A Fatal Error - 2

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Le uniche parole che aveva rivolto a suo padre era stato l'urlo di frustrazione per costringerli a tornare a casa, era fin troppo distrutto per rientrare con loro, fin troppo afflitto per avere pieno controllo delle sue emozioni. Aveva preso Marinette in braccio a mo' di principessa e aveva fatto in modo che lei appoggiasse la testa alla sua spalla, come se stesse dormendo. Come quella volta in estate.

«Adrien...» lo chiamò Plagg non ottenendo risposta.

Il kwami volò vicino alla mano del portatore e gli rimise l'anello, prima di tornare sulla spalla del ragazzo per consolare Tikki, che sembrava aver perso ogni emozione. La pioggia gli bagnava la testa e le spalle, ma ormai non gli importava più niente. Come sarebbe riuscito a vivere senza Marinette? Non ne aveva proprio idea.

«Perché mi state seguendo?» domandò a Chloé, Alya e Nino, che al momento erano dietro di lui che mantenevano il passo.

«Siamo una squadra Adrien, Marinette si sarebbe arrabbiata se non ci fossimo mossi.» gli ricordò Nino posandogli una mano sulla spalla.

«Sì, hai ragione...» rispose indifferente.

Non spostò lo sguardo da terra per tutto il tragitto. Non riusciva ad alzarlo, non riusciva nemmeno a puntarlo sul viso della ragazza. Lui avrebbe dovuto proteggerla, non sarebbe dovuto succedere quello che era successo.
Lei, con tutto quello che aveva fatto, sarebbe stata l'ultima persona al mondo che meritava di morire. L'ultima.

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Nessuno lo accolse all'entrata di servizio della boulangerie, nemmeno i Dupain-Cheng erano presenti. Alya si avviò per le scale con Nino accanto e Chloé lo spinse a fare lo stesso, seppur con un passo più che forzato.

«E quindi secondo lei è una cosa possibile?» domandò una voce proveniente da oltre la porta.

Quella voce arrivò come un razzo alle orecchie di Adrien, facendogli di nuovo salire la rabbia ben oltre il normale.

«...Era la voce di tuo padre?» domandò Nino accanto ad Alya, che si era di nuovo passata la mani sugli occhi.

Chloé superò i tre e aprì di colpo la porta, sgranando gli occhi al vedere i le due coppie di genitori che fissavano un anziano che indossava una camicia hawaiana. Sapeva che non era il momento, ma almeno poteva indossare una camicia degna di questo nome e non un souvenir?

«Chloé...» la nominò la signora Agreste, guardando il suo sguardo non mutare affatto.

«Scusate la domanda, ma voi due cosa ci fate qui?»
«È stato il signor Fu a chiamarci.»
«E adesso ve ne andate...» comandò Adrien entrando dopo Chloé nella stanza, senza puntare lo sguardo su niente.

Sabine cercò di alzarsi dal divano per andare incontro alla figlia, ma Tom la fermò in tempo, indicandole l'anziano con lo sguardo, ricordandole così quello che aveva detto loro prima.

«Mi scuso per aver fatto una cosa del genere, ma avevo bisogno di loro.»
«Hanno già fatto abbastanza! Io non voglio mai più vederli...» liquidò Adrien rimanendo in disparte, poco prima che Nino lo affiancasse.

«Perdonatemi la scortesia, ma potreste scendere al piano di sotto? Ho urgente bisogno di parlare con questi ragazzi» chiede Fu ai Dupain-Cheng, con entrambe le mani dietro alla schiena.

Tom prese Sabine per mano e si avviò con lei verso al porta, fermandosi dopo che la moglie avesse incrociato la figura della figlia tra le braccia di Adrien.

«...Alya» la chiamò bloccandola per la spalla e sgranando gli occhi al vedere come fossero rossi i suoi: «...Che cos'è successo?»
«Signora Sabine non si preoccupi...» le rispose Fu appoggiando la tazza di tè al tavolino, osservando la donna annuirgli prima che il marito chiudesse la porta.

Tu Sei La Mia Luna... - Miraculous Ladybug [One Shots Collection]Where stories live. Discover now