermò per alcune osservazioni e opinioni sulla partita, quindi ci diede un giorno libero, domani, e il ritrovo previsto per il martedì.
A gruppetti, ridendo e scherzando, lasciammo anche noi il campetto.
"Ehi."
La voce dolce di Deborah mi fece voltare verso di lei.
"Complimenti per il gol." riprese la ragazza, sorridendomi sincera.
Persi la capacità di parola davanti al suo sorriso, ma soprattutto persi la capacità di riflettere e di reagire quando mi lasciò un bacio sulla guancia.
Spalancai gli occhi, mentre lei mi voltò le spalle e se ne andò verso il fratello.
Se tutte le volte che segno mi dai un bacio, dolcezza, abituati: me ne darai davvero tanti.

So che la partita era finita 3-0 per lo Schalke, ma io posso cambiare tutto muahahaha 😈
Sono felice per Fede che ha trovato di nuovo il gol ieri, complimenti. Sono più felice però del gol di Mario in Juve-Roma ahahah
Spero che il capitolo vi piaccia 💙

𝐒𝐄𝐍𝐙𝐀 𝐒𝐎𝐅𝐅𝐑𝐈𝐑𝐄 || Federico ChiesaWhere stories live. Discover now