47. Sa tutto

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Tyler pov's
Il borsone salta su e giù andando a sbattere contro la mia schiena mentre cammino per andare verso la mia auto. Ho appena finito gli allenamenti, questa volta il coach sembrava volerci uccidere; ci ha fatto sudare più del solito, tre lunghe ore di duro allenamento che sembrava non finire più. Domani abbiamo la finale e vincere è il nostro obbiettivo. Ha fatto uno dei suoi soliti di scorsi sul mantenere la calma in qualsiasi situazione. La nostra scuola non va molto d'accordo con quella di Manhattan e per puro caso domani ci giochiamo la finale contro di loro. L'anno scorso mentre giocavamo un'amichevole è scoppiata una rissa tra Luke e uno che aveva insultato la sua ragazza, inutile dire che Luke gli aveva spaccato il setto nasale, quando si arrabbia è una furia. Quindi sì, il coach fa bene ta preoccuparsi per la loro incolumità.
Non sono preoccupato, abbiamo la vittoria in tasca. Quelli lì si credono i re del campo, ma la partita la giochiamo a casa nostra. Nostro territorio, nostre regole, nostra coppa. Tre semplici cose che si devono mettere in testa.
<<Ciao Luke. Ci vediamo domani.>>. Saluto il mio amico con una stretta di mano davanti alla sua auto. Saluto anche Alexander ed Emily che vanno a casa a piedi nonostante qualche minuto prima avessi insistito per darli un passaggio.
Butto il borsone nei sedili posteriori della mia auto e mi siedo al posto del guidatore, tiro fuori il telefono e scrivo un messaggio ad Allison: Ho finito gli allenamenti adesso. Posso passare da te così ti aiuto a studiare chimica?
Chiudo la portiera e giro le chiavi per mettere in moto la macchina. Come prima cosa avvio l'aria condizionata e abbasso i finestrini per far uscire l'aria calda che esce a primo impatto. Sento il telefono vibrarmi nella tasca del pantalone a causa della risposta di Allison. Risposta affermativa. Sorrido lievemente e mi rimetto il telefono in tasca prima di imboccare la strada per casa sua.

Allison pov's
E' passata una settimana esatta dall'intervento, ho fatto visite di controllo, preso antibiotici e curato la ferita attentamente senza mai saltare nessuno procedimento, eppure quest'ultima iniziava ad essere di un colorito violaceo misto blu, cosa che non mi sembra affatto sana.
In quella settimana in ospedale ho cercato di deviare le visite e i messaggi di Emily e di Alexander, se fossero venuti a trovarmi avrebbero capito tutto e avrei dovuto spiegare loro tutta la storia, partendo dai principi; dai ricordi e dalle cicatrici. Fortunatamente adesso sono a casa, dopo aver ricevuto il consenso dai dottori, ma prima di andarmene, di lasciarmi le cure e il resto mi hanno proibito di uscire di casa per almeno una settimana.
Mio padre è riuscito a farmi un'altra cicatrice che porta il suo nome inciso sopra, come le altre dall'altronde. Ma nonostante la mia rabbia scorra nelle vene come sangue quella cicatrice porta anche il nome di Tyler, che prima di entrare in sala operatoria aveva confessato di amarmi. Questa cicatrice è diversa dalle altre, so che se in futuro l'avrei guardata mi sarei ricordata di Tyler e delle sue parole. 
Con il polpastrello tocco la ferita più brutta tra tutte e piano piano scendo toccando il solco di un'altra ferita proprio infondo alla schiena. Chiudo gli occhi ma non succede nulla, i ricordi non riaffiorano nella mia mente come un film, non come prima. Non sento niente, solo una piacevole sorpresa nell'alzare lo sguardo e vedere il mio riflesso nello specchio; ho un sorriso stampato in volto. Ho vinto. Ho sconfitto il mio incubo, è da tanto che un temporale non mi provoca attacchi di panico e inizio a pensare che le cose siano passate solo grazie a Tyler.
Come quando da piccoli si ha un incubo e si corre nel letto della mamma, poi magicamente ti riaddormenti senza paura, tra le sue braccia, sapendo che con lei affianco niente avrebbe potuto toccarti. Sono rimasta abbastanza scossa dopo la sua rivelazione, perché sapevo che non era pronto e io non ero di certo la persona più adatta che poteva mettergli pressione riguardo ai suoi sentimenti. Spero non l'abbia fatto solo per farmi felice, sa che due parole non mi cambiano la vita, a me importano i fatti e lui dimostra di tenere a me tutti i giorni.
Copro la ferita con una benda per poi applicarci il grande cerotto sopra. Fra tre giorni mi toglieranno i punti. Il telefono emette un trillo e il nome di Tyler compare sulla schermata di blocco del mio telefono: Ho finito gli allenamenti adesso. Posso passare da te così ti aiuto a studiare chimica?

Sono rimasta molto indietro con le lezioni e di chimica hanno affrontato argomenti troppo difficili da comprendere sugli appunti di Emily e le pagine del libro, così Tyler che ha già affrontato l'argomento mi da una mano.
Gli rispondo con un si e blocco il telefono. Scendo le scale per andare da mia madre in sala ed avvisarla che a breve sarebbe arrivato Tyler.
<<Mamma?>>. La chiamo sporgendomi dalla porta per vedere se le mie supposizioni sono giuste, e come previsto mia madre è seduta sul divano con una tazza di tea in mano. <<Tesoro.>>, risponde accogliendomi con un sorriso a trentadue denti. <<Come stai?>>, chiede subito dopo. Posa la tazza nel tavolino dinanzi al divano su cui è seduta e si siede gambe incrociate per stare più comoda. <<Sto bene.>>. Mi limito a rispondere e abbozzo un sorriso.
Non sto affatto bene, tra meno di due settimane ho gli esami e io stessa sono indietro non solo con lo studio ma anche con la tesina, mi manca poco per finirla ma avrei dovuto finirla prima, anche se in ospedale mi sono portata molto avanti. In più come se non bastasse sembra che un piccolo mostriciattolo stia cercando di uscire dalla mia ferita o peggio ancora che mi stia mangiando gli organi o chissà cos'altro.
<<E tu?>> Aggiungo. Non so perché ma una sensazione di disagio mi ha completamente pervaso tutto il corpo. Scrolla le spalle, apro la bocca per parlare ma mi precede. <<Christian è da Jenna.>>, dice. Corrugo la fronte per capire il perché ha detto questa sua affermazione. <<Bene>>, dico allungando l'ultima vocale della parola. <<Tyler deve passare qui, per aiutarmi in chimica.>>, affermo. Lei annuisce e riprende la tazza con il tea ormai freddo. Faccio per andarmene ma la sua voce mi ferma. <<Allison.>>. Sono girata di spalle e aspetto che parli. << Lo so.>>, dice soltanto. Quelle tre parole bastano per farmi rabbrividire. Sa che Frank ha fatto visita un mese fa, sa che Christian ha viso Frank e che si è scatenato il putiferio. Rimango zitta per un minuto a pensare come rispondere e poi mi faccio coraggio. <<Non volevo farti pesare che eri a lavoro e che non eri con noi. Tutto qui.>>, rispondo cercando di rimanere mentalmente stabile.
<<Mi dispiace.>>. È così mortificata per un errore neanche suo. <<Lo so.>>, rispondo. <<Sul serio.>>, continua, ma la faccio smettere andando verso di lei e stringendola in un caloroso abbraccio. <<Non importa. E' passato e va bene così.>>, sussurro. Ma non so se sto cercando di convincere lei o semplicemente me stessa.

Il Ragazzo Dagli Occhi Verdi [Wattys2017]Where stories live. Discover now