Capitolo 25: Impediamo un matrimonio! [R]

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13 luglio 2018

Francesca

Mi viene da piangere, ma non ci riesco. Provo solo un'amara stanchezza, una nausea triste. È così quando ti senti giù, che più giù non potresti.

Le campane della cattedrale rimbombano per tutte le strade della città. Tutti i cittadini, con abiti eleganti, si dirigono verso il tanto atteso evento, mentre io rimango qui su questo balconcino, come Quasimodo, il gobbo di Nôtre Dame.

La città è in festa, mentre il mio cuore è in tempesta.

È passato già più di un anno da quando sono arrivata in questo paese e nonostante tutto non mi pento. Rifarei ogni cosa, perché tutto mi porterebbe a lui.

Mi ha insegnato a credere in me stessa e a vivere.

Aeron

Sono seduto nel mio studio e da due ore fisso il piccolo figlio stropicciato che ho in mano.

Caro Aeron,

Non dimenticherò la prima volta in cui ci siamo parlati, in cui ho pensato che saresti stata l'ultima persona con cui mi sarei messa. Non dimenticherò la prima volta in cui mi hai fatto cambiare idea, la prima volta in cui ti ho guardato e ho deciso che potevi restare nei miei giorni, tra i miei casini, tra le mie speranze. Non dimenticherò le notti passate a sognarti. Non dimenticherò niente, ma non può andare avanti. Ho bisogno di trovare me stessa e tu mi sei solo d'intralcio. Ma non dimenticherò quanto ti ho amato. È stato meraviglioso, ma devo andare avanti senza di te.

Francesca

Teresa

Devo assolutamente fare qualcosa, o me ne pentirò per tutta la vita. Cammino avanti e indietro nella mia camera mentre Antonio mi segue con lo sguardo.

<<Hei, piccola. Non devi sposarti tu oggi, perciò calmati. Se fai così oggi, quando ci sposeremo cosa farai?>>, dice, sorridendo, mentre mi accarezza la fronte.

Busso alla porta di Aeron. <<Posso entrare?>>

La porta si apre proprio nel momento in cui appoggio la mano sul pomello. <<Ciao, devo andare>>, borbotta. A quel punto se ne va.

Ha lasciato camera sua aperta.

Potrei cercare la lettera di Francesca: ne approfitto subito ed entro.

In una cosa non è ancora cambiato: l'ordine. La sua camera è in perfetto stato. Cerco senza spostare nulla sui comodini e dentro la cabina armadio, ma non trovo nulla. Mi volto verso la scrivania e vedo un foglio accartocciato.

Bingo!

Lo apro subito e lo leggo.

Esco dalla camera e mi squilla il telefono.

Francesca

<<Pronto?>> Devo essere più naturale possibile, non deve sapere che io so.

<<Ciao, so che c'è il matrimonio di tuo fratello, ma io sono molto impegnata a sistemare la biblioteca con i nuovi restauri, perciò mi chiedevo se potessi consegnargli una lettera con i miei auguri>>.

<<Solo per Aeron?>>

<<Sì>>, sussurra.

Sorrido. <<Mando subito Antonio>>.

<<Ti ringrazio>>.

Sono io a doverti ringraziare: Aeron ha imparato ad amare con te.

Chiedo ad Antonio di andare a prendere la fatidica lettera. Tornato indietro,  entriamo nel grande salone allestito per la cerimonia e la sposa fa il suo ingresso.

Erika indossa un vestito a sirena bianco in pizzo con dei ricami blu scuro, una tiara con uno zaffiro e un decolleté. Guarda tutti, ma mai davanti a sé: le è sempre piaciuta la gloria. Aeron osserva l'entrata della sua compagna, ma non la fissa veramente come dovrebbe fare un uomo in un giorno del genere. Ho la lettera di Francesca in mano e il panico mi assale.

Come faccio a dargliela? La cerimonia è già iniziata. Cosa faccio?

Riprendo subito fiducia e mi calmo. <<Chi è a conoscenza di qualche impedimento per il quale Erika e Aeron non possano unirsi in matrimonio, parli ora o taccia per sempre>>, annuncia velocemente il parroco.

All'inizio della frase successiva mi alzo di scatto. <<Io, mio signore>>.

<<Io, mio signore>>. Christian si alza.

<<Io, mio signore>>. Antonio fa lo stesso e a seguire Concetta, Salvatore, il sig. Santoro e...Gregory Le Blanc.

Nella sala si crea un clima di sgomento: nessuno osa proferire parola. Ci sono sette persone in piedi che sostengono di conoscere tali impedimenti. Erika mi fissa incredula: gli occhi rossi dal nervoso le stanno per uscire dalle orbite, mentre Aeron mi osserva confuso.

Mi avvicino ad Aeron e gli consegno la lettera. Lui osserva la scrittura e alza immediatamente lo sguardo verso di me, come se mi chiedesse "È di Francesca?"

Io annuisco.

Cercando di Trovare me stessaWhere stories live. Discover now