22. Baci e Schiaffi

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La sera facevo su e giù nella mia camera, era quasi ora di cena e tutti gli altri erano in salotto, come sempre, a parlare o guardare la tv.

Io e Axel dovevamo dir loro di Patch, del loro padre, di quello che avevo intenzione di fare. E che avevo disperatamente bisogno non solo della loro presenza in questa cosa folle, ma soprattutto volevo il loro supporto.

"Zuccherino"

Axel era appoggiato allo stipite della mia porta, i bicipiti fasciati da una t-shirt bianca, colore che indossava raramente ma che gli stava benissimo, un paio di jeans neri e i capelli ancora bagnati dalla doccia che aveva fatto.

"Hey, è già ora di cena?" chiesi un po' distratta dal suo essere fottutamente bello anche in una situazione del genere.

"Non ancora, sono solo venuto a vedere come stai" chiuse la porta dietro di se per avere privacy.

"Sono agitata, inutile che me lo chiedi" sorrisi disperata.

"No Mar intendo..." si morse un labbro e poi si lasciò andare sul mio letto con un sospiro.

"Spero tu non ti sia spaventata troppo oggi, quando io e Michael stavamo duellando. Poi volevo sapere come stanno le cose fra noi perché non facciamo che parlare di Patch e mio padre e questa dannata guerra e tutto il casino che abbiamo intorno"

Presi posto affianco a lui e gli strinsi una mano. Mi sentivo così in colpa...

"Sappiamo benissimo entrambi che quello che proviamo non è riuscito a spegnerlo nemmeno la guerra Axel" lo rassicurai "Ma c'è una cosa che ti devo dire..."

"Lo so che provi qualcosa per Michael" mi confessò. Io persi un battito o due.

"Che vuoi dire?"

"Che vedo come lo guardi e come ti preoccupi per lui. Lo capisco davvero, lui è molto più simile a te rispetto che a me" mi mancata l'aria. E di solito ero io a controllarla...

Per l'ennesima volta avevo sottovalutato Axel.

"Si ma io amo te" dissi con una lacrima proprio all'angolo dell'occhio destro.

"Lo so zuccherino" lui mi guardò con quegli occhi lucenti che gridavano 'sono il più furbo dei demoni'.

Lo baciai come se non fosse passato un giorno dalla nostra prima volta alla scogliera. Lui non esitò un attimo e mi lasciò fare, cosa che di solito non faceva, di solito era lui a condurre i giochi. Era molto più bravo di me con queste cose, Axel sapeva come far godere una ragazza. Demone, Angelo o Caduto che fosse...

La cosa ci stava sfuggendo di mano, non potevamo farlo lì, con la porta che non era bloccata, a pochi minuti dalla cena e tutti nell'altra stanza. Ma allo stesso tempo non riuscivo (e non volevo) fermarlo. Ero stesa sul letto e una delle sue mani era già sotto la mia maglietta.

"Aspetta" sussurrai fra un bacio e l'altro.

"Non voglio" sorrise maligno e poi prese a baciarmi il collo.

"Axel io e Michael..." ci provai.

"Te l'ho detto, non m'importa, so che sei mia" mi guardò convinto delle sue parole.

Ed era vero. Aveva ragione. Per quanto Michael fosse più simile a me, mi capisse ed era un ragazzo fantastico. Axel era Axel. E mi faceva sciogliere, non mi faceva ragionare, mi mandava fuori di testa.

"ORA DI CENA!" sentimmo Luke gridare nel corridoio e ci fermammo tornando alla realtà.

Axel sbuffò e sorrise come per dire "Non ci credo, proprio sul più bello..." e io semplicemente mi misi una mano sulla faccia ridendo.

"Fottuto Luke" imprecò Axel.

Dopo cena trattenemmo tutti i nostri amici prima che si chiudessero nelle loro stanze.

"Ragazzi dobbiamo trovare un luogo sicuro dove parlare e non dare nell'occhio. E soprattutto dobbiamo trovare una scusa per andare lì tutti insieme" ci suggerì Michael.

"Ci sarebbe il nascondiglio che ho fornito a Patch" sussurrai ad Axel e Michael. Il granaio era perfetto.

"Si ma come andiamo fuori dal campo di allenamento se non è per una missione? Daremo nell'occhio" protestò il ragazzo moro.

"Puoi chiedere a tuo padre di mandarci nei campi per allenarci col volo, non sembra sospettare di te no?" suggerii.

"Ma sospetterà se gli dico chi sono le persone che vengono con me"

"No io non credo, non si fidano solo di me e Mar. Per gli altri tuo padre chiuderà un occhio. Non si aspetta davvero che Luke e Ashton si ribellino" disse tranquillo Michael.

"Infatti non lo credo nemmeno io ancora" aggiunsi.

"Ci riuscirai" mi assicurò Axel.

"Ok allora, non ti resta che andare a chiederglielo"

Axel prese un lungo respiro e, senza dire nulla, si diresse verso l'ascensore. Lasciando tutti noi ad aspettarlo per avere il nostro halibi.

"Sembra tutto ok fra di voi" mi disse Michael dal nulla, mentre in tv mandavano Big Bang Theory e i nostri amici ridevano.

"Lo è. Sono contenta che sia comprensivo" annuii. Non riuscivo a guardare negli occhi tormentati di Michael.

"Forse lo è un po' troppo no?"

"Non provarci Michael..."

"Gli hai detto del bacio?" sussurrò.

"Credo lo abbia capito"

"Credi?"

"Sa che lo amo"

Lui annuì amareggiato "Certo che lo ami"

"Che vuoi dire? Lo sai che è così" iniziavo a incazzarmi.

"Non costringermi a dirtelo"

"Non costringermi a litigare con te di nuovo" ribattei.

"Ma vuoi aprire gli occhi?"

"Che dici?"

"Lui non ti crede! Non crede a Patch e non riesce a credere che suo padre sia il pezzo di merda che è" Michael aveva la voce profonda e rauca. C'era qualcosa di maligno che di solito non c'era.

"Sei tormentato, la tua mente ti gioca brutti scherzi" doveva essere così.

"Non venire a piangere da me se ti tradirà"

"E allora perché starebbe facendo questa cosa del nuovo esercito con me?" non aveva senso. Michael diceva cose assurde per eclissare Axel.

"Senti non lo so, magari vuole solo dare un pugno in faccia a suo fratello o vuole solo farsi una scopata.."

Mi partii uno schiaffo istintivo che si sentì nella stanza nonostante la tv. ci stavano guardando tutti.

Scappai in camera mia senza nemmeno sapere l'esito di Axel.

Chiusi la porta con troppa forza, fece un rumore assurdo. Avevo voglia di gridare, come la voglia che hai di dormire quando sei tormentata. Avrei potuto scatenare un altro uragano, ma non come quello della missione. Uno violento. Un tornado avrebbe spazzato via tutta questa rabbia?

Pensai che da lì a poco le mie amiche sarebbero entrate in camera e io non volevo vedere nessuno quindi aprii la finestra e guardai fuori. Ero così in alto che mi vennero le vertigini anche se avevo le ali. Ma presi coraggio e uscii volando.

Volai veloce nella notte, nessuno mi vide. Andai proprio nei campi di grano dove c'era il nascondiglio di cui avevamo parlato. Scatenai un uragano per davvero. Non avevo scelta, in qualche modo dovevo sfogarmi: Patch me l'aveva sempre detto. E io avevo bisogno di essere lucida in tutto quel caos.

Ma dopo mezz'ora avevo usato così tanta magia che mi lasciai andare sul ripiano del granaio dove aveva dormito il leader degli Angeli Caduti.

Accademia delle Creature 2Donde viven las historias. Descúbrelo ahora