13. Stanza Piena

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Giocavo con il cristallo della collana fra pollice e indice, con lo sguardo perso nel pavimento marmoreo del nostro palazzo. Messi in quella stanza a caso del primo piano, giusto per non farci interagire con altri, avevo mandato in tilt il cervello a furia di pensare a tutte le possibilità.

Mio padre era finito in una fossa di serpenti, lo sapevo benissimo. Quello che mi chiedevo era se lui ne fosse consapevole. Il suo migliore amico non era quello che credeva ma solo un altro Giuda.

"Si stanno innervosendo tutti qui" sussurrò Michael, seduto accanto a me.

"Come dar loro torto" commentai la situazione, svegliandomi da quello stato di dormi veglia.

"Mio padre è sparito Michael, non me ne sta importando molto di questa cazzo di missione sinceramente" aggiunsi dopo.

"Si lo so..."

Ci fu qualche altro secondo di silenzio fra noi due. Ma sentivo che lui volesse chiedermi altro, non teneva le dita ferme e ogni tre secondi si toccava la nuca.

"Che c'è?" domandai al mio amico Demone dagli occhi verdi.

"Mi domandavo che fine ha fatto Patch" diede voce ai suoi pensieri.

"E' al sicuro" dissi tranquillamente.

"Perché ti fidi di lui? Come può averti convinta?" non riusciva a capire quella situazione, e sinceramente nemmeno io, in fondo alla mia coscienza, sapevo perché credevo così tanto in lui e alla sua versione.

"Sinceramente all'inizio non sapevo nemmeno io se credergli o meno, ma più vedo quello che succede da quando siamo tornati e più gli credo"

"Fammi indovinare, c'entra suo padre vero?" mi chiese e io annuii.

"Non puoi dirlo a nessuno, in modo particolare ad Axel" mi raccomandai.

"Perché, credi che in questo momento non sia là fuori a fare un casino con suo padre per averti messa in questa missione speciale di massacro?" comparì un sorriso ironico sul suo viso. Michael non sorrideva spesso, ma gli si illuminava il volto quando lo faceva. Anche in situazioni del genere.

"Lo conosco meglio di te, sa che non deve dare nell'occhio e riguardo la storia di Patch lui si fida e non fa domande"

Dopo di che, finalmente entrarono i padri della rivoluzione meno mio padre. Il padre di Axel era affianco al generale.

"Bene, come avrete capito siete la squadra speciale della missione che abbiamo progettato per giorni. Sappiate che siete la chiave di questa guerra, se le vostre gesta andranno a buon fine, avremo in pugno l'Accademia." iniziò il suo discorso.

"Infiltrarci per rubare armi e informazioni non basterà, siamo comunque in minoranza numerica e, sinceramente, siamo anche più deboli in quanto molti non sono ben addestrati. Inoltre avete pensato a quanto sia rischioso mandarci lì? Se ci catturano sarete ancora di meno, non potrete mai attaccare, sarete schiacciati"

Attaccai subito il loro stupido piano che consisteva in un'infiltrazione dall'ala sud dell'Accademia per prendere armi e dati dai computer generali che c'erano in quelle sale.

Ma io e Michael, a differenza di molte Creature in quella stanza, nuove a queste cose, sapevamo bene in cosa consistesse l'ala sud dell'Accademia. Era una zona militare e tutti gli alunni sapevano che era solo una scusa per nascondere ben altro, qualcosa di oscuro. Ovviamente era la zona più sorvegliata dell'intera cittadella ed era, non solo off limits, ma non se ne parlava molto. Era un vero e proprio tabù.

"Il piano è ottimo signorina. La zona sud, come la conosci tu, non esiste più. Erano molto più preoccupati che qualcun di interno vedesse cosa nasconde piuttosto che qualcuno di nemico" mi rispose altezzoso il signor Cipriano.

"E cosa nascondono esattamente?" chiese un Angelo Caduto.

"File e rapporti di tutte le missioni svolte e ancora da svolgere più l'armeria sequestrata ai Caduti, per questo vi stiamo facendo entrare da lì" il generale iniziava a perdere la pazienza.

"Nient'altro?" domandò Michael.

"Non che noi sappiamo."

O almeno, niente che volessero dirci.

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Non ci permisero di vedere gli altri prima di mandarci ufficialmente in missione. Perciò ci infilammo delle divise, ci divisero in alcune Jeep e ci portarono al confine con la zona dello schieramento nemico.

"E' da pazzi" commentò Michael mentre marciavano in capo alla fila di soldati.

"Mi sembra che non abbiamo scelta quindi non ci resta che eseguire gli ordini..." avevo lo sguardo perso, non sapevo più cosa dire o pensare.

Michael infatti mi guardava stranito. Non era da me arrendermi in quel modo ne ero consapevole. Ma intanto mio padre era sparito per l'ennesima volta, Patch era riuscito a scappare e la maggior parte dei miei amici era al sicuro. Non rimaneva che uscire viva da quella missione insieme a Michael.

Poi all'improvviso il mio cellulare squillò e fortunatamente avevo la vibrazione. Tempismo 1 - Mar 0.

"Cos'è questo rumore?" sussurrò Michael, prima di accorgersi che proveniva dal mio pantalone.

"Cavolo Mar, davvero? Il cellulare in missione? Ti faceva più matura, che diavolo...."

"Michael!" lo bloccai e calai la mano nella tasca "Fermati un attimo a riflettere. Se l'ho portato non è certo per scambiarmi messaggini d'amore con Axel no?"

Si accese una scintilla nei suoi occhi. Il numero mi confermo la tesi. Era mia madre, sicuramente Patch ce l'aveva fatta, ora non mi rimanere che scoprire come l'avevano presa lei e la sua coinquilina.

"Facciamo un pausa di cinque minuti" Michael bloccò la marcia per coprirmi e io ne approfittai per allontanarmi e rispondere.

"Pronto? Mamma?"

"No, sono io" riconobbi subito la voce profonda di Patch.

"Oh cielo, non sai che sollievo sentirti" mi passai una mano nei capelli.

"Non cantare vittoria troppo presto mezzosangue" mi riprese subito "mia madre sta iniziando a fare un milione di domande, vuole chiamare mio padre, sentire Axel. Ovviamente è confusa: si è vista arrivare nella sua casa di campagna il figlio che non vedeva da anni quando l'altro non si fa sentire mentre tu si"

"No Patch! Provatela a calmarla in qualsiasi modo! Se devi mentirle fallo. E' per il suo bene, qui la situazione è delicata"

"Che succede? Axel?"

"No, lui sta bene. Io sono appena partita per una missione ma tuo padre ovviamente non l'ha incluso. In più mio padre è sparito... Patch non so più cosa fare, tuo padre ti cerca come un dannato e credo sappia che sono stata io"

"Ok Mar fa un bel respiro e non impanicarti. Ho bisogno che tu sia lucida, prima di tutto dimmi dove vi hanno mandati"

"E' una missione del cazzo per recuperare informazioni e armi dei Caduti nell'ala sud dell'Accademia, sai la zona proibita?"

Patch non mi rispose, ma lo sentivo respirare profondamente dall'altra parte del telefono.

"Patch...?"

"Si, ci sono stato" la sua voce era glaciale.

"Beh, potrebbe essere utile sapere qualcosa in più. Perché è così segreta? Cosa ci tengono di preciso?"

"Le ali dei Caduti"

Accademia delle Creature 2Donde viven las historias. Descúbrelo ahora