Capitolo 2: Ricordi [R]

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Dieci anni fa

<<Perché piangi?>>

<<Quel bambino mi ha detto che sono brutta>>, dico singhiozzando, ma intanto vedo la piccola Madison andare verso quel bambino e dargli un pugno in faccia. <<Ora sei brutto anche tu>>. Il bambino corre via piangendo.

Rido. <<Sei più bella quando ridi>>.

<<Non è vero. Lo dici solo perché me l'ha detto la tua mamma una volta>>, continuo singhiozzando.

<<Tieni>>. Mi porge un dolcetto. <<Sai, a volte la bellezza è dentro e non fuori>>.

Io annuisco e mangio il dolcetto silenziosamente.


Cinque anni fa

<<Madison, dài, stai ferma>>, ripeto per l'ennesima volta mentre sistemo lo stabilizzatore della macchina fotografica.

<<Devono essere perfette queste foto, mi raccomando!>>, ribadisce.

<<Lo saranno se starai ferma>>.

Siamo in un campo di grano della fattoria dei Milles. In questo periodo il vento e la luce sono perfetti per fare delle foto. Il rosso di Madison calza a pennello con il giallino delle spighe.

Click!

Dopo almeno tredici foto, Madison decide che il suo servizio è terminato, così andiamo via. Mentre camminiamo verso casa, continua a parlarmi del quarterback Mike mentre io guardo la vastità della natura che ci circonda, mai apprezzata. Osservo ogni minimo dettaglio: come il vento accarezza le spighe, il loro giallo nitido, gli alberi intorno al campo. Tutto.

Mi ritornano in mente tutti i ricordi legati a quel campo: a cinque anni, io e Madison siamo uscite di nascosto e lo abbiamo scoperto. Da quel giorno è diventato il nostro posto segreto. Tuttavia, ha perso la sua magia quando un giorno, dopo essere stata trattata di merda a scuola da parte del genere maschile, scopro Madison a scopare con il quarterback Mike. Da quel giorno non sono più tornata in quel campo, eccetto oggi.

<<Mi stai ascoltando?>>, chiede Madison interrompendo il mio brusio.

<<Si, scusa. Mike! Cosa stavi dicendo?>>

Parlava sempre di sé. Non dava mai spazio ai miei pensieri e alle mie emozioni; così ho imparato a rinchiuderli dietro ad un muro. 


Cercando di Trovare me stessaWhere stories live. Discover now