4. Basket.

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Le urla. I fischi. Le scarpe che strisciano sul campo. La palla che rimbalza. Il fischietto che rimbomba negli spalti. Corrono come forsennati dietro ad una palla. Non so cosa ci trovano di bello in questo.

Alexander ha trascinato me ed Emy al suo allenamento, così dopo andiamo a mangiare qualcosa insieme. Non ho saputo dire di no. Nella squadra gioca anche Tyler e conosco anche un suo amico. Ashton. Ashton fa parte nel gruppetto di simpaticoni insieme alle altre tra ragazze che a momenti vanno in giro in mutande e reggiseno. Conosco solo loro tre della squadra. Per un momento i suoi occhi incrociano i miei, ma distoglie subito lo sguardo e si concetra sulla palla. Tiro giù le maniche del maglione, come se volessi sprofondarci dentro.
Mi giro per parlare con Emily, ma si sta facendo beatamente i fatti suoi col telefono.
Quindi tiro fuori un foglio e una matita e disegno ciò che per me è diventato indelebile, ciò che è inciso sulla mia pelle e che non si può più cancellare. Il suo ricordo è scritto e inciso su di me. Sul mio corpo. E anche se provo a cancellare ciò che è rimasto mi basta uno sguardo sul mio braccio o sulla mia schiena che il suo ricordo torna indietro.

<<Alexander ma che ti passa in testa!>> urla Tyler camminando verso di lui. <<Scusa, ero perso tra i miei pensieri>> sbiascica allontanandosi dal campo. Corrugo la fronte e mi alzo seguendolo verso gli spogliatoi.  Afferro il braccio del mio migliore amico in modo che si accorga della mia presenza. <<Che ti prende?>> Chiedo. Tolgo la presa dal suo braccio e aspetto paziente una risposta. <<Nulla, sono solo un po' tra i miei pensieri.>> Scrolla le spalle. <<Se hai bisogno>> dico, facendogli intuire il resto della frase. Annuisce col capo e lo lascio andare.
Proprio mentre ritorno negli spalti per raggiugere Emy sento una presa salda sul mio braccio. I brividi percorrono tutto il mio corpo sentendo la sua pelle a contatto con la mia.
Mi giro ritrovandomi i suoi occhi verdi addosso che scorrevano lungo il mio corpo. <<Che ha Alexander?>> chiede. Il mio guardo è posato ancora sulla sua mano stretta al mio polso. Finalmente ritorna al suo posto e posso concentrami sulla domanda che mi ha fatto.
<<Non me l'ha detto. Ma non stargli addosso se vuole te lo dirà>> rispondo scrollando le spalle. Il suo sguardo è privo di emozioni alla mia risposta. Non aspetto una sua risposta e mi giro con l'intento di tornare da Emily.
<<Aspetta>>. Sento la sua voce roca alle mie spalle. Mi fermo senza girarmi. <<Mi spiace per quello che è successo in macchina, l'altro giorno>>, sbiascica. Si sta scusando? Con me?
<<Non importa>>lo liquido e raggiungo Emy.

Anche se sono passate ore, non riesco a togliermi quegli occhi dalla mente, che mi scrutavano come se cercasse qualcosa.
Quegli occhi verdi da quando sono entrati nelle mie iridi marroni non escono più dalla mia testa.
Butto l'occhio sui miei ultimi disegni, i suoi occhi. Li attacco alla bacheca di sughero insieme agli altri e mi butto sul puof per studiare psicologia. Quando lo apro scivola il disegno che ho fatto in palestra mentre aspettavo che Alexander finisse gli allenamenti. Le mie due cicatrici sono disegnate in ogni minimo dettaglio, il ricordo di quella sera. Forse la sera più brutta di tutte.

Psicologia mi affascina, si parla di come i nostri sogni si collegano alla realtà, di come cerchiamo di sfuggire in un modo parallelo, dove puoi avere tutto, dove puoi fuggire da ogni problema. Basta chiudere gli occhi e sprofondi nel tuo mondo. Dove tutto è lecito. Anche se per entrare nel mio mondo mi basta prendere una matita e un foglio.
<<Si può entrare o mi uccidi?>> Chiede Christian, entrando in mansarda. Mi giro ridendo e lo fisso mentre si accomoda sul mio letto. <<Alexander ti sta aspettando giù, lo faccio salire?>> Chiede. Annuisco senza pensarci su. <<Non voglio diventare zio così giovane>> esclama, scendendo le scale. <<Christian!>> urlo disgustata, lanciandogli il mio pupazzo, che non lo sfiora neanche.
Alexander sale le scale ritrovandosi in camera mia. <<Ehi>> lo saluto, buttando per terra il libro di psicologia. <<E' probabile che io abbia fatto una cazzata>> ammette, lanciandosi nel letto.

Ciao anche a te, Alexander.

<<Mi sono scopato la sorella di Tyler.>> sputa. Per poco non mi strozzo con la mia stessa saliva.
Tyler ha una sorella più piccola di noi di un anno e per lui ovviamente due. Jenna ha 17 anni l'età di Christian e sono migliori amici. <<Jenna? Sei serio?>>. Per poco non urlo. Tutti, a scuola, sanno che Tyler ammazzerebbe chiunque per sua sorella. <<Tu sei andato a letto con la sorella del tuo migliore amico!>> urlo. <<L'ho sverginata>> ammette passandosi una mano tra i capelli disperato. Sgrano gli occhi. Ci manca solo questa. <<Non voglio che pensi che io sia uno stronzo. Ma sa come sono. Sapeva come stavano le cose. Gliel'ho detto e le ho chiesto se fosse sicura e lei me lo ha confermato, così io...>> . Non lo lascio finire. "Se Tyler lo venisse a sapere reputati morto in partenza>> dico.

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SPAZIO AUTRICE

Hello a tutti!!! Quarto capitolo!!

Spero vi piaccia, fatemelo sapere nei commenti. Devo ancora iniziare i compiti. Oggi ho passato tre ore a giocare a fifa. Ma non importa.

Giocate a fifa?

Alla prossima.
-M

Il Ragazzo Dagli Occhi Verdi [Wattys2017]Where stories live. Discover now