18. Reprimere

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Era ora di cena e avevo lo stomaco chiuso, ma dovetti per forza tornare all'attico altrimenti la mia assenza si sarebbe notata troppo.

Quando entrai nella sala da pranzo, erano quasi tutti seduti perciò presi posto tra Fla e Axel. Da una parte la mia amica che avrebbe voluto chiedermi tante di quelle cose, dall'altra Axel che sembrava ancora abbastanza incazzato con la sottoscritta e sicuramente non voleva parlarmi.

"Stai bene?" mi sussurrò Valeria e io le feci un'espressione strana come per dire 'più o meno'

Michael non si presentò a cena ma non chiesi niente a Calum, lo conoscevo, doveva essere altrove anche lui. Mentalmente e fisicamente.

La porta di ingresso si spalancò, facendo entrare il Padre di Axel e Patch con altri due soldati con addosso la divisa e armati. C'era bisogno di tutta questa teatralità?

"Vorremmo che scendessi per parlare di quello che è successo durante la missione" mi annunciò l'uomo dagli occhi neri e impenetrabili.

Oh, intendeva parlare di come non sono morta, per suo dispiacere, e sono anche riuscita a riportare tutti i bastardi al canile?

"Come se avessi scelta..." risposi ironica. Mi alzai da tavola con calma, non c'era niente di cui preoccuparmi, era solo una formalità per gli altri generali. Ero più che sicura che il signor Cipriano non volesse sentire ancora quanto ero brava nelle missioni.

Arrivati al piano terra, mi condussero fino ad un'aula, c'era un tavolo con una sedia, una lampada (la luce era scarsa per il resto) e sparpagliati per la stanza i compari del signor Cipriano e papà. O almeno era quello che mi padre credeva.

"Prendi pure posto cara" mi disse uno degli allenatori delle nuove reclute.

Mi fecero diverse domande, poi mi chiesero di raccontare da capo tutto quanto per confermare le risposte e forse la versione di Michael. Passò così una mezz'ora o addirittura un'ora, non lo so. Sembravano abbastanza soddisfatti dalle mie risposte sincere ma erano allo stesso tempo perplessi.

"Posso andare?" domandai in fine, mentre un segretario annotava le mie ultime parole.

Il signor Cipriano si avvicinò al tavolo (l'interrogatorio non me l'aveva fatto lui), posò le mani sulla superficie e mi guardò negli occhi.

"Devi smettere di usare i tuoi poteri naturali" concluse infine "tutti voi che avete queste tendenze agli elementi, dovete smettere di usarli" mi disse.

"Cosa?" lo guardai confusa, davvero non lo capivo...

"Lo abbiamo spiegato anche a Michael, domani lo renderemo pubblico. Crediamo che alterare la natura crei solo caos e soprattutto in soggetti come te e il tuo..." cercò la parola adatta ma non riusciva proprio a trovarla.

"Insomma potreste tornare tormentati ed è l'ultima cosa che vogliamo al momento. Sono sicuro che la pensiamo allo stesso modo. Almeno su questo..."

Alzò un sopracciglio, le frecciatine che lanciava erano sottilissime, era come se nella stanza ci fossimo solo noi due.

"Vi sbagliate" lo contraddissi "Al contrario, reprimere un Angelo o un Demone è la strada più veloce per il tormento, l'ho provato sulla mia pelle quando ero sulla Terra, Patch invece mi ha detto..."

Ma venni bruscamente interrotta "Ti sarei grato se il discorso 'Patch' rimanesse un tabù, vorrei evitare pettegolezzi che distraggano dal vero obbiettivo"

Fui io ad alzare un sopracciglio a quel punto "Il vero obbiettivo eh...?"

Annuii, era ridicola tutta quella situazione, come potevano essere tutti d'accordo con lui?

"Già, lei pensa a piccolezze come addestrare Creature che ovviamente non hanno più l'età giusta o i poteri abbastanza forti per una guerra, ci manda in missioni assurde e poi mi dice che dobbiamo reprimere le nostre armi segrete? Sa cosa potrei fare io con l'aria? Soffocare ogni singola persona in questa stanza in pochi secondi. Se solo volessi, se solo riuscissi ad addestrarmi per bene." mi alzai in piedi per la rabbia, strisciai la sedia che strusciò malamente.

"E se proprio vogliamo concentrarci sui vari obbiettivi, dov'è mio padre signor Cipriano?"

La domanda lo spiazzò, forse non credeva che sarei riuscita a fare quella domanda davanti a tutti loro. Ma lo stupore fu rimpiazzato subito dalla solita faccia sicura e concentrata dei maschi di quella famiglia.

"L'abbiamo urgentemente mandato sulla Terra alla ricerca di altri Caduti e Creature confinate come lui. Non hai da preoccuparti"

Lo guardai fisso negli occhi. Mentiva bene, ma non abbastanza per me.

Mi spostai, voltai le spalle e mi diressi verso la porta. Ne avevo avuto abbastanza della loro merda.

"Ah e comunque, se volete un esercito di repressi e stremati dal tormento fate pure... Io continuerò ad usare i poteri come meglio credo. Non potete concedervi il lusso di perdere me e i miei amici, quindi vi consiglio di non metterci i bastoni fra le ruote"

L'ascensore si aprì ed io vi entrai con tutta la calma del mondo. Ma il signor Cipriano non mi avrebbe mai lasciata andare senza prendersi l'ultima parola.

"Fa come ti pare, ma sappi che Axel non è così pazzo da seguirti in qualcosa che nemmeno lui capisce. Ti abbandonerà prima o poi."

Boom.

Sapeva dove colpire, d'altronde era intelligente. Molto. Sapeva quanto dipendessi da Axel ormai, e sicuramente aveva anche saputo della nostra piccola divergenza.

Lo guardai con sfida, ma non era uno dei miei sguardi più decisi.

Ancora una volta sentii come se nella stanza ci fossimo solo noi due.

Ma, per fortuna, le porte dell'ascensore si chiusero per portarmi fino all'attico.

Accademia delle Creature 2Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt