Perdono, Tiziano Ferro

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Perdono si quel che è fatto è fatto io perché chiedo
Scusa regalami un sorriso io ti porgo una
Rosa 

Federico Chiesa
La chat con Deborah mi aveva rasserenato, avevo capito che tutto era risolto e stavo finalmente molto meglio, più tranquillo e con più consapevolezza che tutto poteva essere ancora possibile.
La notte quasi non riuscii a dormire da quanto ero agitato per il ritorno di Deborah.
Dovevo ancora scusarmi in modo effettivo, non mi piace fare le cose dietro uno schermo, parlarsi faccia a faccia è una cosa molto più efficace e un metodo per vedere la reazione della persona con cui si sta parlando.
Dovevo quindi inventarmi un modo memorabile per chiederle scusa.
La mattina mi svegliai da quelle poche ore di sonno consumate e feci una colazione veloce. Avrei avuto allenamento alle nove e volevo fare tutto con calma, perciò mi ero svegliato pochi minuti prima delle otto.
Così, dal nulla, feci una storia su Instagram per rendere l'attesa di Deborah un po' più dolce.

InstaStory di @fedexchiesa

Era chiaro che stavo aspettando Deborah

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Era chiaro che stavo aspettando Deborah.
Comunque, chiaro per me, non per gli altri.
Anche se, come vidi da alcuni messaggi che mi arrivarono dai miei compagni di squadra, probabilmente era una storia troppo mirata.
Pensavo che, modificando l'orario sul conto alla rovescia, sarebbe stato poco comprensibile.
Deborah infatti sarebbe arrivata a cavallo di mezzogiorno, così aveva detto Marko il giorno prima.
Invece, la reazione di Giovanni alla mia storia distrusse le mie idee di camuffamento.
La aspetti stasera? 😏
Sorrisi e scossi il capo per la battuta dell'argentino. Non sapeva essere romantico, lui era solamente perverso.
Non essere idiota. - scrissi - Si capisce così tanto che parlo di lei?
Potei immaginare la sua risata mentre visualizzava il messaggio.
Come sei ingenuo, certo che si capisce. Almeno, io che lo so lo capisco. Lei probabilmente non lo capisce.
Sospirai e andai in camera per preparare il borsone per l'allenamento, continuando a pensare a un modo per farmi perdonare.
Sarebbe stata una lunga giornata.

Deborah Pjaca
Scesi dalla macchina di Federico per poi aprire il baule e prendere i miei bagagli.
Il tragitto era stato dominato da un silenzio glaciale, così come la colazione a casa, che era stata pesantemente noiosa, con me e Federico assorti dai nostri pensieri, e nessuno dei due che voleva cedere e chiedere scusa all'altro.
Presa la valigia, richiusi il baule e presi dalla borsa il biglietto che avevo già comprato e che avrei dovuto obliterare.
Sospirai mentre mi affacciai allo sportello lato passeggero lasciato ancora spalancato.
A fatica alzai gli occhi fino a incontrare il suo sguardo freddo che mi scrutava.
"Ci si vede." mormorai.
Lui fece una smorfia tirata che sarebbe dovuta essere un sorriso, ma che non lo sembrava affatto.
"Ciao Deborah." rispose spostando lo sguardo verso il volante della macchina, probabilmente diventato d'un tratto interessante.
Chiusi lo sportello e mi incamminai verso il mio binario.
In poco tempo riuscii a timbrare il biglietto, caricare nel mio vagone la valigia e il treno partì.

𝐒𝐄𝐍𝐙𝐀 𝐒𝐎𝐅𝐅𝐑𝐈𝐑𝐄 || Federico ChiesaNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ