Cut the rope, Charlotte OC

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I'm running in circles, I'm losing it all
From something to nothing, do the right thing, let me fall

Deborah Pjaca
Arrivati alla macchina, Federico la aprì e mi accompagnò allo sportello, sempre tenendomi l'ombrello, quindi salii, poi salì anche lui e mise l'ombrello ai piedi dei sedili posteriori.
Sospirò e poi abbassò lo sguardo sui suoi vestiti.
"Ehm... forse avere i sedili in pelle non è così fantastico in questo momento." commentò.
Io risi.
"Sei uno sciocchino, Fede. Potevi stare anche tu sotto l'ombrello, era abbastanza grande per tutti e due." dissi osservandolo mentre si strizzava la maglia.
Dopo aver sentito la mia frase, si voltò di scatto, facendo volare le gocce di pioggia dei suoi capelli su mezzo cruscotto, e sorrise sornione.
"Volevi il contatto fisico con me sotto l'ombrello, eh? Che furbetta."
Ancora sorrisi. Era decisamente di buonumore.
"Smettila di fare l'idiota. Andiamo a casa dai."
Lui annuì e accese la macchina, quindi uscì dal parcheggio e iniziò a guidare verso casa sua.
Nel frattempo accese la radio e dopo poco iniziò una canzone inglese, un tormentone di quell'estate, che senza renderci conto iniziammo a cantare tutt'e due a squarciagola, il ritornello soprattutto, perché il resto non erano altro che parole sconnesse e inventate.
Non ce n'erano di storie, insieme a Federico mi trovavo troppo bene.
Arrivammo a casa sua dopo poco meno di dieci minuti; appena entrati, Federico mi raccomandò di comportarmi "come fossi a casa tua".
Siccome erano le dieci passate da qualche minuto, e siccome il giorno seguente alle nove in punto i ragazzi avrebbero avuto allenamento, e almeno per una volta nella vita Federico avrebbe fatto meglio ad essere puntuale, decisimo di andare direttamente a dormire.
Federico mise la sveglia per le sette e mezza, quindi andò a lavarsi i denti.
"Fede?" lo richiamai io dalla camera.
"Sì?" fece quando ebbe finito di lavarsi i denti.
"Hai... insomma, posso mettermi qualcosa di più comodo?" domandai, osservandomi allo specchio nella sua camera, alludendo al fatto che indossassi un paio di jeans stretti e un maglione.
"Uhm, lasciami cercare qualcosa che non ti sia enorme." acconsentì aprendo l'armadio, iniziando a tirare i cassetti e spostare i vestiti appesi.
"Questo... potrebbe andare. Guarda se ti va."
Ancora con la testa nell'armadio per cercare dei pantaloni, mi lanciò una felpa.
Era fantastica, morbida e teneva caldo. E profumava di Federico. La provai e, nonostante fosse un po' grande, decisi di tenere quella, perchè era tremendamente bellissima.
"Per quanto riguarda i pantaloni... ho solo quelli corti. Mi spiace."
Mi porse un paio dei suoi pantaloncini da gara della Fiorentina dell'anno prima. Io li presi e guardai Federico in modo eloquente. Lui sembrò non capire.
"Puoi girarti?" chiesi, vedendolo perplesso alla mia occhiata.
"Oh, certo, scusa."
Si voltò e quindi io indossai i suoi pantaloncini, poi lasciai i miei vestiti sulla sedia della scrivania della camera.
A quel punto andai in bagno per lavarmi la faccia e togliere quel filo di trucco che avevo applicato, mentre Federico si cambiava, presumevo.
Quando tornai in camera, Federico si era già infilato nel letto, e con una mano si scompigliò i capelli.
Mi avvicinai al letto e mi sedetti anche io.
"Deborah?"
Mi voltai sentendo la voce del ragazzo, che mi sorrise.
"Vuoi guardare qualcosa alla TV?"
Scossi il capo.
"No grazie. Io... la scorsa notte ho dormito poco." spiegai, ricordando la terribile notte passata da Bernardeschi, l'ultima a Torino, durante la quale non avevo riposato per nulla, solo pensato al litigio con lo juventino e cercato di capire cosa gli fosse passato per la testa mentre mi diceva quelle parole che mi avevano ferito non poco il cuore.
Presi il telefono lasciato sul comodino e vidi tre nuovi messaggi.

Da: Brother 💕
Ehi sis tutto bene? C'è stato un brutto acquazzone, voi siete già a casa di Fede?

Sorrisi in modo spontaneo, la preoccupazione di Marko era una delle cose più belle di questo mondo.
"A chi è riservato quel bel sorriso? Quale prestigioso ammiratore hai dall'altra parte dello schermo?"
La domanda arrivò direttamente da Federico; alzai lo sguardo per posarlo su di lui, che mi osservava intensamente con quei suoi occhi incantatori, senza smettere un attimo di sfoggiare il suo sorriso.
"Oh, in realtà nessun ammiratore. - risposi - È Marko, mi ha chiesto se stiamo bene, visto l'acquazzone che c'è stato."
"Che fratellino premuroso. - commentò, mettendosi sul fianco e posando il gomito sul cuscino, tenendosi la testa con una mano - Mandagli un vocale, così capisce che è tutto ok."
"Preferisco di no, non immagino le cazzate che spareresti sovrastando la mia voce." replicai sorridendogli.
Gli scrissi che stavamo bene, poi controllai gli altri due messaggi.

Da: Mire 🎯
È successo qualcosa ieri vero?

Da: NoGood17 💗
Cosa è successo? Devo spaccare la faccia a Bernardeschi?

Non avevo voglia di spiegare, specialmente con Federico Chiesa in agguato, perciò risposi a entrambi con un semplice "vi spiego domani, ora ho bisogno di riposare."
Lasciai il telefono sul comodino e mi misi sotto le coperte.
"Dormi?" chiesi a Federico.
"Non ancora."
"Posso spegnere la luce?"
"Fa' pure."
Spensi la luce e mi coricai, appoggiai la testa sul cuscino e mi rannicchiai su me stessa, incrociando le braccia al petto.
La felpa teneva caldo, ma non abbastanza, perchè avevo ancora freddo.
"Hai freddo?" fece infatti Federico.
"Un po'."
Lo sentii muoversi nel letto e poi lo percepii molto più vicino a me, e ne fui sicura quando circondò le sue braccia attorno a me e appoggiò il mento sulla mia spalla. E mi strinse sempre più a sé.
"Che fai?" domandai, senza nascondere un sorriso.
"Avevi freddo. E io ti scaldo." rispose semplicemente.
Mi voltai e gli lasciai un bacio sulla guancia.
"Grazie. Sei sempre così gentile." dissi, lasciandomi andare contro il suo petto.
Lui mi lasciò un bacio sul collo, che mi provocò un brivido lungo tutta la spina dorsale.
"Buonanotte Deb."
"Buonanotte Fede."
Misi le mani sulle sue, che erano attorno alla mia pancia, e lasciandomi cullare dal suo respiro e dal suo battito mi addormentai.

La sveglia suonò puntualissima.
Aprii gli occhi e mi liberai delle possenti braccia di Federico per alzarmi dal letto. Spensi la sveglia e, approfittando del fatto che Federico stesse ancora borbottando contro il mondo perchè bisognava svegliarsi, mi cambiai velocemente e indossai i jeans e il maglione lasciati sulla sedia.
"Federico, ti decidi ad alzarti da quel letto? O ti devo tirare fuori di peso?" domandai volgendo lo sguardo al ragazzo, che non accennava a muoversi.
"Penso la seconda."
"Scordatelo. Arriverai in ritardo ad allenamento per l'ennesima volta e il mister ti ucciderà." gli rammentai.
Lui sbuffò e aprì gli occhi, quindi si alzò. Si avvicinò e mi sorrise, un sorriso genuino, il più bello già di primo mattino, e mi venne da ridere.
Aveva i capelli tutti scompigliati e lo sguardo assonnato.
Un Federico Chiesa più dolce e tenero di così ero sicura che non potesse esistere.
"Il bacino del buongiorno?" domandò, con quel tono e quel desiderio di un bambino che chiede le caramelle.
Impossibile dirgli di no, impossibile resistere ad un Federico Chiesa appena sveglio.
Gli lasciai un bacio sulla guancia, mentre lui mi abbracciò come un peluche.
"Possiamo andare a far colazione ora?" chiesi spazientita.
Lui mi guardò perplesso.
"Come fai ad avere fame appena sveglia?"
Sorrisi.
"Non so se è chiaro, io ho sempre fame."
Scesimo al piano inferiore e, mentre Federico preparò qualcosa per colazione, io preparai il tavolo.
Per due.
Per me e per lui.

Buonasera gente bella ❤
Non ho molto da dire, perciò vi lascio 😘😅
Spero vi piaccia il capitolo 💕

𝐒𝐄𝐍𝐙𝐀 𝐒𝐎𝐅𝐅𝐑𝐈𝐑𝐄 || Federico ChiesaWhere stories live. Discover now