Sarò In Grado Di Proteggerti

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Urla strazianti, sangue rosso che scorreva senza fermarsi più, lacrime amare che rigavano le guance pallide di un viso spento, un sorriso luminoso che ancora spariva.
Questo era stato il modo in cui il mondo umano l'aveva accolta dopo essere uscita dal loro paradiso, una sofferenza dietro l'altra, solo per quel senso del dovere che superava addirittura la pietà per un loro simile. Quelli che dichiaravano di star proteggendo l'umanità uccidendo loro, Animalis e possessori di poteri collegati ad un preciso animale, ma in realtà più lo facevano, più dimostravano quanto la loro vera umanità si fosse persa nel tempo.
Era per questo che detestava il mondo esterno, era per questo che aveva pregato il signor Fu di non farla uscire.

«Mi dispiace... Mi dispiace davvero tanto...» aveva continuato a singhiozzare dopo aver preso in braccio la bambina che le aveva avvicinato la ragazza.

“...Ti chiedo solo di... Proteggerla...”

Le parole sussurrate da quella voce roca ancora rimbombavano nella sua testa, voleva urlare ma non poteva farlo, poteva solamente continuare a piangere in silenzio.

«Tikki! Tikki dove sei?!»

Si sentì chiamare da lontano, ma non rispose. Strinse leggermente più forte a sé la bambina e i denti, senza smettere di maledire se stessa nella propria mente. Poteva aiutarla... Perché non glielo aveva permesso? Era l'unica cosa che poteva fare, ma non capiva il perché di quel rifiuto da parte di quella ragazza, ormai morta, di fronte a lei.
Perché gli esseri umani erano così stupidi? Perché nei momenti più critici non ragionavano mai con la testa?

«Tikki... Ti ho cercato per tutto il bosco» riconobbe la voce e il respiro accelerato, però nemmeno questa volta si decise a rialzare la testa: «...Tikki?»
«Mi dispiace... Mi dispiace tanto...»

Sentì un sospiro e poi una mano sfiorarle la spalla. Rialzò lentamente la testa, i suoi occhi si agganciarono a quelli verdi smeraldo di quel ragazzo che la fissava con un'espressione preoccupata, e i lati della bocca piegati all'ingiù.

«Tikki... Dobbiamo andare...»
«No... I-io non-»
«Sai che non me non puoi discutere» la interruppe lui sfiorandole la guancia prima di rialzarsi in piedi: «Su, andiamo» le ripeté porgendole la mano.

Lei rimase interdetta per diversi secondi, poi si decise ad allungare la mano verso la sua dopo aver tirato su con il naso, ritrovandosi con la fronte appoggiata al petto del ragazzo.

«...La bambina? Ce l'hai tu?»

Annuì in risposta. Era troppo provata per riuscire a rispondere a voce, sembrava essere diventato troppo difficile farlo per lei.

«Mmm... Eh...»

Si staccò dal ragazzo e abbassò lo sguardo sulla bambina che dormiva tra le sue braccia, era tranquilla, come se attorno a lei non fosse successo niente.

«...Così piccola e ha già perso i suoi genitori, quanto ha? Qualche mese?»
«Non... Ha fatto... In tempo a dirmelo...» singhiozzò passando lentamente le dita sul viso della neonata.

Il ragazzo le circondò le spalle con il braccio e la avvicinò a sé, accarezzandole il suo dolcemente con le dita per calmarla, cosciente che quel suo stato d'animo non sarebbe sparito subito.

«Ti ha detto altro?»
«Mi ha... Chiesto di proteggerla...»
«Se vuoi proteggerla, allora devi sbrigarti a tornare nel nostro paradiso...» le sussurrò all'orecchio, calamitando su di sé i suoi occhi: «Non abbiamo tutto il tempo del mondo Tikki, qui fuori siamo tutti in pericolo e la nostra vita ha i secondi contati, dobbiamo tornare al nostro paradiso.»

Tu Sei La Mia Luna... - Miraculous Ladybug [One Shots Collection]Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz