Our First And Last Summer

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"Era la prima volta dopo tanto tempo che tornavo in quella città, disorientato dal rivedere tutto ciò che faceva in fondo parte di me, ma che io avevo deciso di abbandonare. Credevo che un giorno tornare nella mia città natale mi avesse dato qualche possibilità, e per la prima volta in vita mia, avevo avuto ragione.

Era una giornata come tutte le altre, io che camminavo per quelle strade, con la mia chitarra sulle spalle e lo sguardo perso chissà dove. Ad un tratto sbattei contro qualcuno, che mi fece cadere il gelato appena preso sulla maglietta.

«Oddio mi dispiace!»

Dopo i leggeri brividi iniziali rialzai lo sguardo, sgranandolo leggermente dopo aver incrociato due occhi blu, blu come il mare. Non mi era mai capitato di incrociare qualcuna come te, così goffa, imbranata e infantile, ma dopotutto era anche per questi motivi, che tu chiamavi difetti, che non più avuto occhi per nessun'altra.
Da quella prima volta ho iniziato a conoscerti e diventare quasi subito tuo amico, quasi dimenticando perché ero scappato da quella città che mi ricordava solo cose passate e tristi della mia vita.
Non avevo mai creduto nell'amore a prima vista, ma dopo quel giorno in cui ti ho conosciuta, mi sono dovuto ricredere. Giorno e notte le passavo pensando a te, non capendo perché avessi passato quattro anni lontano da quella città, che dopo davvero tanto dolore, mi dava finalmente un'altra possibilità.

A diciott'anni compiuti ero andato via, e quando ne compii ventidue, pensai che forse era meglio tornare.
Mai ho fatto scelta migliore.
In un solo mese ero riuscito a capire tutto di te, capendo che forse tu per me non eri mai stata solo un'amica e sapevo che la stessa cosa ero io per te.

Non ci volle molto, ma io mi feci avanti e ti chiesi di diventare la mia fidanzata. Tu ti portasti le mani alla bocca, non credendo forse che te lo stessi chiedendo veramente.
Insieme a te ho passato il periodo più bello della mia vita, con le tue risate, i tuoi sorrisi, i tuoi sguardi, con Te. Quando mi portasti a conoscere i tuoi, mi sarei aspettato di tutto, tranne che loro mi abbracciassero come se mi conoscessero da sempre. Erano due persone d'oro, e me lo sarei dovuto aspettare, dopotutto non ho mai visto te urlare in faccia a qualcuno o scacciare qualche animale.

Suonai per te tutte le canzoni che conoscevo e delle volte tu prendevi a cantare, e io perdevo il ritmo, perdendomi nella tua voce.
Ridevo insieme a te per la maggior parte del tempo, passeggiando sempre per quelle strade che ogni volta che rivedevo con te sembravano diverse, come se tu riuscissi a rendere ogni cosa diversa, sempre.
Quelle notti che passai accanto a te le ricordo ancora adesso, però nel farlo, non riesco a trattenere le lacrime che poi cadono a terra e spariscono, così come te.

Stringere la tua mano era una sensazione meravigliosa, che mai proverò con qualcun'altra che non sia Tu.
Io potevo pur parlare con qualcun'altra, ma non eri Tu e nessuno poteva essere Te.

Sapevo però, che un giorno quella meravigliosa magia sarebbe sparita, presto o tardi, ma sarebbe terminata.
Era praticamente finita l'estate e non ti vedevo da chissà quanti giorni, ti ho chiamata, mandato messaggi, ma tu non li leggevi e non rispondevi.
Stavo iniziando a preoccuparmi, perciò sono andato dai tuoi, ma nemmeno loro c'erano.

Sconsolato mi sedetti su di una panchina di fronte a La Senna, con la chitarra in mano mentre l'acqua scorreva veloce sotto i miei occhi.
Mi sentivo di nuovo solo.
Avevo perso l'unica persona grazie alla quale avevo ripreso a vivere sul serio, l'unica con cui avevo condiviso momenti indimenticabili, l'unica con cui io riuscivo a sorridere.
Avevo perso una parte di me.
Avevo una parte della mia anima.
Avevo perso il mio cuore che tu mi avevi rubato, e andandotene non me l'hai mai restituito...

Perché incontrarti è stato positivo e non negativo?
Se non ti avessi conosciuto non avrei sofferto ulteriormente, ma se non ti avessi conosciuto, non avrei mai trovato il vero amore... Mai."

«...Il giorno in cui abbandonerò questo mondo... Spero di poterti rivedere di nuovo...» sussurrò sfiorando con la mano la foto che era stata messa sulla lapide: «...Dovevano metterla a colori... Tu non sei mai stata una fan del grigio...» sussurrò subito dopo, rialzandosi in piedi.

«Papà!»

Adrien si voltò verso le sue spalle, sorridendo dopo aver visto la bambina mora corrergli incontro.

«Ciao piccola...» la salutò lui aprendo le braccia per stringerla a sé: «Hai fatto la brava con i nonni?»
«Mm mh!» rispose lei annuendo.

Adrien sospirò accarezzandole i capelli. La lasciò subito dopo, potendola così guardare dritto negli occhi.

«...Perché piangi papà?» gli chiese la bambina, notando le lacrime che aveva sulle guance.

«Niente... Scusami...» rispose lui asciugandosele con la manica della camicia: «Andiamo Emma...» le disse subito dopo, prendendola in braccio e avviandosi verso l'uscita.

La bambina poggiò la testa contro la spalla del padre, alzando poi gli occhi dopo aver notato qualcosa.

«Ciao mamma...» la salutò Emma agitando lentamente la mano.

La donna che ormai era lì seduta le sorrise appena, ricambiando il gesto.

'Restero per sempre accanto a te... Adrien...'

~ • ~ • ~ • ~ • ~

"Non piangere perché adesso non sono più accanto a te, sii felice perché mi hai avuto..."

-Louis.

Tu Sei La Mia Luna... - Miraculous Ladybug [One Shots Collection]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora