28. Problemi In Paradiso

811 50 21
                                    

Quella notte sapevo che Morfeo non sarebbe venuto a farmi compagnia per concedermi un po' di riposo. Assolutamente no.

Giacevo nel letto supina a fissare quel soffitto basso e grigiastro, provavo a non concentrarmi sulla puzza di chiuso e vecchio che c'era nell'aria, provai ad immaginare il profumo della mia camera. Per qualche motivo c'era sempre profumo di lenzuola pulite e un lieve accenno di vaniglia.

Ero a letto come tutti gli altri perché fisicamente ero stanca morta ma la mia testa non la smetteva di pensare. Così quando sentii la porta d'ingresso chiudersi, immaginai chi fosse l'unica altra creatura la cui testa non ne voleva sapere niente di stare zitta.

Mi arrotolai nella coperta e uscii fuori, il mio respiro si condensava in fumo nel fresco dell'una di notte , il cielo era pieno di stelle e stranamente rassicurante e tranquillo.

Michael era seduto raggomitolato con le spalle al muro, le ali spiegate e lo sguardo perso all'insù.

"Qualche sera fa ho provato a fissare le stesse per un periodo di tempo lunghissimo. Ho letto che se ti concentri troppo svieni. Ho pensato mi avrebbe dato un po' di pace e riposo." mi disse. Non mi guardò nemmeno ma sapeva fossi io. "Sono così disperato?"

"Credo di si" scherzai.

Mi avvicinai piano a lui e presi posto attenta a non schiacciare le sue ali striate di nero e grigio con le punte bianche.

"Lascia stare questa storia di Ray Mar" mi suggerì lui.

"Ah, quindi lo sanno proprio tutti che non faccio altro che indagare" alzo le sopracciglia.

"Oh si, ti chiamerò Sherlock" scherzò lui.

"Che idiota!" mi misi a ridere con lui e per un attimo mi sembrava fosse tutto più facile fra noi, come una volta "ma almeno scherzi, è un buon segno se sei tormentato. Lo stai passando?"

"Credo di si" lui annuì.

"Scusa se non ti sono stata accanto, odio il fatto che ci siamo allontanati ma lo sai... dopo il bacio"

"Non sarebbe dovuto succedere lo so" tagliò corto.

E in quel momento non sapevo cosa rispondere. Si? No?

La verità era che il bacio non mi era dispiaciuto per niente. Ma non era solo il bacio. Era proprio la presenza di Michael e ogni qual volta rimanevamo da soli, anche semplicemente a parlare. Non era niente di che ma io e lui andavamo d'accorto, ci capivamo. Oltretutto in quella situazione non so cosa stava passando Axel. Non doveva essere il suo periodo di vita preferito nonostante fossimo in guerra contro suo padre da una parte e contro quello a cui aspirava dall'altra.

"Non parli più piccolo Demone?" mi derise.

"Smettila dai" scossi la testa.

"Perché? Problemi in paradiso con Cipriano piccolo?"

Rimasi di nuovo zitta e abbassai lo sguardo, fissando l'erba davanti a noi. Mi stava mettendo in difficoltà.

"Di nuovo in silenzio" Michael annuì "Ok..."

"Michael ero venuta qui per risolvere la situazione fra di noi, non fare così, mi fai solo incazzare." gli dissi chiaro e tondo.

"Si, certo, per venirmi a parlare ci hai messo giorni e giorni e anche di notte perché i sensi di colpa ti mangiano. La verità è che non accetti quello che succede"

"Chi lo accetterebbe?"

"Lo so che è difficile: siamo in guerra, tutti contano su di te, Axel sta facendo l'idiota e Ray e tutto. Ma questo è iniziato molto prima, all'Accademia c'era già qualcosa"

Accademia delle Creature 2Where stories live. Discover now