25. Padri

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Non dormivo così bene da anni. Mi sentivo un po' a casa. Anche se quella non era casa mia, non era la mia città e ci nascondevamo.

Avevo passato la serata con mia mamma, Candice, la mamma di Axel e Patch, aveva cucinato ed eravamo rimasti a cena. Sembrava tutto così normale da farmi strano. Ma era piacevole.

"Buongiorno" Fla mi sorrise.

"Hey"

"Sembra tu sia stata bene" mi disse poi.

"Si vede tanto?" ridacchiai.

"Non sembri tu" scherzò lei.

"Mettendo da parte la bella serata di ieri, ora so che mio padre sta bene. Adesso posso dire di avere qualcosa in mano mi capisci? Sto davvero facendo quello in cui credo, non sono più una marionetta. Né del Consiglio, né del signor Cipriano"

"Si hai ragione. Da quando ti hanno mandata in quella missione in Russia non ci siamo più fermati, è stata un'Odissea, un continuo essere sbattuti da una parte all'altra. Ma adesso siamo dove dobbiamo essere con chi dobbiamo essere" mi aveva capita benissimo.

"Non ci saranno più ingiustizie Fla, pensaci! Sembra un'Utopia ma lo possiamo fare..." sorrisi piena di speranze "Ridaremo le ali ai Caduti che hanno collaborato per i giusti motivi"

"A proposito di quello..."

Lei cambiò espressione e si morse un labbro.

"Ieri ne stavamo parlando con Marika e Cameron, sai dei Caduti e di questa storia delle ali... Non credi sia un po' ingiusto? Voglio dire, ci sono Caduti che le meriterebbero davvero le ali come Patch, Mary e Maira. Ma ci sono anche Caduti che hanno fatto delle brutte cose e si sono meritati quello che è successo loro"

"Si hai ragione, per questo c'è il registro" annuii "e poi se ci saranno Caduti che collaborano solo per ripicca all'Accademia faranno di sicuro qualcosa di sbagliato una volta tornati alla normalità, e credimi, sarò io personalmente a strapparli le ali di nuovo, l'hai visto, lo so fare." divenni glaciale, non riconoscevo la mia stessa voce. Se volevo davvero essere il capo dovevo anche essere pronta a punire i miei stessi soldati. Patch lo avrebbe fatto.

"Ma sanno cosa significa perdere le ali ed essere cacciati da questa dimensione, non lo faranno. Sono fiduciosa." conclusi.

"Stai attenta a quel che decidi di fare ok?" era preoccupata per me?

Non le dissi niente, annuii e basta. Poi andò via e io tirai un lungo sospiro. Se anche Fla iniziava a temere per la mia incolumità, beh forse dovevo iniziare a stare attenta davvero.

Accarezzai la collanina col cristallo e sperai che mio padre fosse prudente, a proposito di Caduti ed esiliati. Dal momento che sapevo fosse ancora vivo, non vedevo l'ora di riabbracciarlo e che si unisse a noi. Mio padre si che avrebbe dovuto far parte dell'Accademia, sarebbe stato uno dei professori preferiti. O un saggio capo, di certo non era impulsivo come me o i fratelli Cipriano.

E, a proposito di loro due, li vidi confabulare da lontano, Patch armeggiava qualche invenzione di Mary e Axel osservava interessato. Era bello vederli insieme, erano simili e Axel aveva così tanto da imparare da Patch. Ma allo stesso tempo Patch voleva imparare così tanto del suo fratellino, ora che era uno dei Demoni più potenti in vita.

"Cos'è?" domandai a Patch.

"Una specie di frusta, ti priva di poteri. Vuoi provare?" lui mi fece un sorrisetto oscuro e io feci un passo indietro con una brutta espressione.

"Sto bene così. E poi non mi serve davvero sapere come si usano questi affari. Non ne ho bisogno e i Caduti sono con me"

"Fa bene sapere" commentò Axel.

Accademia delle Creature 2Där berättelser lever. Upptäck nu