Capitolo 6: Addio [R]

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Giorno 21

"Perché quando si sta annegando,
Non si sa mai,
Se conviene farsi forza
O lasciarsi andare giù
Nel mare"

Ho ripreso a mangiare da quando mia madre è andata via. Mi sono fatta portare una pizza e sono riuscita a mangiarne quasi metà. È un grande passo. Ho finito le lacrime ormai e sinceramente non ne ho più voglia.

Continuo a riflettere sul significato della vita: capita a tutti di sentirsi così? Capita a tutti di sentirsi soli, dispersi, vuoti, feriti, uccisi?

In questi giorni ho iniziato a leggere "Il fu Mattia Pascal" di Pirandello. Vorrei tanto essere una nuova persona. Vorrei ricominciare da capo.

E così l'idea di essere una nuova persona si impossessa di me. Accendo il cellulare e, ignorando tutti i messaggi, le chiamate perse e le notifiche di altre applicazioni, elimino tutti i miei profili social. Non voglio esistere più. Prima di spegnere definitivamente il cellulare mi arriva la pubblicità di una scuola privata e del suo sito internet. Sembra piuttosto interessante, così passo il giorno a controllare le modalità di iscrizione, le borse di studio e gli alloggi. La scuola si trova a Treia, una cittadina delle Marche, in Italia, e si chiama "Scuola Le Blanc". Stando al sito, si tratta di una scuola speciale, basata sulle arti e le scienze del passato.

Giorno 25

Ho passato il test di ammissione online della Le Blanc, ottenendo la borsa di studio. Non mi sentivo così felice da giorni. Vendo la mia auto per pagare il volo trovato su Internet, così sistemo le valigie, pago il motel ringraziando infinitamente il gestore per avermi fatto un ingente sconto e parto in direzione di non so dove.

Non so cosa mi aspetterà, ma questo non può impedirmi di andare via. Voglio lasciare tutto alle spalle. Sono riuscita, pagando un'esigua somma, a cambiare nome tramite il sito dell'anagrafe. Questo mi ha dato speranza. La speranza di poter andare via e ricominciare.

Stampata la ricevuta del mio documento, chiudo la porta della stanza, divenuta ormai più simile a una casa che a una misera stanza di albergo.

Prima di entrare in aeroporto lascio a un barbone tutto ciò che Evelyn rappresentava per me: il cellulare, alcuni vestiti e dei soldi (quei pochi che mi avanzano). Almeno a lui serviranno davvero d'ora in poi.

Mi chiamo Francesca Brooke. Cambio il mio nome in Francesca, come mi chiamava mio padre prima di lasciarci, e butto fuori dalla mia vita Evelyn per sempre. Nient'altro. Evelyn Brooke non esiste più. Solo Francesca.

Scrivo un ultimo biglietto, destinato a Madison e che probabilmente non leggerà mai. 

Cara Madison. 

Io ci ho provato. Sul serio. Ogni volta mi dico che è quella buona, che sarai una buona amica, che non sparirai nel nulla, eppure anche questa volta il copione si è ripetuto.

Ogni volta ci provo. Ti invio cose personali, cose che solo a te faccio leggere, ma a te... a te non importa nulla. Quello che scrivo io non è importante, non merita nemmeno di essere letto da te. Ah, vorrei tanto mi amassi, così perlomeno le mie parole varrebbero qualcosa ai tuoi occhi.

Lo so che tu dici di essere mia amica, e penso anche tu ne sia convinta, ma quando ho bisogno di qualcuno tu non ci sei. Ormai anche se sto a pezzi, se avrei bisogno di un consiglio o di sfogarmi non provo nemmeno più a contattarti. So che non mi risponderai, e che se leggerai i miei messaggi lo farai giorni dopo. Avessi una vita impegnata... Ma no, tu eri così anche quando non avevi nulla da studiare, nessun lavoro, il nulla più assoluto. È chiaro che conversare con me, raccontarmi qualcosa, non è fra i tuoi primi impulsi. E mi dispiace. Mi dispiace tanto ma io non posso considerarti mia amica.




Cercando di Trovare me stessaWhere stories live. Discover now